Capitolo 10.

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Luogo sconosciuto, 1980.

Il sangue si è seccato sulla mia pelle, sul viso, sulle braccia e addirittura sulla divisa. Le macchie sul corpo stanno cominciando a tirare e a prudere. Sono legata alla mia sedia da settimane, nella stessa stanza. Non posso grattarmi, non posso pulirmi... non riesco ad alzare la testa. Non mi nutrono, non mi danno sostegno medico... che poi nel mio caso basterebbe un po' di ghiaccio. Invece no, c'è l'intenzione di mantenermi in queste condizioni, ma non so bene il perché. È da sei settimane, dall'interrogatorio in cui ho parlato che mi tengono così.
Non riesco a non pensare al fatto che ho tradito. Non riesco a non sentirmi in colpa per aver dato informazioni segretissime a Riccardo. Non riesco a sopportare il fatto che sia stata piegata. Non sono invincibile. È la prima volta che mi rendo conto di non essere perfetta. La componente umana in me, che ho sempre saputo esserci, ma che fino a quel momento era il mio punto di forza, ora è diventata difetto. Mi odio. In questo momento vorrei morire. Vorrei che entrasse Riccardo con un fucile carico e che mi sparasse in testa così tante volte da imbrattare la parete dietro di me del mio sangue e cervello. Ho tradito. Sono una traditrice. Morte ai traditori. Ma ho dovuto farlo. Se non avessi parlato, avrebbero ucciso il Soldato d'Inverno, nonostante abbia parlato anche lui. Anche lui è stato piegato. Per lui è forse stato più semplice, basta l'ipnosi. E Riccardo sa come fare. Non so perché abbia a cuore così tanto il Soldato, ma è così. Forse, lo sento vicino in questo momento, tenuti entrambi in ostaggio e in condizioni pessime. Lui è in ibernazione, in attesa della decisione sul suo conto. Oppure questa è già stata presa. E forse non per il meglio. Anche se non so quale possa essere per lui il meglio. Spero che stia bene. Spero che non lo abbiano ucciso. Spero che sia vivo e che sia riuscito a scappare da questo posto. E se è morto, spero sia stato rapido e indolore. Spero che non lo abbiano torturato troppo e che in questo momento non stia come me. Anzi, gli auguro di essere morto. L'Hydra lo avrebbe ucciso comunque. L'Hydra ucciderà anche me.
L'Hydra otterrà quello che vuole. E l'Hydra vuole Riccardo. Lo vuole, a tutti i costi. Ci sono progetti per lui, anche se ha tradito in passato. Non hanno più bisogno di me e del Soldato d'Inverno. Tra qualche anno creeranno un gruppo di super soldati, in Siberia. Stanno già preparando il tutto. Il siero in questo momento viene preparato in America, dallo SHIELD. Cioè, dall'Hydra. E Riccardo farà parte di questo gruppo, di quest'armata, che lo voglia oppure no. Succederà. E una volta successo, non avranno più bisogno né di me e né del Soldato d'Inverno. Siamo spacciati.
Riccardo ora lo sa. Gliel'ho detto io.
Credo che lo sospettasse. È per questo che ci ha catturati, torturati e interrogati. È per questo che ci ha adescato. Si è nascosto dietro la farsa del terrorismo politico italiano per raggiungere i suoi obiettivi. Lui pensa solo a sé stesso. La nostra missione era catturarlo, riconsegnarlo all'Hydra perché venisse preparato a questo grande progetto. Ma Riccardo ha troppo da perdere in questo momento. Ha una famiglia, una moglie, dei figli, una vita. Ma nessuno può sfuggire al teschio rosso. E lui lo sa. È per questo che ha agito. È per questo che sono qui. Si sta difendendo.
Sento la porta della stanza aprirsi e chiudersi. Vedo l'ombra di Riccardo avvicinarsi a me. Con una mano, mi afferra i capelli e mi tira su la testa, per permettermi di vederlo in faccia.
-Non hai una bella cera - commenta, con un sorriso. Mi lascia i capelli e la mia testa cade a peso morto.
-Sono state prese delle decisioni. Verrai lasciata andare, ma verrai tenuta d'occhio. Sarai il nostro contatto all'interno dell'Hydra. Che ti piaccia o no, farai il doppio gioco. Tra poco arriveranno alcune persone che ti porteranno nella cabina di ibernazione, in cui ti rimetterai in sesto. Poi ti daremo vestiti, una nuova identità e aspetteremo che l'Hydra venga a prenderti. Nel tuo braccio destro verrà impiantato un localizzatore. Così sapremo dove sei e cosa fai continuamente.
Detto questo, si piega verso di me e mi sussurra all'orecchio:
-Ma non prendiamoci in giro: io e te sappiamo benissimo cosa ti succederà nel momento in cui ti prenderanno. "Morte ai traditori". Del resto, se stanno lavorando a quello che mi hai detto tu, non avranno più bisogno di te.
Si ritira su. Riesco a vederli le scarpe, lucide e nere. Dentro di me, il pensiero di questa prospettiva mi lascia completamente senza speranza. Non mi perdoneranno. Mi uccideranno. E festa finita. Lo so io, lo sa lui. Ma me lo merito.
-Ora so cosa vorresti sapere. Cosa succederà al Soldato d'Inverno? Ha parlato anche lui, ha contribuito a far trapelare queste informazioni, no? Beh... diciamo che il Soldato ha contribuito indirettamente.
Alzo leggermente il collo. Dalle scarpe, riesco a vedergli le caviglie.
-Ti conosco. So che senza un valido motivo la tua stessa vita per te non ha significato. Saresti morta per salvare mamma Hydra. Avevi bisogno di essere spronata a parlare. E sapevo che, dato che eravate insieme nella missione, avevate stabilito un contatto prima di agire. E quindi che avevi iniziato ad amarlo. È inevitabile, nella tua natura. Ho dovuto convincerti che sarebbe morto, se tu non avessi parlato. E così, hai parlato. Dopo molte torture, ma hai parlato.
Silenzio.
-Il Soldato d'Inverno non è mai stato catturato. È stato messo KO in quell'albergo. Lo hanno recuperato lì.
Silenzio.
-Strano come funzionano i sentimenti umani, no?

-

Siamo su un jet che si sta guidando da solo. Io e Tony Stark siamo seduti una di fronte all'altro. Lui ha gli occhi fissi sul cellulare. Io, invece, guardo dal finestrino. L'ambiente esterno completamente bianco mi fa capire che siamo quasi arrivati in Siberia.
Durante il viaggio gli ho raccontato tutto, di Riccardo, di Bologna, dell'armata dei super soldati, della Siberia. Dell'innocenza di Bucky. Gli ho raccontato della prigionia in Austria, della reclusione a Bucharest. Della mia gravidanza e del fatto che pensavo di non poter concepire, dopo l'ultima volta. Del vibranio nel mio corpo.
-Sarebbe bello averti tra i nostri... una volta finito il tutto - ha commentato.
-Ho combattuto per tutta la mia esistenza.
-Sì, è vero. Ma questa volta saresti libera di avere una vita oltre il lavoro. Non una vita tranquilla e stabile, ma pur sempre una vita. E una famiglia.
Non so bene a chi si riferisse parlando di "famiglia". Ma la prospettiva di avere una vita non in esilio e alla luce del sole dove poter far crescere un bambino mi piace. "Dopotutto, è quello di cui avrei bisogno".
Uno scossone mi fa capire che stiamo per atterrare. Tony alza lo sguardo.
-Vuoi un consiglio? La perenne espressione da incazzata non ti si addice. Dovresti provare con altre emozioni. Non dico la felicità, ma l'indifferenza potrebbe fare al caso tuo.
-Non sono incazzata.
-Beh, le rughe scavate sulla tua fronte dicono il contrario.
Con una mano mi massaggio la fronte, per rilassarla e magari togliermi di dosso l'espressione di cui parla. Lui si alza e apre una valigetta che era sul sedile accanto al suo. Se la poggia al petto e questa si apre e aderisce al suo corpo, sempre di più, diventando una vera e propria armatura. Tony Stark, davanti a me, diventa Iron Man.
-Maria... - dice lui, con la testa ancora non coperta dal casco -... credo sia meglio che vada prima io. Ci sarà anche Rogers e... beh, abbiamo dei conti in sospeso. Non voglio che la tua presenza venga vista come una minaccia. Non sappiamo ancora se Barnes si ricorda di te. Lo capisci, vero?
Annuisco e mi rimetto a sedere. Un altro scossone mi fa capire che siamo atterrati definitivamente.
-In ogni caso, non rimanere sul jet. Mi farebbe comodo avere un aiuto a terra.
-La seguirò senza dare nell'occhio, signor Stark. Sono brava in questo.
-Sì, potrebbe andare.
La porta del jet si apre e un freddo tagliente come un pugnale entra fin dentro i miei vestiti. Mi è stata data una divisa nera, alla mia scarcerazione. Ho una "A" bianca sulla spalla destra. È una divisa della Vedova Nera, l'ho vista in alcune foto. Stark si avvicina a me e mi passa un fucile nero super accessoriato.
-Presumo che tu sappia come usarlo.
Lo afferro, scendiamo dal jet ed entriamo nel quartier generale siberiano abbandonato. La porta è aperta, qualcuno è già entrato. Bucky e Steve? Zemo? Riccardo? Lo scopriremo. In ogni caso, chiunque sia entrato non è il solo a nascondersi lì dentro. In quel luogo, un'armata di super soldati è ibernata, o forse è già stata scongelata e pronta a combattere. Forse sono nascosti. Forse ci stanno osservando in questo momento e tra un minuto attaccheranno.
Arriviamo in questo corridoio pieno di porte di metallo che sembrano aprirsi solo con dei codici di accesso. Infatti, sulla destra di ogni porta è presente una tastiera con dei numeri. Le porte sono così tante che il corridoio sembra infinito. C'è odore di polvere, di chiuso e di sporco. Chissà quanti anni sono che qui dentro non entra più nessuno.
Stark si ferma e si gira verso una porta a destra.
-Rilevo due figure oltre questa porta - dice Stark. Si gira a guardarmi. Io annuisco, capendo che vuole che rimanga qui a sorvegliare l'ingresso o l'uscita della stanza. Con le mani, separa le due ante della porta di metallo e entra. Io mi appoggio al muro, tenendo il mio fucile in mano. Cerco di non farmi vedere, ma al contempo spio aldilà della porta. Ed eccoli lì, Bucky e Steve, uno con un fucile e l'altro con lo scudo, in posizione di difesa. Appena vedo Bucky, il cuore mi fa un sussulto nel petto. Ma rimango immobile.
-Mi sembri un po' sulla difensiva - dice Iron Man, andando verso i due. Steve si allontana da Bucky e va verso Tony, piano piano abbassando lo scudo.
-È stata una giornataccia - commenta Steve.
-Riposo, Soldato, per ora non dò la caccia a te - dice Tony a Bucky, che continua ad avere il fucile puntato su di lui.
-E perché sei qui? - chiede Steve.
-Beh, la tua storia può non essere assurda... forse. Ross non sa che sono qui, vorrei che non lo sapesse. Altrimenti dovrei arrestarmi da solo.
-E richiederebbe parecchie scartoffie. È un piacere vederti, Tony.
-Idem.
Una mano si posa sulla mia bocca, improvvisamente, un braccio sul mio collo e una puntura mi buca la gola. Non faccio in tempo a gridare che perdo i sensi, ma prima riesco a fare in tempo a vedere chi è stato a drogarmi: Riccardo.

-

Che ne pensate? :)
Nuovo capitolo la prossima settimana.
EggWoman1.

Il Vuoto dopo il Tutto. || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora