Giovedì, gennaio 1987
"Stai bene Oli? Sembri pallido... e sudato," chiese Emily mentre, divertita, osservava con un sopracciglio inarcato il suo miglior amico. Oliver la guardò sogghignando in risposta, nonostante si sentisse uno zombie.
"Sto bene. Penso che mi stia venendo la dannata influenza."
Emily si sporse e posò delicatamente il palmo sulla fronte del ragazzo, che effettivamente era caldo; segno inopinionabile che potesse essere per davvero febbre. Oliver istintivamente sorrise, osservandone i lineamenti del bel viso mentre lei ritraeva la mano.
Sedevano nel soggiorno immerso nel più completo disordine, nell'appartamento di Emily e, chitarra acustica in grembo, tentavano di lavorare su una nuova canzone. Volevano che fosse cruda ma semplice, perfetta per il loro disco di debutto.
I Simple Misconceptions avrebbero dovuto iniziare a registrare il loro primo album di lì a una settimana, ma avevano bisogno di più canzoni da aggiungere alla set list. Em e Oli erano i veri compositori della band, quelli perennemente sotto pressione... anche se ultimamente il chitarrista aveva rallentato il ritmo.
"Va bene, e se facessi il si minore, poi il sol, il re e il la?" disse Oliver provando gli accordi sulla chitarra acustica nera, ottenendo dall'altra un cenno di approvazione. Non voleva che si parlasse del suo aspetto orribile, tantomeno voleva concentrarsi sul suo stato di "malattia" o sentirsi in colpa per il recente uso eccessivo di roba.
"Va bene," mormorò Emily cercando la ritmica adeguata al riff che lui stava improvvisando mentre finalmente il tutto prendeva forma, sebbene mancasse ancora un testo vero e proprio.
Staccarono per un momento le dita dalle corde che pizzicavano le ultime note del ritornello, ed Emily adattò uno dei suoi testi in bozze alla nuova parte strumentale.
'What do you see, when you look at me? Don't cover my scars, let them bleed. Tell me, is this how we're, suppose to be? Well then I'm so, I'm so .... happy. '
"And we don't need rehab. Mmmm"
Qualcuno bussò alla porta e Oliver si offrì per andare ad aprire lasciando la chitarra in equilibrio contro la spalliera del divano mentre Emily prese il quadernino per buttar giù nuove idee, parole e frasi che le passavano per la mente.
Spalancata la porta, il ragazzo fu sorpreso di vedere Izzy immobile oltre la soglia con la solita espressione assente dipinta in viso.
"Che succede, amico?" disse senza però spostarsi di un millimetro da dove era, impedendo cosi all'altro di varcare l'ingresso dell'appartamento. Izzy sbirciò oltre Oliver notando Emily seduta sul divano.
"Axl è qui?"
"No, ma il biglietto che ha lasciato diceva che sarebbe tornato verso le quattro", rispose la ragazza voltandosi per un attimo verso il nuovo arrivato ancora fermo oltre la porta, prima di riportare l'attenzione sulle pagine scarabocchiate in grembo.
Izzy spintonò Oliver ed entrò, incurante dello sguardo di fuoco che l'altro chitarrista gli aveva lanciato prima di chiudere la porta, senza distogliere gli occhi dal nuovo arrivato intento ad avvicinarsi a Emily.
"Scrivi?" scherzò lasciandosi cadere pigramente sul divano di pelle. Le si sedette accanto, proprio nel mezzo tra dove era lei e dove sedeva l'altro chitarrista.
"Inizieremo a registrare la prossima settimana e abbiamo bisogno di altri pezzi da aggiungere," rispose totalmente ignara della tensione tra i due chitarristi, uno in piedi vicino al divano e l'altro seduto, comodamente appoggiato allo schienale con un sorrisetto stampato in faccia.
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Think about you -Izzy Stradlin- ( Traduzione )
FanfictionQUESTA STORIA NON è MIA, MA TRADOTTA CON IL CONSENSO DELL'AUTRICE @gunnsnrossesgirl TUTTI I DIRITTI DELLA SUDDETTA OPERA VANNO ACCREDITATI ALL'AUTRICE. Emily Bailey: Rockstar problematica, che si è trasferita a Los Angeles da Lafayette Indiana, per...