Un regalo speciale

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POV. ISABELLA

"Qui abbiamo un'anafora; nel verso successivo, invece, notiamo un'allitterazione..."
Annotai con la matita tutte le figure retoriche che riuscii a scovare.

Era un lunedì mattina. Per la precisione, il lunedì della settimana di Natale.
Era davvero incredibile pensare che fossi riuscita ad entrare e che, soprattutto, fossi ancora qui, in questa casa, con questi ragazzi fantastici.
Allo stesso tempo, era strano pensare che questo sarebbe stato il primo Natale che avrei passato lontano dalla mia famiglia e da Emma. Di solito, nonostante gli impegni universitari, riuscivo sempre a scendere dai miei per Natale, mentre il capodanno lo passavo solitamente con la mia amica.

"A proposito, devo ancora inviare il regalo di Natale ad Emma, appena finisco di studiare lo faccio."

Avvertii qualcuno scuotermi il braccio e tolsi uno degli auricolari.

"Ev, scusa, ero completamente immersa nella musica." mi giustificai.

Evandro ridacchiò.
"Lo avevo notato...che stai facendo?" chiese lanciando uno sguardo al libro sotto di me.

"Sto studiando per un parziale. Il professore mi ha dato la possibilità di sostenere lo scritto online, perciò, visto che in queste settimane non abbiamo chissà quante lezioni, vorrei fare un tentativo."

Evandro prese il libro in mano ed iniziò a leggere.

"'Il primo amore', Giacomo Leopardi.
Tornami a mente il dì che la battaglia
d'amor sentii la prima volta, e dissi:
— Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! — fece una pausa -
Che, gli occhi al suol tuttora intenti e fissi,
io mirava colei ch'a questo core
primiera il varco ed innocente aprissi. -mi guardò intensamente-
Ahi, come mal mi governasti, amore!
perché seco dovea sí dolce affetto
recar tanto desio, tanto dolore?
e non sereno, e non intero e schietto,
anzi pien di travaglio e di lamento
al cor mi discendea tanto diletto?
Dimmi, tenero core, or che spavento,
che angoscia era la tua fra quel pensiero
presso al qual t'era noia ogni contento?
È davvero bella questa poesia...e lunga!" fece una piccola risata restituendomi il libro.

"Sai che potresti fare quelle dirette in cui la gente legge i classici? Sei molto...convincente." scherzai spostando dietro l'orecchio una ciocca di capelli.

Cercai di calmare la mia agitazione causata dalla sua vicinanza e da ciò che era successo, inutilmente, perché già sentivo il cuore accelerare e le mani sudare.

"Magari se non dovesse andare con il canto, potrei provarci! -rise- Ma per caso ti ho disturbato? Se vuoi, vado via." disse alzandosi dal letto.

Subito lo acciuffai dal braccio e, dal sorriso che mi rivolse, sembrava quasi che non stesse aspettando altro che questo.

"Ma dai, certo che puoi restare, aiutami anzi!"

"Sai già che non ti sarò per niente utile, vero?" mi chiese alzando un sopracciglio.

"Potresti ascoltarmi, se ti va, tanto sono abbastanza avanti col programma." gli proposi.

"Benissimo. Allora cominciamo!"

Restammo due ore a parlare. Io ripetevo e lui mi chiedeva qualche informazione in più. Sembrava davvero affascinato dalla poesia. Lui diceva di no, eppure io come studente di lettere lo avrei visto molto bene.
Anche se la versione Evandro cantante era la mia preferita; infatti, quando andò in camera sua e tornò con la chitarra, cantando Intonaco subito dopo, mi brillarono gli occhi.

Persa nei tuoi occhi || EvandroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora