Eleanor si svegliò di umore nero. Non aveva dormito per tutta la notte e aveva freddo. Era mattina presto ma alcuni iniziavano già a svegliarsi. Decise di accendere un fuoco per scaldarsi e vedere se si potesse fare qualcosa per colazione. Senza dire nulla a nessuno si allontanò dal campo, dirigendosi verso la foresta.
Voleva stare un attimo da sola, inoltre adorava il bosco.
Dopo un po' vide quello che cercava: uova. A giudicare dal colore e dalle dimensioni sembravano uova di quaglia. Non le aveva mai provate, aveva letto sui libri qualcosa su loro gusto, però beh erano sempre meglio di uno stomaco vuoto. Decise di cercare ancora e dopo un po' trovò anche un cespuglio di more. O erano mirtilli? Non si ricordava, li aveva studiati ma si stava confondendo.
No no, erano more, erano troppo scure per essere mirtilli. Avrebbe controllato con Monty per essere sicura che non fossero bacche velenose.
Ritornando al campo trovò molti già svegli, tra questi Bellamy che usciva dalla sua tenda...con una ragazza al seguito. "Ommiodio che schifo non ci credo, si sta dimostrando sempre di più una pessima persona" pensò Eleanor, evitandolo accuratamente, non gli era ancora passata l'incazzatura di ieri e voleva ritornare al più presto la solita e glaciale Eleanor. Depose uova e bacche in un angolo e poi chiamò Monty che stava dormendo.
"Hey, hey Monty vero che queste non sono bacche velenose?" Gli chiese lei. Mezzo assonnato si alzò, lanciò un occhio alle bacche e annuì. Lei lo prese come un "si non sono velenose" e si dileguò. Le bacche e le uova finirono presto, però indicò a diversi come e dove trovarle di modo che l'indomani ce ne sarebbero state di più.
Nel mentre che tutti si svegliavano lei aveva fatto amicizia con Finn, non avevano mai parlato tanto ma era davvero un ragazzo gentile e con lui si trovava proprio bene. Incredibile, aveva già un altro amico...
Si stavano creando le battute di caccia ed Eleanor si propose per far parte di un gruppo ma prima corse a cercare l'arco e le frecce fatte il giorno prima. Il fianco non le faceva neppure più male, solo un leggero fastidio, come se si fosse creata una crosta e avesse voglia di togliersela.
Prima di partire fece un salto da Jasper per vedere come stava. Capitava proprio a fagiolo perché Clarke la fermò e prima che potesse dire altro le disse di tenere fermo Jasper dato che avrebbe tolto la pelle infetta e avrebbe anche cauterizzato la ferita.
Eleanor non si oppose, aveva bisogno di lei, inoltre non le faceva troppa impressione. Quando era sull'arca aveva pensato di fare l'infermiera o il medico perciò aveva assistito ad alcune operazioni, imparando molto.
Jasper si dimenava, gemendo, e il polso era debole. Arrivò anche Octavia
"Ferma Clarke così lo stai uccidendo!" Urlò la ragazza.
"No, lasciala fare, fidati, si riprenderà" rispose Eleanor all'amica che la guardò e si tranquillizzò un attimo.
Solo Octavia sapeva tirare fuori il lato buono di lei, di solito non era così amichevole ed era conosciuta per i suoi sguardi di ghiaccio/fuoco, le parole acide ed i lunghi silenzi. Eppure con lei era come se l'avesse conosciuta da sempre. Nel frattempo era salito pure Bellamy che aveva condannato l'amico: se entro domani non fosse guarito l'avrebbe ucciso lui stesso perché stava demoralizzato tutti gli altri compagni.
"Quanto non lo sopporto, è uno stronzo egoista che aiuta solo chi è davvero importante per lui e se ne frega di tutti gli altri, mettendo così in pericolo altre persone. Idiota" mormorò Eleanor fissando con gli occhi socchiusi il punto dove prima c'era il ragazzo. Poi vedendo che tutti la guardavano divertiti aggiunse:
"Ho di nuovo pensato ad alta voce vero? Ah che palle devo togliermi questo vizio, è imbarazzante" i ragazzi intorno a lei risero un po' alleggerendo l'atmosfera.
Dopodiché Eleanor si congedò dato che venne chiamata dal suo gruppo per cacciare.●○●○●○
I gruppi per la battuta di caccia partirono e all'ultimo si aggiunse anche Bellamy. Senza volerlo finirono nella stessa squadra e sebbene Eleanor continuava a chiedere se potesse andare da sola per il semplice motivo che le piaceva di più lavorare senza nessuno intorno, non le diedero il permesso. Ad una certa si trovarono davanti a loro un bel cinghiale che non li aveva sentiti e Bellamy fece segno che era suo, ma proprio mentre stava per lanciare l'ascia, si sentì un fruscio dietro di loro e con un cambiamento di movimento fulmineo lanciò l'arma nella direzione del rumore. Da quella direzione spuntò fuori una ragazzina sui 13 anni, era pietrificata, aveva appena rischiato di finire tagliata a metà da un'ascia. Bellamy subito si precipitò verso la ragazzina chiedendole cose ci facesse fuori dal campo e sottolineando il fatto che aveva rischiato di morire. Poi le chiese anche il suo nome e la ragazzina in tutta risposta disse solo:
"Mi chiamo Charlotte. Non riuscivo a rimanere nell'accampamento con quelle urla." e volse a Eleanor uno sguardo di scuse per l'interruzione. Lei la guardo a lungo. Poi si sciolse un poco e disse:
"Fortuna che Bellamy ha una mira schifosa oppure non saresti qui in questo momento. La prossima volta però chiedi a qualcuno di poter uscire e non seguirci come se fossi una terrestre ok?"
Bellamy per scherzare la guardò e fece il finto offeso, secondo lui aveva una mira fantastica, aveva mancato di un soffio la ragazzina solo perché aveva calcolato tutto, e fece anche segno indicando picchiettando la propria testa come per dire: big brain (=grande cervello).
Eleanor mise da parte il rancore verso di lui per alzare gli occhi al cielo sbuffando e sorridendo un po', poi prese la mano della bambina sussurrandole all'orecchio, ma in modo che anche Bellamy potesse sentire: "Sorridi ed annuisci, devi assecondarlo perché è molto permaloso". E come una persona sola si diedero uno sguardo d'intesa, si girarono verso Bellamy e fecero un finto sorriso annuendo. Dopodiché scoppiarono tutti in una sonora risata, interrotta da Atom che disse preoccupato:
"Ehm ragazzi mi dispiace interrompervi però ecco come dirvelo...c'è una sostanza strana giallognola che si sta avvicinando.."
"Non promette nulla di buono, soprattutto per il semplice fatto che gli insetti si stanno tutti spostando nella direzione opposta da dove viene la nebbia. Volete un consiglio spassionato? Correte e cercate un riparo!" Disse Eleanor iniziando già a correre. Prese per mano Charlotte e tutti iniziarono a seguirla. Presto trovarono una specie di caverna che poteva essere chiusa ermeticamente. Bellamy tenne la porta aperta facendole entrare mentre aspettava Atom. Il tempo stringeva e Bellamy fu costretto a chiudere la porta. Eleanor gli indirizzò una domanda attraverso uno sguardo e lui le rispose:
"Se la caverà tranquilla" sembrava più una speranza per lui che la realtà dei fatti.
"Charlotte, prova a dormire dai" le disse Eleanor.
La ragazza si accovacciò per terra e chiuse gli occhi, dopo un po il respiro divenne regolare e la mora capì che si era addormentata.
Ora però si trovava in una situazione scomoda, l'astio nei confronti di Bellamy non se n'era andato, infatti gli lanciò un' occhiataccia. Lui lo notò e dopo un po' le chiese:
"Non mi perdonerai mai vero? Io quelle cose non volevo dirle verament-"
"Però le hai pensate vero? Cerchi di farti vedere come una persona buona, con le tue bugie le persone si fidano di te, ti seguono. Ti giudicano un leader valido, ma sappiamo entrambi che non lo sei".
"Non sono egoista e non voglio essere un leader. Sì è vero, mento per poterci guadagnare, ma guarda, credi che abbia fatto tutto da solo? Loro non vogliono più nessuno, stiamo bene qui, siamo finalmente liberi. Ho solo espresso i loro pensieri. E non nego che ne guadagno. Tutto qui." Rispose lui
"Tutto qui? Ma ti rendi con-" Eleanor venne interrotta da Charlotte che si dimenava e urlava nel sonno. Stava avendo un incubo ed Eleanor sapeva bene cosa volesse dire quel terrore, le capitavano spesso anche a lei.
Entrambi si precipitarono verso la ragazzina e la svegliarono. Le fecero alcune domande e dopo un po' Bellamy disse:
"Non importa cosa sogni, ma cosa fai per poterlo impedire"
"Ma sto dormendo.."
"Non importa. Uccidi i tuoi demoni di giorno e non verranno a perseguitarti la notte. Ecco, tieni" le rispose dandole il suo coltello "stringi questo tra le mani e di: al diavolo io non ho paura!"
"Al diavolo io non ho paura" mormorò Charlotte con poca convinzione
"Con più convinzione dai!"
"Al diavolo io non ho paura!" Disse lei, questa volte molto più decisa. Poi si addormentò di nuovo.
Eleanor era sorpresa, Bellamy ci sapeva fare con i bambini. Lei non era molto brava, li sopportava a malapena. Però se proprio doveva se la cavava per una mezz'oretta, dopodiché rischiava o di strozzarli o di ritrovarli a giocare con i suoi coltelli dato che non era capace di gestirli. Probabilmente Bellamy aveva visto il suo sguardo perché le sorrise, ma lei prontamente guardò da un altra parte. E senza rendersene conto si addormentò.
Si svegliò con una mano che la scuoteva, era Charlotte che le diceva che potevano andare. Alzandosi si rese conto di aver avuto una giacca a mo' di coperta per scaldarla. Guardò Bellamy e gli chiese con lo sguardo una risposta, era incredibile come potesse capirla.
"Tremavi dal freddo" disse facendo le spallucce. Lei di risposta bofonchiò un "grazie" e gli ridiede la giacca.
Le mancava l'aria. Odiava gli spazi chiusi, il che era esilarante siccome era rimasta chiusa in una scatola di metallo per anni, per poi venire rinchiusa in un'altra ancora più piccola dove non poteva neppure uscire. Si precipitò di fuori e per non farsi vedere in quella situazione si allontanò un po'. Continuava a mancarle l'aria. Per fortuna Bellamy non disse nulla, anche se l'aveva vista in difficoltà, e aveva mandato avanti Charlotte. Stava per avvicinarsi quando un urlo lo bloccò. Anche Eleanor lo aveva sentito.
"Charlotte!" Esclamarono all'unisono i due, correndo verso la provenienza della voce. La trovarono in piedi davanti ad un corpo. Bellamy la raggiunse per prima e controllò che stesse bene, nel mentre Eleanor si era avvicinata al corpo, riconoscendo Atom.
"Vai via Charlotte, torna all'accampamento" impartì la mora. Solo in quel momento Bellamy si accorse delle condizioni dell'amico. Era ricoperto di pustole, escoriazioni, bruciature, bolle ed era anche diventato cieco.
"Porca puttana.." disse Bellamy che si mise di fianco all'amico. Atom lo pregava di ucciderlo, faticava così tanto a respirare e probabilmente stava sopportando un dolore così straziante che pensava che la morte potesse essere l'unica soluzione.
Nel mentre vennero raggiunti da Clarke, che vedendo il corpo si bloccò per un attimo per poi avvicinarsi.
Scosse la testa, non c'era niente da fare, la morte era davvero l'unica soluzione. Bellamy prese il pugnale dalle mani di Charlotte che non se n'era ancora andata. Eleanor con uno sguardo le fece capire di sparire perché non sarebbe stato un bel spettacolo. Le mani di Bellamy tremavano, allora Clarke tentò di prendergli il coltello ma Eleanor fu più veloce. Prese il pugnale, guardò la compagna facendole capire che lo avrebbe fatto lei, che era giusto così. Nel mentre che Eleanor trafiggeva Atom sull'arteria, Clarke iniziò a cantare una melodia. Quando tutto finì Eleanor si alzò e senza dire nulla si allontanò. Aveva fatto abbastanza. Voleva stare da sola. Sapeva che presto avrebbe avuto un altro incubo, che non si sarebbe tolta mai più quell'immagine dalla testa e che doveva solo conviverci.
Si allontanò sempre di più fino a raggiungere un laghetto. Controllò che non ci fosse un altro mostro di Lochness e poi si immerse.
Rimase sott'acqua finché non le mancò il respiro, toccava il terreno con i piedi, così riaffiorò senza fatica. Senza che se ne rendesse conto iniziò a piangere. Piangeva senza sosta. Odiava essere così debole, era una cosa che non sopportava. Però l'unico modo per liberarsi di quel peso era piangere. Anche poco. Ma doveva sfogarsi. Quello era il prezzo da pagare per far sì che nessuno diventasse come lei. Lei ormai non poteva peggiorare, di cose terribili ne aveva fatte, non tantissime, ma qualcuna in più rispetto agli altri si. E non voleva che altri si assumessero colpe che lei poteva evitare.
Senza che se ne rendesse conto venne raggiunta dalla persona che meno sopportava in quel momento. Si immerse anche lui in acqua. Eleanor si rese conto della sua presenza solo quando era a qualche metro da lei. Ma non lo allontanò. Si fece abbracciare. Si sentiva debole e solo lui in quel momento riuscì a calmarla. Non pianse più, però rimase attaccata a lui per un bel po'. In silenzio.Chi lo avrebbe mai detto?
Mai si era lasciata avvicinare da un ragazzo. Eppure lui in qualche modo la calamitava. Ma la cosa era reciproca.
Chi lo avrebbe mai detto?
Bellamy Blake che consolava una ragazza spezzata, e che non aveva un secondo fine se non stare lì con lei.
Eh già.
Chi lo avrebbe mai detto...N.d.A:
Eccomi gentee. Scusatemi un sacco per essere stata inattiva, solo che non so ho appena iniziato ma ho comunque problemi nel scrivere. Non so neppure se vi piaccia la storia e poi il mio modo di scrivere non mi fa impazzire. Inoltre mi sembra manchi sempre qualcosa e non si sta delineando il racconto che vorrei.
Ma basta lamentarsi. Ok, ora cercherò di essere un po' piu attiva e nulla, buona serata :))
Se vi va lasciate una stellina o un commento, soprattutto per migliorare la storia♡
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Spazio, Sangue nero ed i 100
Science FictionEleanor è una ragazza complicata ma allo stesso tempo semplice. Tralasciando il fatto che vive nello spazio dato che la terra 97 anni fa è stata praticamente fritta dalle radiazioni, lei conta solo su se stessa, ha perso la fiducia nel genere umano...