(Asmodeus)
Fissavo il riflesso di Amore allo specchio, la quale si stava sistemando i capelli in una sofisticata acconciatura alta, con dei ciuffi più corti che le sfioravano le tempie. Si era truccata molto più del solito e i suoi occhi erano contornati da un eyeliner nero e ombretto viola. Le labbra erano gonfie, rosse come una fragola. Era di una bellezza unica, persino la famosa Sophia si sarebbe gettata ai suoi piedi: indossava un vestito rosso fuoco lungo fino ai piedi, con spalline sottili, annodato al busto con un nastro.
«Sembri un cupcake» ridacchiò Lizbett, muovendo i piedi nudi e si allungò sul letto. Mi parve un complimento, prima che aggiungesse: «Insomma, uno di quei dolci che ti fanno venire mal di pancia!»
«Perché non siete ancora vestite, voi due?» ci riprese Amore, piuttosto scocciata.
Mi defilai dalla conversazione e la gatta si stiracchiò. «Che senso ha, se ce lo toglieremo da qui a poche ore?» ammiccò maliziosa.
Amore aprì la bocca, tirò la spazzola verso il soggiorno e Lizbett corse a prenderla, come se fosse il gioco più divertente del mondo. Qualcosa cadde e si ruppe e non volli vedere cosa avesse combinato.
Dopo svariati giorni era arrivata finalmente la notte di luna nuova. Non cambiò nulla in me, o almeno non provai sostanziali cambiamenti nel mio corpo, niente fame da animale, niente peli dal lupo e niente ali da pipistrello. Avevo pensato che, sentendo i racconti, mi sarei trasformata in una cacciatrice irrequieta, invece non mi sentivo nemmeno pronta a uscire da quella stanza.
Amore mi tirò per le braccia e mi fece alzare di peso, seppure emisi un grosso mugugno insoddisfatto.
«Voglio rimanere a dormire.»
La donna mi guardò come se avessi appena detto una cattiveria indicibile. «Non si può! Tutti i principi si riuniranno a palazzo per celebrare il festival e per obbligo devono essere presenti anche i regnanti. Devi farti vedere, almeno un po'!»
«Che rottura» dissi tra i denti.
Non ero la moglie di Mammon, tanto meno una vera principessa.
Cercai negli armadi dei vestiti da sera. Prima di allora non avevo mai avuto niente di elegante o sofisticato, niente gonne o corsetti che mostrassero il seno. Ero più una ragazza da pantaloni militari e giacche oversize.
C'erano numerosi abiti nuovi di zecca con l'etichetta ancora attaccata. Era un festival molto importante per tutti i Demoni e non volevo affatto sfigurare. Settimane prima non mi sarebbe mai importato di vestirmi carina davanti a Mammon, avrei preferito fargli un dispetto non presentandomi, ma volevo fare davvero qualcosa per lasciare il segno.
«Tieni, mettiti questo» mi ordinò Amore senza mezzi termini, sfilando dalla gruccia un abito fin troppo corto, riempito di paillettes sfarzose.
«Sembrerò un fungo» sbuffai, sperando di smorzarle l'iniziativa.
«Sembrerai una donna, perché è ciò che sei.»
Mi spogliai e mi infilai dentro quel completino che mi copriva a malapena il sedere. Il tessuto era morbido, mi fasciava perfettamente le forme e le paillettes rotonde brillavano ad ogni movimento. Mi guardai allo specchio, nonostante avessi degli stivali bianchi con i tacchi, un vestito bellissimo, mi sentii così fuori luogo.
«Sono ridicola...» mi lamentai e mi passai le mani sul vestito con fare agitato. «Credi che a Mammon piacerò?»
Mi guardò incredula, poi rise, trovando la domanda stupida.
Lizbett saltò dentro la stanza e inclinò il capo. «Mi prendi in giro? Vorrà di sicuro mangiarti in un boccone, gnam!» esclamò, poi strofinò affettuosa il naso contro il mio. «Sei la più bella umana che conosca e ne ho viste un sacco, parola mia!»
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The lantern
FantasyEnola Foster è il colonnello dell'Esercito dell'ordine demoniaco, una stirpe di Dominatori nati come soldati e addestrati per uccidere i Demoni selvatici senza pietà. In possesso dei suoi coltelli magici, insieme al suo Demone nero Lizbett, in una m...