Out ta get me -Parte due-

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"Problemi in Paradiso?"

Emily si accigliò, non digerendo l'approccio spiritoso dello sconosciuto, "Chi sei?"

"Sono un amico di Izzy. Tu sei la sua ragazza?"

Rabbrividì al suono della parola "amico", tanto da sentirsi improvvisamente a disagio e estremamente infastidita.

"No," sbuffò e sul volto dell'uomo comparve un sorriso strano... perverso: un sorriso che ricordava quello dello Stregatto. Emily decise allora di tornarsene sui suoi passi per raggiungere gli altri all'interno. Lanciò via il mozzicone di sigaretta e si mosse lesta verso la porta di metallo per tornarsene dentro, ma , in quel preciso istante, una mano ruvida le afferrò il collo e un braccio le circondò la vita, impedendole di muoversi. Istintivamente lanciò un urlo e venne spinta con violenza contro lo stesso muro di mattoni su cui era stata appena appoggiata fino ad allora.

"Sta'zitta!" urlò e le afferrò i capelli nel pugno, sbattendole il viso contro i mattoni che rivestivano il muro. Si sentì stordita e piccoli punti neri le iniziarono ad annebbiare la vista. Il forte odore metallico del sangue la sopraffece, ma non sapeva nemmeno se provenisse dal naso, dalla bocca o dalla testa.

"Izzy dovrebbe saperlo che non si può lasciare una cosina come te qui fuori, tutta da sola. Soprattutto quando me lo deve..." sibilò con voce agghiacciante mentre la ferita iniziava a sanguinare copiosamente. Spinse la mano sporca sulla camicia tagliata di Em, toccando avidamente la pelle liscia al di sotto. La ragazza trattenne le lacrime mentre lui la toccava ovunque, incapace di reagire  a quelle mani che la facevano sentire sporca.

Una cosa aveva imparato durante tutti gli anni di abusi da parte del suo vero padre prima, e del patrigno poi: E' più facile e veloce, se non si lotta.

Proprio quando era in balia dei suoi ricordi, la porta sul retro si spalancò con una tale forza da sbattere contro il muro di mattoni.

Axl rimase per un momento fermo a osservarli, vagamente preoccupato, finché, notando la sorella singhiozzare, non si rese conto di cosa stava per davvero accadendo. Notò del sangue fresco che le colava dalla fronte e si irrigidì, serrando i pugni e gonfiando i muscoli delle braccia.

"Ma che cazzo...?!"

Axl afferò lo sconosciuto allontanandolo da Emily. Questo gemette quando colpì con il busto l'asfalto e il ragazzo gli fu addosso, colpendolo ripetutamente in viso con i pugni serrati.

Emily cadde in terra e si toccò la fronte con mano tremante. Quando tirò indietro le dita, notò il sangue tingerle i polpastrelli e provò a pulirselo sulla maglietta che lo sconosciuto le aveva strappato in più punti.

Voltò la testa proprio mentre la porta sul retro si apriva di nuovo, rivelando la presenza di Slash e Duff, che avendo seguito Axl fuori, erano finiti inconsapevolmente in quel casino.

"Emily?!" Gli occhi verde scuro di Duff si spalancarono, mentre il panico prese il sopravvento. Si inginocchiò vicino alla ragazza e le sollevò delicatamente il mento, in modo che lei lo guardasse. Il bel viso era pallido e gli occhi, di solito di verde brillante, erano opachi e gonfi di pianto mentre il sangue le colava lungo la fronte già livida.

"Che cazzo è successo?" domandò il bassista, guardando poi Slash che gli picchiettava contro la spalla.

"Duff, dobbiamo staccarlo da lì," affermò Slash, guardando Axl che continuava a sferrare pugni dopo pugni sulla faccia insanguinata dello sconosciuto. Era privo di sensi e giaceva disteso sul cemento sporco, con l'altro che incombeva su di lui.

"Fanculo! Lascia che lo uccida. Dobbiamo portarla via di qui," urlò, avvolgendo un braccio intorno alla vita di Emily per aiutarla ad alzarsi.

E tutto andò a puttane.

Think about you   -Izzy Stradlin- ( Traduzione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora