12 Incubi

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Quella sera, tornato in stanza dopo aver dato la buona notte ad eri, rimasta in infermeria col professore, feci un sogno.

"Ancora non ci siamo izuku. Devi incrementare la tua forza o sarà stato inutile che ti abbia affidato quel quirk."

Un incubo che era anche un ricordo.

"Devi impegnarti se vuoi essere utile in battaglia!"

Le parole risuonavano nella mia testa.

"Devi fare di più! Sarai in grado di uccidere chiunque se riuscirai a svilupparlo a dovere."

Ancora ed ancora nella mia mente. Rivivevo quei dannati giorni. Un incubo dietro l'altro e pochi erano gli spazi in cui potevo respirare.

"Vieni qui a fianco a me, oggi ti mostrerò come uccidere davvero qualcuno."

Continuarono fino a che non lo sopportai più. Ero a pezzi io stesso, come il mio corpo anche la mia mente aveva raggiunto il limite. E il desiderio di ucciderlo iniziò a battere qualsiasi altro.

"Uhg ma cosa... Izuku no! Aaaah!!!"

Mi svegliai di colpo. Avevo rivissuto quel ricordo. Di nuovo. Il giorno in cui avevo ucciso mio padre, perseguitava ancora la mia mente. Davvero dovevo provare rimorso per quell'essere? No, non dovevo e mai lo avrei fatto. Era solo colpa di quel coglione che avevo sistemato qualche ora prima se mi ero ritrovato nuovamente a sognare il passato. Mi alzai per prendere un bicchiere d'acqua quando avvertii qualcuno fermo davanti la mia porta. La aprii e mi ritrovai bakugou davanti.

Izu: Cosa succede? Hai avuto un brutto sogno?

Lui senza badare molto, né al fatto che ero a petto nudo nè al fatto che il bicchiere d'acqua che avevo si era rovesciato cadendo a terra, mi abbracciò, così forte che sembrava avesse paura che io svanissi chissà dove.

Izu: Un incubo davvero pessimo se ti ha fatto comportare così.

Lui restò aggrappato a me per... Non so quanto. A dirla tutta, anch'io avevo bisogno di quel contatto quella sera.

Izu: Kacchan sono stanco, vorrei andare a dormire adesso.

Lui mi strinse ancora più forte. Non ne voleva sapere di lasciarmi andare. Sospirai tra il felice e il rassegnato.

Izu: Okay kacchan, puoi restare qui, ma andiamo a letto, va bene?

Alzò di poco la testa staccandola dal mio petto dove era affondata, mi fece cenno di sì con la testa e ci dirigemmo verso il mio letto.

Izu: Non hai voglia di dirmi cos'hai sognato?

Fece un cenno di negazione con la testa.

Izu: D'accordo, non importa. In fondo sono troppo stanco per ascoltare discorsi simili adesso. Ora dormi kacchan, vedrai che ora non avrai più incubi.

Lui chiuse gli occhi e si addormentò.

Izu: Buona notte kacchan. Almeno tu, fai bei sogni stavolta.

Dissi abbandonandomi di nuovo all'oscurità che invece avvolgeva il mio sonno.

la follia che ci unisce. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora