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Hoseok

Eravamo appena atterrati sul territorio americano, ed io ero rimasto l'unico sveglio, d'altronde erano passate ben 14 ore e di certo abituarsi al fuso orario sarebbe stato un po' difficile.

Nonostante fosse passato veramente tanto tempo, lì era ancora notte fonda e vedere le luci della città dall'alto era stato uno spettacolo meraviglioso.

Avevo sempre amato vedere tali panorami, fin da piccolo, infatti, i miei genitori - che ormai abitavano da moltissimi anni a New York - lavoravano sugli aerei e da bambino molte volte mi portavano con loro nei loro viaggi, così che vedessi il mondo proprio come loro.

In ogni caso, Jimin e Yoongi erano ancora addormentati, quindi gli diedi delle piccole pacche sulle spalle per svegliarli.
"Su ragazzi, dobbiamo andare, siamo arrivati a New York!" le prime parole cercai di sussurrarle, ma ero davvero estasiato di essere tornato a casa.

La mia terra originaria è la Corea del Sud, ma mi sento a casa qui, ho abitato negli Stati Uniti per così tanto tempo che la sento molto più come casa mia.
Inoltre i miei genitori, sapevano già da tempo della mia sessualità e non si sono mai fatti alcun problema, nel nostro bellissimo rapporto non era cambiato assolutamente nulla dopo quella notizia.

Ora che siamo qui infatti, mi piacerebbe molto passare da loro per presentargli Jimin, mi renderebbe davvero felice.

Fin dal primo momento in cui Yoongi l'aveva nominata infatti, non avevo discusso, perché ero felice di quella scelta (semplicemente perché avrei avuto la possibilità di rivedere i miei genitori) ma ovviamente il mio migliore amico mi è sembrato distrutto dopo tutto ciò che è successo con Namjoon e non riesco a sopportare il fatto che Yoongi abbia deciso di andare via solo per riflettere sull'argomento orientamento sessuale, perché i suoi genitori gli hanno detto di non volerlo più vedere finché sarebbe rimasto con Namjoon.

E anche stasera, quando ha posto quella domanda su di lui... Sembrava quasi che il suo cuore volesse uscirgli dal petto, mi era sembrato veramente preoccupato.
Inoltre il tono di Jungkook era stato veramente freddo, ma forse era leggermente comprensibile, il suo migliore amico aveva una ferita aperta nel suo cuore a causa di Yoongi, però.. Anche lui sta male, molto male per via di questo.

Spero solo che tutta questa situazione si risolva per il meglio e che questi due, se tanto si amano, ritornino insieme più forti di prima quando saremo tornati a Seoul.
Non sopporterei di vedere Yoon abbattuto ancora e ancora.

Pian piano comunque i due ragazzi aprirono gli occhi, e quando furono svegli dissi loro in modo scherzoso "Ce ne avete messo di tempo, eh principesse? Avanti, siamo rimasti ormai gli unici sull'aereo, svelti svelti."

Senza dire una parola, il mio Jimin e Yoongi si alzarono dai loro sedili, così riuscii a passare anche io - che avevo scelto di stare attaccato al finestrino - e finalmente, dopo aver passato un piccolissimo corridoio, arrivammo al portello dell'aereo e iniziammo a scendere gli scalini.

Il corvino però, dopo il primo scalino cominciò a tremolare e mi chiese "Scusami Hoseok, potresti... t-tenermi la mano?" se balbettava in quel modo c'era per forza qualcosa che non andava, gli presi la mano senza fiatare, ricordo bene il suo problema con l'altezza d'altronde e forse vedere che dietro le scale non ci fosse alcun supporto doveva averlo spaventato.

Arrivati alla fine delle scale, le nostre mani si separarono ed io presi quella di Jimin, che a fianco a noi ridacchiava.
"Hai ancora paura dell'altezza Yoon?" chiese il biondo in modo scherzoso, e il corvino gli disse "Ma che diavolo vuoi?" guardandolo male, probabilmente offeso da quella domanda.

*

Jimin

"Hey Yoon, ho già organizzato la tournée, iniziamo a metà maggio e l'ultima data è il primo luglio" dissi al corvino, avevamo passato una giornata a sistemare tutto ciò che avevamo portato nelle nostre stanze d'albergo, io e Hobi eravamo insieme, Yoongi in una stanza tutta per sé un po' distante dalla nostra, giusto due o tre porte più avanti.

Dopo aver finito, avevo effettivamente messo mano all'agenda elettronica che portavo sempre con me, facendo anche alcune chiamate nei vari teatri che avrebbero accolto Yoongi e la sua musica.

"Va bene" mi rispose lui distrattamente dopo qualche minuto, guardava un punto indefinito della stanza, aveva lo sguardo vuoto, vitreo.
Che stesse pensando a qualcosa? Era molto probabile.

"Va tutto bene?" domandai avvicinandomi al mio migliore amico,
"No" mi rispose chiaramente, poi fece un enorme sospiro.

Hobi si avvicinò a lui, proprio come avevo fatto io un momento prima, gli mise una mano sulla sua spalla cercando di confortarlo, senza nemmeno usare le parole ma solo facendo dei piccoli movimenti sulla sua schiena.

In effetti sembrava non avesse bisogno di parole di conforto, solo di qualcuno che stesse al suo fianco.
Di sicuro si sarebbe sfogato, guardai Hobi e i nostri sguardi si incontrarono, così entrambi facemmo sì con la testa, in un breve e quasi impercettibile movimento.
Aveva solo bisogno di tempo, ed entrambi eravamo lì per il nostro amico.

Yoongi

In quel momento la mia testa aveva proiettato un'immagine di Namjoon, chissà come sarebbe stato visitare New York con lui, girare non solo per le strade di questa enorme città, ma anche per tutte quelle in cui sarei stato durante l'intera tournée.

Chissà come sarebbe stato passare qualche mese insieme, dormire nello stesso letto senza avere impegni che ci facessero alzare la mattina presto, fare colazione nella hall di un albergo o addirittura usufruire del servizio in camera.

Sarebbe stato un sogno, che però non avrei mai potuto realizzare perché lui non mi voleva più.

Per tutto il giorno avevo dimenticato il telefono spento, così proprio in quel momento mi alzai dal letto in cui tutti e tre ci trovavamo e andai ad accenderlo.

Vidi giusto qualche messaggio e tra questi.. Il suo.
Quel che lessi fu "Mi manchi", due parole, due semplici parole che nel mio cuore provocarono del dolore, un 'crack', e da una parte la voglia di rispondere era tanta, così tanta che mi tremavano le mani, dall'altra l'orgoglio mi diceva di non farlo, di lasciarlo così, senza risposta.

"Ragazzi..." dissi con un tono quasi malinconico, poi gli passai il telefono.
"Che devo fare?"
I due, vedendo il messaggio, sorrisero, mentre io non sapevo se seguire la testa o il cuore.

"È carino" disse Jimin accennando un sorriso e Hoseok lo seguì "Già, è proprio carino", quindi non potevo fare altro che dire loro "Ma non vorrete mica scordarvi che è a causa sua che siamo qui a New York" e a quel punto abbassarono lo sguardo, "Hai ragione Yoon" risposero all'unisono i due innamorati.

Poi, lo sguardo di Jimin si illuminò, ma proprio in quell'istante bussarono alla porta della stanza, un uomo - rimanendo fuori - annunciò "La cena è pronta", così, messe le pantofole che ci avevano fornito, scendemmo tutti e tre nella hall per mettere qualcosa sotto i denti.

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