Questa mattina è stata da corsa in solitaria. Infatti non mi pento di essermi allontanato da loro, per qualche ora. Avevo bisogno di qualche momento da solo. Sono partito all'alba, forse qualche minuto prima. E mi sono goduto il sorgere del sole sull'acqua del fiume, in qualunque posto ci troviamo in questo momento. Siamo in Europa dell'est, ma non so bene dire quale sia la nazione. Forse Romania, forse in Ungheria. So che siamo al confine. Non saprei dire di preciso quale stato stiamo occupando. La nostra scelta è stata dettata dai boschi, dalla pioggia e da un fiume. E dalla consapevolezza di essere vicini Maria, ma non troppo nei suoi paraggi. Ci nascondiamo, osservandola. Abbiamo nascosto il Quinjet con i pannelli retroriflettenti in mezzo agli alberi. E ora ci viviamo dentro. Fino a quando non cambieremo destinazione, domani. Non restiamo in un posto per più di 48 ore. Siamo arrivati ieri, ripartiremo domani.
Ho corso non so per quante ore, ormai. Dalla posizione del sole (lo intravedo tra le foglie e i rami degli alberi), direi che è passato mezzogiorno da un po'. "Forse è meglio tornare dagli altri", penso. Quando arrivo là, vedo Sam intento ad inventarsi un pranzo, raccogliendo ciò che il luogo e la natura gli offrono in questo momento (qualche pesce del fiume e qualche ghianda) Natasha e Wanda parlano, guardando qualcosa che Natasha sta tenendo in mano. Sembrano preoccupate.
-Che succede? - chiedo, avvicinandomi. Poi lo vedo.
-È il mio telefono? - chiedo, sorpreso. Non l'ho mai sentito suonare in questi mesi. D'altronde, nessuno mi ha chiamato anche perché nessuno ha il mio numero, da quando sono in fuga. Ho comprato un cellulare nuovo e una nuova sim, intestandola a un certo Carl Carson*, d'invenzione di Sam.
-Steve... - dice Natasha rivolgendomi quei suoi occhi verdi preoccupati.
-Ti ha chiamato - dice Wanda, non altrettanto preoccupata, ma comunque nervosa.
All'improvviso mi si raggela il sangue nelle vene, con un'unica consapevolezza: una sola persona ha il mio numero.
-Cosa?
-Sì, Steve. Hanno chiamato - commenta Sam, guardandomi con un'aria preoccupata.
-Avete risposto? - chiedo, già immaginandomi la risposta.
-No, non abbiamo risposto. Era troppo rischioso. Se è un trucco per rintracciarci e magari... - dice Nat.
-Non può esserlo stato - taglio corto e prendo il telefono dalle sue mani. Cerco tra le chiamate ricevute e spicca un solo numero. È il suo numero.
-Ha bisogno di noi.
-Steve, non puoi saperlo - dice Sam, mollando tutto e venendo verso di me.
-C'è un solo modo per scoprirlo.
Premo cosi il verde.
Ma quando risponde al telefono, mi rendo conto che quella non è la sua voce. Non è la voce di Tony, malgrado quello fosse il suo numero, quello che gli avevo dato io con un telefono nuovo, facendoglielo arrivare con FedEx.
È la voce di qualcun altro.
-Ha bisogno di noi.-
Ciao a tutti ragazzi! Non me la sono passata bene in questo periodo, vogliate scusarmi per il ritardo.
Ecco l'ultima parte del "Vuoto dopo il Tutto"! A presto con la "Pienezza del Tutto". Seguitemi per scoprire quando verrà pubblicata!
*colta la citazione?
EggWoman1
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Il Vuoto dopo il Tutto. || Bucky Barnes
FanfictionSeconda parte della trilogia del "Tutto". Prima parte:"Il Nulla prima del Tutto". Ambientato durante "Capitan America: Civil War". "Torno a casa la notte alle due. La polizia se ne è andata. C'è silenzio e nessuno è per strada. Entro nel palazzo. O...