Mi ero addormentata, ma non ricordavo né quando né come. Mammon mi stingeva tra le braccia e, anche se fossi conscia del fatto che i Demoni non potessero dormire, rimase fermo, immobile, per non scomodarmi. Ero ancora premuta su di lui, calda.
Niente coccole, era la mia prima regola.
Coccole significavano affetto e io non volevo. Al Nido ero la prima a scappare dalle camerate o dagli appartamenti degli altri soldati, persino nel cuore della notte e senza scarpe, pur di non fermarmi alla mattina. Solo David era riuscito a farmi cambiare idea. Il fatto che il karma girasse contro il mio comportamento lo seppi quando mi ero svegliata nel letto di James, a metà mattinata, con le guardie e Joachlin che bussavano preoccupati alla sua porta.
Mammon però mi fece cambiare ancora idea. Avevo bisogno di affetto, di calore e di tranquillità, quelle che mi erano state tolte. Non desideravo vivere da umana o da Demone, non mi interessavano quelle cose, volevo solo uno scopo, sapere che non avessi buttato via tutti quegli anni. Così lo stesso i miei genitori.
Qualcuno aprì la porta con troppa energia e, ancor prima di vedere chi fosse, riconobbi l'urletto acuto di Lizbett. Mi parve persino che avesse raggiunto gli ultrasuoni per quanto stordì Mammon.
Rotolai su un fianco e il Demone mi coprì le spalle con la coperta, mentre lui rimase nudo, a suo agio. Le orecchie della gatta svettarono altissime quando inquadrò il corpo di Mammon e lo guardò attonita, per poi aggrottare un po' le sopracciglia nere.
«Oh, io lo sapevo! Lizzy sa ogni cosa qui!» canticchiò e sbatté la porta.
«Non fare tanto rumore» la pregò Mammon, ma lei continuò a dire qualcosa a proposito del suo istinto e saltò sul divano. Si dovette arrendere. «Come hai fatto a entrare?»
«Ho aperto la porta.»
«L'avevo chiusa. A chiave» ringhiò il principe.
«No, non è vero.»
«È verissimo, invece, me lo ricordo.»
A quel punto si sfregò le mani. «Ho forzato la serratura... Oh, al Nido insegnano a farlo e sai che tutto ciò che conosce Enola lo apprendo anche io! Pensavo l'avessi uccisa, dovevo controllare!» cercò di difendersi e nessuno le credette, specie perché continuò a tenere quel sorrisetto frivolo. «Ma vedo che è ancora viva e ha il tuo odore addosso. Mi racconti una storia, Enola?»
Mugugnai e non le risposi, sfregandomi gli occhi. Non avevo idea di che ore fossero, ma mi parve proprio di essere stata sveglia tutta la notte e stavo cominciando a sentire la stanchezza, non solo mentale, ma anche fisica di aver fatto sesso da un Demone; non glielo dissi, ma il morso mi bruciava parecchio e le gambe le sentivo di gelatina.
«Vuoi sentire la storia di come ti metterò una museruola, gatta?» continuò Mammon nervoso, si alzò e si mise i pantaloni, legandoseli alla vita fin troppo stretti.
Lizbett serrò le labbra. «Sono una gatta randagia, mi dispiace.» L'uomo mi passò la sua vecchia giacca e me la avvolsi addosso, aspettando di trovare abiti più comodi. «Questa mattina c'è l'udienza del Consiglio, giusto? Amore ha detto di fare rapporto a te, prima.»
«No, non dire niente. In questa situazione, meglio non azzardare passi di troppo. Qualcuno potrebbe insinuare che io abbia tenuto delle informazioni per me e che le abbia comunicate per comodità. Me lo dirai una volta là» la bloccò.
Lo guardai andare via nella camera da letto e, velocemente, sgattaiolai verso Lizbett, la quale mi annusò attenta. «È successo qualcosa? Cosa ha scoperto Amore?»
«Cose non carine.»
Non disse altro, chiaramente a disagio, e decisi di non insistere. Mi feci una veloce doccia, ma ebbi il presentimento che non sarebbe affatto bastata a nascondere l'odore di Mammon su di me. Lo percepivo io stessa, attaccato alla pelle come una glassa appiccicosa.
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The lantern
FantasyEnola Foster è il colonnello dell'Esercito dell'ordine demoniaco, una stirpe di Dominatori nati come soldati e addestrati per uccidere i Demoni selvatici senza pietà. In possesso dei suoi coltelli magici, insieme al suo Demone nero Lizbett, in una m...