13: Nos vamos

41 6 4
                                    

- Hey... - le sussurrò Maca, svegliandosi al contatto con Zulema. - Tutto ok la tua telefonata? - le chiese con aria assonnata.

- Sì, ho un po' di cose di cui parlarti. -

- Zulema, quando fai così sei preoccupante, davvero! - esclamò protestando, voltandosi e dandole la schiena.

- Bionda, guardami.-

Maca sbuffò, ma si voltò di nuovo a guardarla, contrariata da tutta quella segretezza.

- Due cose, bionda. Ascoltami bene perché è molto importante. La prima: nessuno deve sospettare che stia succedendo qualcosa. Qualsiasi cosa succeda, non dobbiamo dare adito di pensare che stiamo tramando qualcosa. La seconda ed è direttamente correlata alla prima: Sierra sembra essere diventata la regina del fottuto carcere, credo controlli il traffico di droga. Mentre ero ai telefoni l'ho vista circondata da tirapiedi che facevano il palo. Erano principalmente tossiche, ma c'era anche Julia con le sue compagne di cella. Non erano di certo li per ammazzarla di botte, tutt'altro. Non mi piace, sta avendo troppa influenza e non è normale. Ha bisogno di una lezione, ma al momento non possiamo permetterci di fare passi falsi. - concluse, guardandosi intorno ed assicurandosi che nessuno stesse origliando quella conversazione.

- Zulema, cosa succede? Me lo dici? -

Zulema si guardó nuovamente intorno e quando fu assolutamente certa che non ci fosse nessuno in cella, le sussurrò all'orecchio.

- Ce ne andiamo. -

Poi le morse il lobo, impedendole di replicare e si allontanò, appostandosi all'uscita della cella per osservare il corridoio.

Maca non si mosse, continuando a fissarla con aria sconcertata ed incuriosita dall'alto del letto.

Zulema se ne accorse e si voltò, facendole l'occhiolino, per poi concentrarsi nuovamente sulle dinamiche della marea gialla.

Ancora non aveva un piano, ma qualcosa si stava muovendo e sapeva che il Professore non avrebbe rischiato di mandare Marsiglia in carcere per comunicarle quelle cose. Perciò, doveva essere la verità, stavano davvero escogitando qualcosa per farle uscire da Cruz del Norte. Di nuovo. Sembrava una barzelletta, cazzo!

Aveva provato a pensare che Marsiglia fosse stato catturato ed obbligato dalle autorità a fare quel colloquio con lei, fingendosi ancora in contatto col Professore. Ma Zulema sapeva che una persona come lui era troppo leale per mettere in atto un comportamento simile.

Doveva per forza essere tutto vero, anche se ancora non riusciva a vederci troppo chiaro e, soprattutto, non aveva alcuna voglia di affidarsi tra le mani di quell'infame traditore.

Nel frattempo, però, l'unica cosa da fare era prendere tempo, sopravvivere e contenere Sierra. Se era vero quello che sospettava, che aveva stretto un accordo di collaborazione con la polizia per estorcere informazioni su Raquél ed il Professore, per lei e Macarena la vita in quel luogo sarebbe diventata davvero difficile.

- Hey, araba! - le urlò Maca dal letto.

Zulema si voltò con aria interrogativa.

- È la verità? -

La mora non fece in tempo a rispondere, perché in quel momento entrò Sierra in cella, seguita da un paio di tossiche palesemente in astinenza.

- Sareste così gentili da uscire? - chiese la rossa, con un tono che non ammetteva repliche.

Ma né Zulema né Macarena si mossero. Rimasero in silenzio, osservandola.

- Beh? Siete sorde? -

No tengo miedo a llorar (sequel di -No me jodas-)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora