15: Ya no hay nada que perder

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Più di un mese dopo.

Era passato più di un mese da quando Marsiglia era venuto a farle visita in carcere. Un mese di guerriglia spietata e di rappresaglie continue. Da quando avevano incastrato Sierra, chiudendola in cella e facendola beccare in pieno spaccio, non c'era stato un giorno di pace.

Le guardie avevano deciso di lavarsene le mani. In fondo, se avevano messo la rossa nella loro cella, era perché si distruggessero a vicenda, quindi, perché intervenire?

Dal canto suo, Palacios, che aveva fatto un patto con Sierra in cambio del tentativo di estorsione delle informazioni di dove si trovassero Raquél ed il Professore, stava iniziando a sentirsi un po' in colpa. Vedeva che Sierra non riusciva ad ottenere niente e che l'unica conseguenza era una violenza continua all'interno del carcere. Nello stesso tempo, si sentiva incapace di fermare tutta quella spirale di vendette.

Nel frattempo, il pancione di Macarena aveva continuato a crescere ed entrambe cominciavano a chiedersi se mai Marsiglia sarebbe tornato in visita o il Professore avrebbe fatto sapere qualcosa. Non che si fidassero, stavano elaborando un piano di riserva, ma che per essere messo in atto necessitava che il Professore cercasse davvero di farle evadere, anche se ancora non avevano idea di come lo avrebbe fatto. 

Ma poi, finalmente, il giorno tanto atteso arrivò. 

- Zahir, hai una visita. E' il tuo avvocato. - le disse Millàn, affacciandosi in cella durante un pomeriggio stranamente tranquillo. 

Zulema saltò giù dal letto, ormai quasi completamente guarita dai recenti infortuni, strizzò un'occhio a Macarena e seguì la guardia carceraria fino al luogo delle visite. Come sospettava, era lui. Marsiglia. Un sorriso le si dipinse sul volto nel vederlo, doveva essere vero che il Professore si fosse pentito. 

Si sedette di fronte all'omone, attivando il microfono e squadrandolo attraverso il vetro, ma aspettando che fosse lui a prendere la parola per primo. Lui, però, per un lungo momento non disse nulla, osservandola in silenzio. 

- Che?! - le disse lei, confusa da quel comportamento. 

- Il Professore è pronto per mettere in atto il piano per la vostra evasione. - disse lui, lapidario. 

- Ok. - rispose lei, scuotendo il capo. - Quindi? Che si fa? Giochiamo a chi è più bravo a fare il misterioso? - 

- No. Il Professore ha deciso di non rivelarti nessun dettaglio, scoprirai tutto a tempo debito. Ma ha bisogno che tu faccia la tua parte. - 

Zulema gli scoppiò a ridere in faccia. 

- Cos'è, uno stupido tentativo di incastrarmi di nuovo? Non posso sapere niente ma "devo fare la mia parte?" Andiamo, cerca di fare il serio, perché mi basta un cenno per interrompere questa conversazione e mandarvi tutti a fanculo. - 

- Il Professore non ha nulla da perdere. Tu sì. O stai alle regole, oppure no. Decidi. - 

Zulema lo fissò per un momento, estremamente contrariata, ma si sforzò di ricordarsi che quella era la migliore possibilità di uscire da quel fottuto carcere che avevano in quel momento ed il tempo stringeva: il pancione di Macarena cresceva a dismisura, così come l'odio di Sierra. 

- Avanti, parla. -

Lui annuì e continuò a spiegare: 

- Domenica sera, poco dopo il cambio di turno delle 18, succederà qualcosa. - Zulema roteò gli occhi, ma non lo interruppe. - Esattamente alle 19. Il Professore ha bisogno che ci siano meno guardie possibili a Cruz del Norte a quell'ora. - 

- E quindi che? Cosa dovrei fare? - 

- Trovare un modo per ridurre l'organico del turno che inizia alle 18, entro 19. - 

No tengo miedo a llorar (sequel di -No me jodas-)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora