Estate 2015, Bucharest.
Il sapore di tabacco si alterna al sapore del vino bianco in cartone nella mia bocca. Bucky non fuma. Non so se abbia mai fumato. Forse durante la guerra, non lo so. Certo è che una sigaretta accrescerebbe il suo fascino, che su di me ha un effetto non solo di desiderio carnale, ma anche e specialmente emotivo. Non saprei bene spiegarlo. È la prima volta che provo questo per una persona. Per Bucky, sento il bisogno di averlo vicino a me, per il benessere di entrambi. Jon era diverso. Con Jon era più una relazione basata su di lui, sul suo raggiungimento del piacere. È stato lui ad introdurmi al rito del fumo. Forse perché anche a me conferisce quel non-so-ché che affascina le persone. Non sono sicura, però, che il suo intento sia stato per farmi fare meglio il mio lavoro, per sedurre meglio i soggetti da colpire, per servire meglio l'Hydra o unicamente per un suo tornaconto personale. Crescendo, vivendo un'altra relazione, da pari, tutto il passato acquisisce un altro aspetto, un altro significato. Ma per fortuna, tutto quello che è stato non ha più senso o importanza. Conta solo il qui e l'ora.
Bucky sonnecchia, con la testa sul mio petto e stringendomi con la sua nuda mano di vibranio, che si scalda al contatto col mio corpo, nudo anch'esso, e vivo. Il suo respiro è profondo. È sereno. Non ha paura né preoccupazioni per la testa. Probabilmente, anche lui ha per me un desiderio non solo carnale, ma anche fisico. Gli carezzo la testa, seguendo con la mano i suoi capelli. Siamo felici. Non abbiamo bisogno di altro. Pensare che ora l'amore ha un altro significato. Pensare che ora anch'io posso goderne. Pensare che ora la mia vita è completamente diversa. Pensare che ora so cosa voglio veramente. Per me. E per lui. Fa ridere pensare che siamo due armi letali e potentissime... che in questo momento sono vulnerabili. Sorrido al pensiero.
Quasi come se avesse percepito quel minuscolo movimento delle mie labbra, Bucky si scuote, leggermente. Capisco che si è appena svegliato. Infatti, poco dopo, alza la testa e mi guarda, con gli occhi appena socchiusi. Sorride.
-Devo essermi appisolato - dice.
-Sei crollato quasi subito - rispondo, continuando a sorridere.
Dò un altro tiro alla sigaretta, ormai arrivata al mozzicone. Subito dopo, prendo il posacenere sul pavimento vicino al materasso e la spengo. Torno ad accerezzargli i capelli, ripensando a quello che c'è stato tra noi poco prima, sorseggiando anche un po' di vino dal cartone. L'esplosione che ha seguito la nostra unione, il nostro respiro profondo sincronizzato, il nostro essere due persone diverse ma allo stesso tempo una sola. "Vorrei che questo momento restasse per sempre."-
"Caro Steve,
Alcuni ricordi tornano ad essere sempre più nitidi, giorno dopo giorno. Mi ricordo l'odore del caffè che mia mamma preparava la mattina, quando fuori era ancora buio e tutti gli altri in casa dormivano. Mi ricordo il chiasso che facevano i miei fratelli quando giocavano o più semplicemente quando parlavano tra di loro, sovrapponendosi, urlando. Mi ricordo la sensazione che mi dava l'abbraccio di mia madre. Sto ricordando chi ero e chi non sono più. Io sono James Buchanan Barnes. Io ero il Soldato d'Inverno. Anzi, io sono il Soldato d'Inverno, ero James Buchanan Barnes. No, io sono Bucky. Magari invece, sono il Soldato d'Inverno. No, no. Io sono Bucky. Non ho un passato. Non ho nessuna provenienza. Magari non ho neanche un nome. È frustrante sapere di essere tre cose contemporaneamente senza esserne neanche una fino in fondo. Sono James Buchanan Barnes, di Brooklyn, sono il Soldato d'Inverno, arma dell'Hydra... sono Bucky... un uomo profondamente confuso. Se non ci fosse lei, probabilmente sarei ancora più confuso. Se non ci fosse lei, non riuscirei davvero a dormire, tormentato da quello che ho fatto. Cerco di scavalcare ricordi di massacri e tragedie che io stesso ho causato e che mi distruggono, per provare a raggiungere quelli di quando avevo una vita abbastanza tranquilla. E in questi ricordi tu sei un protagonista. Mi manchi, amico mio. Sono con te fino alla fine."-
Luogo sconosciuto, 1980.
-Grazie... per quello che mi hai detto.
Il sangue mi cola dalle tempie, dalle orecchie, fino a rigarmi il collo e macchiarmi la divisa da prigioniera. Ho un occhio gonfio, probabilmente viola (ho visto ferite del genere e le ho anche inferte) e che sento pulsare di altro sangue vivo sotto la pelle. Labbra spaccate, naso sanguinante rotto. Costole rotte. Bruciature su tutto il corpo. Mal di testa, nausea, voglia di crollare dal sonno... probabilmente ho una commozione cerebrale. Ma non posso addormentarmi, devo stare sveglia. Ci sono troppe cose in ballo. Il senso di colpa per aver parlato mi dilania dentro. Ma se non avessi parlato, il Soldato sarebbe morto. E probabilmente, sarei morta anch'io a furia di pestaggi. Lui è in ibernazione, al momento. Almeno così dice Riccardo.
-Con il tuo aiuto riusciremo a salvare molte vite e forse riusciremo ad arrestare qualcuno. Peccato che in Italia la pena di morte non ci sia... sarebbe stato divertente vedere qualche corpo senza testa.
Eccolo lì, davanti a me, sotto la luce di un lampadario umile che pende dal soffitto di questo luogo sconosciuto, che sembra una cella all'interno di un posto importante, magari anche sotterraneo.
Si accende una sigaretta.
-Grazie a te, il Soldato vivrà. E anche tu vivrai. Ma siete in arresto. Non potrete andarvene. Il governo italiano ha bisogno di voi due, delle vostre risorse, dell'opportunità che portate. Siete troppo preziosi. Nelle mani dell'Hydra sareste sprecati. Qui potrete veramente fare un buon lavoro. Per il bene della comunità.
"Quando mai gli è importato del bene della comunità?"
Alzo la testa penzolante, con uno sforzo che sembra quasi disumano. Lo guardo con l'occhio buono.
-Morte ai traditori - riesco a dire. L'Hydra non concede pietà.
-Tu hai appena parlato. Lui ha parlato. Non siete migliori di me. Se uccideranno me, uccideranno anche voi. Perciò sì, morte ai traditori.-
La nausea, come sempre, non mi dà tregua. Mal di testa, nausea, mal di testa, nausea, mal di testa, nausea, vomito, vomito, vomito, vomito... e così via, ininterrottamente. Questi sono i momenti in cui il Vuoto si fa sentire di più. Non riesco neanche a stare sdraiata sul letto, sia per il malessere e perché quella piccola branda sembra troppo grande senza di lui. In più, per placare il mal di testa, non posso spegnere la luce perché al Raft dev'essere sempre accesa, per permettere alle guardie di controllarti meglio attraverso le telecamere. Non mi possono dare del ghiaccio perché "chissà cosa ci fai". Come se dei piselli surgelati avessero il potere di infrangere il vetro infrangibile della cella più del vibranio che si intreccia con ogni cellula del mio corpo.
Allontano il secchio in cui ho vomitato. Poggio la schiena al muro e mi siedo sul pavimento, guardando fissa le telecamere agli angoli della cella, quasi come per voler sfidare e raggiungere lo sguardo di chi in questo momento mi sta osservando attraverso un monitor.
Mi chiedo se anche questa prigionia faccia parte del piano di Riccardo. Se il suo piano sia veramente quello che mi ha detto e se sia stato sincero, almeno per una volta. Scuoto la testa, cercando di togliermi dalla mente anche solo il dubbio. Ovviamente non è così. Ma non so perché. Non vedo perché sia venuto a Bucharest a cercarmi, lo stesso giorno in cui Bucky è stato catturato. Non vedo perché mi abbia portato a Berlino per incontrare Iron Man. Non vedo perché gli convenga che io sia qui dentro, per qualsiasi cosa abbia in mente di fare. Ma una cosa la so. Non ha interesse in Bucky. Lui, se deve avere interesse per qualcuno, quella sono io. Lo ha già fatto in passato.
Un rumore di passi mi riporta alla realtà.
-Ehi, ragazzina - dice Stark, sedendosi dall'altra parte del vetro sul pavimento.
-Salve.
-Sono qui per aggiornarti su Barnes.
Lo guardo, mi avvicino.
-Barnes è con Steve Rogers. Sono partiti con un jet all'aeroporto di Lipsia-Halle e sono spariti.
Mi rilasso. "Se Steve è con Bucky, lui è al sicuro."
-C'eravamo tutti quanti a quell'aeroporto. Divisi, sfasciati da una stupida impuntatura. Quelli che erano con loro ora sono qui, nell'altra stanza, in arresto.
-Almeno ha avuto il contentino.
Silenzio. Con una mano si tocca gli occhi. Poi di scatto la toglie.
-Chi è Zemo ?
Questa domanda mi spiazza. "Zemo? Chi è? Cosa c'entra con Riccardo?". Mi aspettavo, appunto, domande su chi c'è dietro, su dove possano essere scappati Steve e Bucky. Il tutto si fa sempre più confuso.
-Non lo so.
-Non ti credo. Me lo hai detto l'altra volta che c'è qualcuno dietro a tutta questa storia, che ci sta usando come marionette. Ed è venuto fuori che siete davvero innocenti e che a Vienna non era Barnes, ma questo Zemo.
-Se sono innocente perché sono ancora in cella ?
-Perché questo lo sappiamo solo io te, in questo momento. Ho disattivato l'audio delle telecamere, non ci sta sentendo nessuno. Mi servi ancora per un po' e se sei in una condizione di non poter rifiutare tanto meglio.
-Non so chi sia.
Silenzio.
-Sai cos'è successo a Barnes? Te lo hanno detto?
-Non credo queste siano cose da rivelare a un prigioniero.
Silenzio. Inizia a toccare il suo orologio e poco dopo la porta della cella si apre e il vetro si ritrae nella parete sulla destra.
-Vieni con me. Aiutami a risolvere questa situazione.
Io non mi muovo di un centimetro.
-Barnes è stato ipnotizzato da questo Zemo, che si era spacciato per lo psichiatra che avrebbe dovuto fargli la valutazione psicologica appena arrivato a Berlino. È riuscito a mandare in blackout il sistema e in quel momento di buio e di allarmi, lo ha ipnotizzato per avere delle informazioni segrete dell'Hydra e per creare attraverso di lui un diversivo per la sua fuga. Così infatti è stato. Ora sappiamo che sta andando, oppure che è già arrivato, in Siberia.
Ora, tutto mi si chiarisce.
-I super soldati - dico. Riccardo vuole distruggere gli Avengers utilizzandoli... e magari non si limiterà agli Avengers.
-Esatto. Almeno, questo è quello che dice Rogers, che dice Wilson. Ho appena parlato con lui. Rogers e Barnes sono andati a fermare Zemo.
Silenzio.
-Zemo, chiunque lui sia, non lavora da solo. Cose del genere le sanno solo chi ha avuto a che fare con l'Hydra in prima persona. E io so chi è che sta dietro questo.
-Chi?
Esco dalla cella, mi metto davanti a lui e lo guardo negli occhi.
-Riccardo Maina. Ex arma dell'Hydra, ex agente del governo italiano... e, se vogliamo, mio padre.
-E cosa vuole?
-Vedervi uccidere tra di voi.
Silenzio.
-Vieni con me - mi dice. Lo seguo.-
Eccomi con un nuovo capitolo! Molto enigmatico e che dà poche risposte ma molte domande... chissà, magari le risposte arriveranno molto presto! Sto saltando pezzi della storia che tutti noi sappiamo perché sono nel film. Perciò se a volte sembrano esserci dei buchi è per questo.
Ho voluto prendermi qualche giorno in più per scrivere perché al momento sto lavorando molto e non riesco a stare al passo e fare le cose per bene. Il prossimo, se riesco, arriverà lunedì. Vi tengo aggiornati.
EggWoman1
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Il Vuoto dopo il Tutto. || Bucky Barnes
FanfictionSeconda parte della trilogia del "Tutto". Prima parte:"Il Nulla prima del Tutto". Ambientato durante "Capitan America: Civil War". "Torno a casa la notte alle due. La polizia se ne è andata. C'è silenzio e nessuno è per strada. Entro nel palazzo. O...