Apro gli occhi come se fossi stata troppo sott'acqua e prendo un respiro enorme, mettendomi a sedere. Mi guardo le mani, uguali alle zampe di un gatto, con cuscinetti morbidi rosa e artigli argentei e ricurvi. Il fitto pelo mi ricopre le braccia e, anche se il tempo è rigido e nevica, non ho freddo. La coda mi si sbatte in faccia e provo un impulso irresistibile di morderla.
Salto in piedi. Mi sento benissimo.
Davanti a me, enorme, c'è un Mastino. Non so cosa sia un Mastino o perché mi faccia così paura, eppure lo fisso e cerco di annusarlo cauta. La sua aura è densa, nera come l'oblio, ma non è mio nemico e lo avverto. Mi avvicino piano e mi lecca il naso.
Faccio una risatina e struscio il viso contro il pelo ispido. Puzza proprio come un cane. Non mi piace.
Ai miei piedi c'è il cadavere di una ragazza. È piccola, o almeno lo è di fronte a me, con occhi vuoti e delle leggere lentiggini sul naso. Ha i vestiti sporchi di sangue e, anche se questo è ancora caldo e mi attira, l'olezzo disgustoso che proviene dal suo corpo mi fa storcere il naso.
Tocco il suo corpo. È morta. Non si muove.
Ha un braccio completamente in necrosi, anche se pare appena morta, la pelle coperta di squame e piccole bolle gialle. Ha una profonda ferita nello sterno aperta e il sangue le era uscito da ogni orifizio.
Il Mastino mi guarda paziente muovere i miei primi passi. Cosa sento? Fame.
Scatto all'erta. Una ragazzina corre fuori da un edificio abbandonato. È scalza, quasi nuda se non fosse per quel camice di carta che ha addosso, e si ferma appena ci vede. Il suo corpo intero trema. Avverto la paura aleggiare su di lei come se fosse una nuvola densa.
Penso: "Ora scappa. Se scappa la acchiappo." Ho voglia di rincorrerla.
Al contrario, corre verso di me e io indietreggio, nascondendomi dal mio creatore. È una giovane umana, il suo corpo è molto caldo, ma è diversa. Il suo sangue lo è: è anemica e devono averle fatto qualcosa perché è ricoperta di ferite e lividi. Ha un coltello in mano sporco di sangue non suo. Deve essersi difesa.
Ha dei disordinati capelli bianchi che le scendono sulle spalle a uccellino e occhi celesti.
«Enola...» borboglia lei, togliendo dei ciuffi di capelli mori dal viso della ragazza morta.
Enola. Sbatto gli occhi. Il nome mi dice qualcosa. La conoscevo? No. Non conosco nessuna Enola. Anzi, io chi sono? Quale è il mio nome?
Ci penso. Mi perdo tra i miei pensieri così tanto che non noto la ragazzina gattonare vicino a me. Allunga la mano. Fa per toccarmi e io alzo il braccio in difesa. Non so cosa ho fatto, ma lei cade a terra e si copre la gola con le mani, che in un secondo si sporcano di sangue.
Un impulso dormiente si sveglia. Mi sento come un predatore. I miei sensi si fanno più acuti e ogni filamento del mio corpo vibra e brucia. Voglio quel sangue. Il mio cervello punta solo a quello. Il resto del mondo crolla attorno a me, non esiste niente. C'è solo quel profumo buono. Quel colore rosso acceso. Quell'emozione ardente nel petto.
Mi acquatto a terra in silenzio e le giro intorno, aspettando il momento migliore e studiando da dove è meglio attaccarla. So già che voglio piantarle i denti in gola. Voglio farle davvero male. Perché? Non lo so. Ne sento solo il bisogno.
Faccio quasi per farlo, ma il Mastino si alza all'improvviso e si avvicina a lei, leccandola. Boccheggia con panico, senza parlare. Non può farlo, dopotutto le ho squarciato la gola.
Vorrei davvero bere e saziarmi, ma ho più paura di quel mostro enorme e mi sento pressata. Ha marchiato il suo territorio. La preda è sua.
La coda cade a terra e picchio la testa sul suolo, fermandomi e piagnucolando.
STAI LEGGENDO
The lantern
FantasyEnola Foster è il colonnello dell'Esercito dell'ordine demoniaco, una stirpe di Dominatori nati come soldati e addestrati per uccidere i Demoni selvatici senza pietà. In possesso dei suoi coltelli magici, insieme al suo Demone nero Lizbett, in una m...