(Belial)
Mi trascinò di peso lontano dalle altre persone, allontanandomi per non far sentire la sfuriata che aveva in serbo per me. Mi stringeva il polso con più forza di quella necessaria, non stavo nemmeno cercando di liberarmi e zampettavo in bilico sui tacchi dietro di lui.
Si fece largo tra la folla, ignorando molti Demoni che cercarono di fermarlo per fargli i complimenti sulla festa e tirò dritto. Aprì il portone d'ingresso e mi fece piombare dentro, nervoso, dopodiché lo sbatté.
Il polso mi pulsava e le spalle mi tremavano per il timore per ciò che avevo architettato alle sue spalle. Il gioco aveva sorpassato il limite e, seppure ci fossero tantissime coppie miste che danzavano sfrenate, avevo commesso l'errore di sfidare la gelosia di Asmodeus e la pazienza di Mammon. Avevo una gran voglia che mi punisse.
Ci avevo pensato per tantissimo tempo e tutte quelle fantasie, ogni volta, mi facevano eccitare.
Mammon mi guardò. Fu uno sguardo lungo, fisso, per intimorirmi e io abbassai gli occhi. Mi guardò avidamente, dalla testa ai piedi, finalmente, e mi stava rimirando come se stesse per saltare addosso a una preda indifesa. Il viso era teso, la mascella pulsava.
Ero stata ingenua a credere di poterlo infastidire senza conseguenze.
«Ma che ti è saltato in mente?» mi attaccò fuori di sé. «Ti sei messa in mostra davanti a tutti in quel modo, con la moglie di uno dei principi, per altro!»
«Sei arrabbiato perché mi sono divertita o perché gli altri ci stavano guardando?» gli chiesi, fingendo di non capire. «Perché non mi pare che ci sia scritto da qualche parte che non potessi parlare con qualcuno. Qualcuno con un briciolo di umanità.»
«Questa sera sei stata molto impegnata. Prima con Azrael, poi con Erith. Avresti ballato con tutti, ma non con me» sentenziò aspro e mi parve una cattiveria nei miei confronti.
«Non posso parlare con Azrael? Non hai detto niente, prima.»
«Vi ho lasciato la vostra intimità. Mi è parso che andaste molto d'accordo, molto più di noi due. Se te l'avesse proposto, se non fossi stato qui, saresti andata con lui?» mi domandò, espirando.
Mi sentii come se mi avesse appena dato uno schiaffo in pieno viso, mentre in verità non mi era nemmeno vicino. Non seppi perché, ma quella accusa mi ricordò tutti gli anni che avevo passato al Nido, dove ero io la ragazza facile, quella che era andata a letto con James Mordecai. Il fatto che lo disse lui mi ferì.
«Sei arrabbiato?»
Non rispose, ma poi lentamente annuì.
Avevo la bocca secca. In quello stato lui era una minaccia bella e buona. Era a quasi tre metri di distanza da me, con un balzo avrebbe potuto afferrarmi e sbattermi contro una delle colonne, piantarmi i denti nel collo e saziare la sua fame. Persino in quella penombra riuscivo a vedere Mammon con la bocca socchiusa, mentre si passava la lingua sui canini per alleviare il dolore.
«Mi dispiace. Ho visto Erith da sola e mi ha confidato che fosse gelosa di Julienne perché avrebbe passato la notte con Asmodeus e ho voluto aiutarla. Be', ho cercato di...»
La voce mi tremava. Mi stavo davvero giustificando con uno come lui?
«Ti guardavano tutti, Enola. Hanno messo i loro occhi su di te, ti bramavano. Potevo sentire i loro intenti. Ti sei messa in mostra e basta, non cercare scuse» ringhiò più forte.
Gonfiò il petto e si sistemò la patta dei pantaloni, i quali cominciarono a stargli fin troppo stretti, anche se mi parve impossibile.
«Oh, quindi credi che essere un pezzo di carne qualunque in mezzo a una mandria di animali carnivori mi piaccia?» commentai.
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The lantern
FantasyEnola Foster è il colonnello dell'Esercito dell'ordine demoniaco, una stirpe di Dominatori nati come soldati e addestrati per uccidere i Demoni selvatici senza pietà. In possesso dei suoi coltelli magici, insieme al suo Demone nero Lizbett, in una m...