Questione di fiducia

690 31 9
                                    

POV. ISABELLA

"Ricominciamo. E cinque, sei, sette, otto!"

Iniziai a volteggiare da un lato all'altro della sala eseguendo degli chaînés; le braccia erano chiuse in prima posizione.

"Su, su! Più in alto, so che ne sei capace, Isabella." mi ordinò Montesso mentre facevo un grand jetè.

Era un classico martedì mattina. "Classico" nel vero senso della parola perché mi trovavo in sala con l'assistente della Cele.
Insieme stavamo preparando una delle cinque coreografie che mi erano state assegnate per la puntata di giovedì.
Da quando guardavo i daytime da casa e, in verità anche adesso, mi sono sempre chiesta perché i ballerini e i cantanti preparassero così tanti pezzi per la puntata se alla fine venivano fatti esibire una volta, massimo due. Questa domanda l'avevo posta ad Andreas, l'assistente nonché compagno della Peparini con il quale  avevo instaurato un bel rapporto, durante una lezione e mi aveva rivelato di non conoscerne il motivo nemmeno lui.

"Tutta fatica sprecata, in sostanza"

Ero felice di potermi allenare così tanto, in fondo ero davvero fortunata a vivere questa esperienza, ciononostante mi sarebbe piaciuto avere qualche ora in più per riposarmi.
L'unica pausa che mi veniva concessa era quella per pranzare, per il resto, dalle 8 alle 20, ero in sala.
La sera, infatti, tornavo in casetta stanchissima e non riuscivo nemmeno a concentrarmi sui discorsi degli altri.
Nonostante ciò, dopo quasi tre settimane, ero riuscita a legare con tutti ed era ciò che mi premeva di più.
Conoscevo il clima competitivo che c'era ad Amici, eppure speravo di non dover mai discutere con un membro di quella che ormai io chiamavo "famiglia".
Dello stesso avviso, però, non sembravano essere gli altri. Avevo assistito, infatti, a qualche discussione tra Arianna e Leonardo, trovandomi, poi, nelle vesti di paciera. Tra i due non vigeva decisamente un bel clima e, quando non litigavano, si ignoravano lanciandosi occhiatacce.

Terminai la coreografia in quinta e Montesso staccò la musica.

"Bene, Isabella, per me può bastare. A domani!"

Lo salutai e mi sedetti su una panca per togliermi le punte.
Fatto ciò, uscii dalla sala e, mentre percorrevo il corridoio, notai una figura fin troppo familiare.
Mi avvicinai di soppiatto e picchiattai con la mano la spalla della persona di fronte a me, la quale si girò subito.

"Isa, mi hai fatto prendere un colpo, non farlo mai più!" esclamò Evandro portando una mano sul cuore.

"Eva però pure tu! Ci cascate tutti sempre." ridacchiai.

"Sì sì, continua a ridere. Comunque, adesso che lezione hai?"

"Hip Hop con Andreas, tu?" chiesi interessata.

"Fra mezz'ora ho un'incontro con Anna, faremo una sorta di prova generale di giovedì."

Evandro, dopo un'iniziale esitazione, aveva scelto di essere seguito da Anna Pettinelli, la quale, sin da subito, lo aveva messo sotto, assegnandogli il doppio delle canzoni perché, a detta sua, come mi aveva riferito il ragazzo, "non bisognava perdere tempo." Ed Evandro non se l'era fatto ripetere due volte, andando a dormire persino alle quattro di notte pur di non deludere la professoressa. Spesso la sera gli facevo compagnia durante lo studio dei pezzi; fino a quando riuscivo a resistere, naturalmente.

"Va bene, allora ci vediamo per pranzo, in bocca al lupo con Anna!"

Evandro mi rivolse un ampio sorriso e mi rispose.
"Viva il lupo! Buona lezione, Isa."

Persa nei tuoi occhi || EvandroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora