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Hoseok

Io e Jimin in macchina eravamo preoccupati perché ci stava mettendo davvero molto Yoongi, e con tutta la gente che c'era quando è entrato non si vedeva nulla, perciò decidemmo di staccare gli occhi dalle vetrate del locale e pensare un po' a noi, avevamo preso infatti a chiacchierare e scherzare per alleggerire la situazione.

Dopo almeno un'ora però sentimmo la porta del negozio aprirsi di scatto e Yoongi che correva con un'espressione in volto che di certo non sapeva di felicità.
"Hey Yoon!" lo chiamai preoccupato, affacciando dal finestrino dell'auto, forse con Namjoon non era andata bene.

Così tanto che il moro doveva aver dimenticato che eravamo lì ad attenderlo in ogni caso, positivo o negativo.
Yoongi per fortuna, sentendomi la seconda volta, alzò la testa e venne verso di noi.

Vidi le lacrime sul suo viso e mi si strinse il cuore a vederlo in quelle condizioni, "Che cosa è successo Yoon? Entra in macchina, calmati un attimo e poi racconta su" gli dissi, con un tono pacato per provare a renderlo almeno un po' più tranquillo.

"Mi.. Mi ha rifiutato" disse semplicemente il corvino, sospirando dopo tanti forti singhiozzi.
"Cazzo... Tutto mi aspettavo ma non questo" continuò, e aveva finalmente smesso di piangere, però adesso sembrava davvero nervoso, arrabbiato, frustrato.

Rimase qualche istante in silenzio, poi disse "Jimin, Hoseok, torniamo in aeroporto?" era come una richiesta d'aiuto la sua, però Jimin si girò verso di lui sentendo quelle parole e disse "Dopo tutto il lavoro che ho dovuto sbrigare? Sul serio? Vuoi ancora fuggire?"

E Yoongi rispose secco "Sì, è ciò che voglio fare", io ero alla guida perciò tutto ciò che feci fu mettere in moto.
"Hobi che stai facendo?!" mi disse Jimin "Sei diventato stupido pure tu?!", io però non risposi, continuando a far muovere l'auto.

"Pronto? È con te che parlo Jung Hoseok" disse ancora il biondo, sempre più frustrato, e allora gli dissi "Non sono stupido, sto solo facendo il mio lavoro" e dal piccolo specchio intravidi Yoongi fare un impercettibile e timido sorriso.

Jungkook

Mentre stavo camminando per arrivare al negozio, vidi l'auto di Hoseok, al cui interno stavano il proprietario, Jimin e Yoongi, e quest'ultimo sembrava avere il viso secco per le lacrime.

Mi avvicinai a loro, poi quando Hoseok mi vide si fermò subito, ed io domandai "Dove state andando? E perché Yoongi piange?"
Era dal matrimonio che non li vedevo, e di certo la prima visione che volevo non era quella.

Jimin, con un tono acido che mai avevo sentito da lui, mi disse "Fatti gli affari tuoi Jungkook, e anzi riferisci al tuo capo che è un idiota", "Che cosa è successo?!" chiesi ancora, ora più preoccupato visto che avevano messo in mezzo Namjoon.

Il più pacato dei tre mi rispose "Yoongi ha provato a tornare con lui, ma Namjoon non ha voluto, quindi è scappato in lacrime" e Jimin lo fulminò con lo sguardo, mentre Yoongi sembrava essergliene infinitamente grato.

"Se riesci a far cambiare idea a Namjoon sei un grande Jungkook" disse ancora Hoseok, e a quel punto io mi allontanai per entrare subito in negozio.

"Namjoon-ah!" urlai appena lo vidi, era con la testa posata sul bancone, Jin davanti a lui, in totale silenzio e con uno sguardo che trasudava tristezza.
"Nam! Ho appena visto Yoongi andare via in macchina con i ragazzi, sembrava distrutto. Che avete combinato?"

Ma nessuno dei due sembrava voler dare fiato alla bocca.
"Namjoon! È con te che parlo dannazione! Vuoi dirmi cosa sta succedendo? Cosa è successo nella tua testa? Perché lo hai rifiutato? Speravi così tanto di rivederlo, sei forse stupido?"

Dopo quelle parole, almeno Jin cominciò a parlare al posto del capo.
"Jungkookie bentornato" disse, venendo ad abbracciarmi, ed io ricambiai quell'abbraccio ma mi stacci quasi subito.

"Scusami Jin, grazie per l'abbraccio ma ho davvero bisogno di sapere cosa sta succedendo" gli dissi, volevo davvero capire il perché di tutta quella situazione.
Appena arrivato non mi aspettavo di sicuro tale tristezza e silenzio.

Un istante dopo entrò un cliente e finalmente Namjoon si alzò di botto in piedi.
La prima cosa che notai fu un segno rosso sul suo viso, più rosso di tutto il resto visto che sembrava aver anche pianto e visto che le lacrime dovevano essersi ormai asciugate.

Si ricompose in un attimo e cominciò a camminare verso l'uomo, che a guardarsi poteva avere circa una cinquantina d'anni, totalmente il tipo di cliente che ci siamo sempre aspettati di accogliere sia io che Namjoon nei nostri sogni.

Non andò molto lontano però, perché io sentivo il bisogno di parlare con lui, così lo bloccai sul posto e girandomi verso Seokjin gli dissi "Potresti servirlo tu? Io vorrei parlare con Namjoon".

"Certo, nessun problema!" rispose Jin, stampandosi sul volto un sorriso cordiale, che giusto un attimo prima non esisteva completamente.

Seokjin

Mi è sembrato giusto avvicinarmi al cliente per aiutarlo, semplicemente perché Jungkook, essendo il migliore amico di Namjoon e anche il co-proprietario, meritava di sapere cosa era successo in sua assenza.

Era stato abbastanza difficile gestire il negozio in due, o addirittura da solo quando magari Namjoon stava troppo male - che fosse fisicamente o mentalmente - per alzarsi e venire qui, ma almeno quest'ultima situazione era stata davvero molto rara.

Mi diressi verso l'uomo, che subito mi domandò "Problemi di cuore? Non sembra in perfetta forma il ragazzo", ma erano cose di Namjoon, non mi andava proprio di parlarne con un estraneo.
"Scusi signore, sono affari personali. Adesso vorrei sapere, cosa desidera?"

"Ah certo, non volevo sicuramente intromettermi. Comunque, avete qualcosa degli Aerosmith? Sa, mia figlia ed io andiamo matti per questo gruppo incredibile" disse l'uomo ed io sorrisi automaticamente, era carino quando i clienti davano spiegazioni di quel genere, che in qualche modo centrava con l'affetto per qualcuno.

"Certamente, da questa parte" risposi, "Sono sicuro che piacerà a entrambi".

Dopo qualche istante, arrivammo nella giusta corsia ed io presi il vinile e lo passai all'uomo, descrivendoglielo, e rimanemmo a parlarne per cinque minuti buoni, poi l'uomo si decise finalmente ad acquistarlo, così ci dirigemmo alla cassa.

Nel frattempo buttai un'occhiata in giro per vedere dove si erano cacciati i due, e notando che non si trovavano lì nel negozio, dedussi che forse erano nel retro.

Quando l'uomo uscì, raggiunsi i due, dalla porta del retro infatti arrivavano le voci dei due, fortunatamente non troppo forti. "Ok, adesso potete uscire, non c'è più nessuno" dissi, e i due mi seguirono nuovamente all'interno del locale, senza discutere.

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