Promessa

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"Assomigli al mio ragazzo."- la voce angelica di Louis sembrò solo un piccolo sospiro all'interno della stanza. Era spettinato, aveva gli occhi arrossati, e un fortissimo mal di testa non gli permetteva di focalizzarsi su niente. Sperava solo di non aver fatto qualche cazzata come suo solito. L'immagine di un ragazzo dai capelli lunghi lo fece subito pensare ad Harry, e il peso che da mesi si portava sul petto iniziava ad essere insopportabile.

"Il tuo ragazzo?"- domandò il riccio avvicinandosi lentamente al bordo del letto.

Erano le 8 di sere e il più grande aveva dormito tutto il pomeriggio, tra le lenzuola di Harry, come un bambino. Era doloroso vederlo in quelle condizioni, soprattutto perché il minore conosceva la versione felice di Louis, ed era decisamente migliore. Il suo sorriso riusciva ad illuminare anche gli spazio più bui e la sua risata era la melodia più bella che il riccio avesse mai udito. Addirittura aveva scritto una canzone pensando a quella risata e l'aveva intitolata golden.
In realtà non sapeva bene se l'avesse scritta proprio per lui o per se stesso, ma esprimeva al meglio la situazione e le emozioni che provavano entrambi.

Golden, golden, golden
As I open my eyes
Hold it, focus, hoping
Take me back to the light
I know you were way too bright for me
I'm hopeless, broken
So you wait for me in the sky
Browns my skin just right
You're so golden
You're so golden
I'm out of my head
And I know that you're scared
Because hearts get broken
I don't wanna be alone
I don't wanna be alone
When it ends
Don't wanna let you know
I don't wanna be alone

"Si chiama Harry ed è un idiota."- borbottò stropicciandosi gli occhi.

"E perché?"- rise incrociando le braccia al petto. Era bello poter parlare con serenità, anche se sapeva che Louis non era completamente in se. Gli era mancata così tanto la sua voce, e la piccola ruga che si formava sotto agli occhi, e anche l'odore di quella colonia che metteva sempre. Gli era mancato tutto, perfino quella stupida giacca di jeans che indossava in ogni occasione.

"Perché non capisce quanto lo amo."

Il cuore del riccio perse un battito, poi un altro, ancora un altro, e dopo qualche secondo si fermò. La stessa realtà intorno a lui si fermò, e l'unico suono udibile erano i respiri affannosi del più grande. Pronunciare quella frase era stato difficile, perché l'idea che Harry non capisse quanto contasse per lui era un tormento. Aveva paura che fosse colpa sua, che non fosse in grado di dimostrarlo abbastanza.

"E lo ami davvero?"

"Se questo non è amore, non so cos'altro sia."- alzò le spalle chiudendo gli occhi. "Vicino a lui tremo per quanto sono felice. Quando mi parla dei suoi libri preferiti, della sua musica, della fotografia, vorrei potergli comprare il mondo e tenere viva quella scintilla nei suoi occhi. Sono bellissimi i suoi occhi. E vorrei essere la persona che merita di avere al suo fianco e vorrei non vederlo mai soffrire.
È l'unico di cui mi importa davvero, l'unico che ha creduto in me fin dall'inizio e non è scappato difronte a tutti i miei problemi...non subito almeno."- una lacrima gli rigò il viso ed Harry non resistette più. Velocemente spostò la coperta e si mise affianco a lui, appoggiando la testa alla sua.

"Cosa fai?"- esclamò sorpreso non riuscendo ancora a mettere a fuoco le cose intorno a lui.

"Ah sei tu l'idiota."- sorrise accarezzandogli il viso.

"Harry?"- sgranò gli occhi, mostrando quanto le sue pupille fossero dilatate e coprissero quasi tutta la splendida tonalità di azzurro.

"Ti amo anche io Lou."- sussurrò sfiorando il suo labbro inferiore. "I came along, i wrote a song for you...and all the things you do and it was called yellow..."

TO BUILD A HOME } Harry&LouisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora