Chapter 6

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~ apparenze ~

"Ugh... che dolore..." disse Yachi alzandosi dal letto.
Si sfregò gli occhi e mise le ciabatte.
Un rumore le fece voltare il capo verso il comodino.
Lèsse sul display del cellulare il nome 'Hinata'.
Prese il telefono e rispose sedendosi sul letto.
"Pronto?" Disse ancora assonnata.
"Hey Yachi! Come stai? Qui c'è anche Kageyama che vuole salutarti!" Disse Hinata mettendo il viva voce.
"Hey Yachi" salutò. "Buongiorno Kageyama! E ciao anche a te Hinata!" Rispose l'altra.
"Come mai non sei a scuola?" Chiese il corvino. Yachi spiegò che si era svegliata da pochi minuti e con un gran mal di testa, e che oggi sarebbe rimasta a casa.
Kageyama la salutò tornando al suo posto.
Hinata le disse di attendere, spiegandole che sarebbe andato in bagno per poterle parlare privatamente.

"Bene ora che sono solo... ti ricordi di cosa è successo ieri?" Chiese Hinata.
"Non proprio, forse le cose maggiori, non molto i dettagli però." Il rosso propose di andare a casa sua dopo le lezioni, in modo da poterle spiegare ciò che era accaduto.
La bionda annuì, invitando però lui a casa sua.
"Va bene, allora appena esco da scuola vado a casa, mangio e vengo da te, ok?" La ragazza rispose positivamente.
"A dopo Hinata!" Salutò prima di mettere giù la chiamata.

'Aspetta un attimo... ma oggi non c'era uno sciopero dei professori?' Pensò Yachi.

Il rosso uscì dal bagno, notando che nessuno era nel corridoio.
"Cappero!! È già suonata!!" Si maledisse correndo zoppicante verso l'aula.
"MI SCUSI IL RITARDO ERO IN BAGNO." Urlò inchinandosi.
"Hinata boke... non c'è nessuno perché non è ancora suonata." Gli disse Kageyama bevendo un sorso del suo cartone di latte.
"Dovresti guardare prima di parlare sai?" Uno sbuffo provenne dal rosso.
"Da che pulpito Bakeyama." Disse sottovoce per non farsi sentire.

"Kageyama... non ti sembra strano però? Nessuno è ancora qui e ormai è ora." Il viso dei due si impallidì dopo che ebbero ragionato.
"Oggi... oggi non c'era..." i due urlarono.
Un uomo corse nell'aula.
"Kageyama? Hinata? Che fate qui?" Era Takeda, il professore responsabile del club di pallavolo.
"Takeda-sensei! Oggi..." il professore -dai capelli e occhi marroni con occhiali- rise.
"Non c'era scuola oggi! Probabilmente avete trovato aperto a causa mia!! Scusate se vi ho confusi!!" Spiegò inchinandosi per chiedere scusa.
"Ma no Takeda-sensei! Siamo stati noi a dimenticarci dello sciopero!! Non si scusi!" Gli disse Hinata.

I due salutarono il professore, il quale ricambiò, uscendo poi da scuola.
"Kageyama! Andiamo a giocare a pallavolo?" Chiese emozionato. Ricevette uno sguardo dal corvino.
"Dove vorresti andare scusa?" Chiese.
"Tu non preoccuparti e seguimi!" Disse prendendolo per mano iniziando a correre verso una meta sconosciuta.
Non notò però le guance arrossate del più alto a quel tocco.

Arrivarono dopo un po' davanti ad un boschetto.
"Beh?" Chiese spazientito Kageyama.
"Lo vedi che stai solo alle apparenze? Guarda un po'..." disse Hinata prima di spostare una sorta di tendina di foglie, rivelando un prato verde con solo qualche albero che faceva ombra, fiori delicati e alcune canne che contornavano un piccolo laghetto.
Kageyama era scioccato.
"Ma... quando è come hai trovato questo posto?!" Chiese stupefatto.
"Diciamo che avevo fatto tardi nel tornare a casa e pioveva! Ho dovuto trovare una soluzione ed ecco qui!" Spiegò il rosso grattandosi la nuca. 
"Qui possiamo giocare quanto vogliamo!! Disse al più alto.
Da lì iniziò un allenamento che durò praticamente quattro ore, dalle otto e trenta del mattino alle dodici e trenta.

"Boke hai fame?" Chiese Kageyama.
"Certo! Mangiamo? Ho una fame che potrei divorarti!!" Scherzò Hinata.
"Certo... con le tue gambe potresti a malapena prendermi e pensi di potermi mangiare?" Stuzzicò l'altro prendendo un boccone dal suo bento. 
"Ah?! Kageyama vuoi vedere che con le mie gambe riescono a prenderti?!" Disse avvicinandosi al corvino, il quale, una volta ingoiato il pezzo di cibo e messo giù il bento, si mise a 'scappare' da Hinata.

Passarono dieci minuti a rincorrersi, fino a quando entrambi non esaurirono le energie.
"Visto? Non... riesci nemmeno... a prendermi..." affermò Kageyama riprendendo fiato.
Hinata però aveva già recuperato le forze e in men che non si dica, con un balzo saltò su Kageyama atterrandolo del tutto.
"E tu che dubitavi di me, eh Kageyama?" Provocò il più basso avvicinandosi al viso di Kageyama, il quale si era fatto di un rosa/rosso più visibile.
Un ghigno si formò poi sul suo volto.
"Lo ammetto, sei stato bravo boke, ma pure prevedibile." Disse prima di ribaltare le posizioni, finendo sopra al rosso, il quale -rassegnato dal fatto di non potersi liberare dalla presa del ragazzo- si trattenne al massimo delle sue forze per non trasformarsi dall'emozione.
"Ottima mossa K-Kageyama... davvero non me la sarei mai aspettato!" Era una bugia. Hinata lo sapeva benissimo. Aveva previsto tutto, dato che i suoi sensi erano un sacco più sviluppati. 
Aveva sentito uno spostamento d'aria e avrebbe potuto spostarsi.

Ma non lo aveva fatto. Lui in qualche modo -molto probabilmente era l'istinto a parlare e a farlo 'ragionare'- voleva quel contatto.

Entrambi i loro volti erano rossi e Kageyama non si era nemmeno accorto di essere ancora sopra al rosso, a cui quella posizione non dispiaceva affatto.
In quel momento Hinata poteva vedere da vicino quegli splendidi occhi blu che aveva sempre visto seri e cupi.
Ora però erano più accesi, brillanti. Avevano qualcosa che non avevano mai avuto quando stava con qualcuno. Avevano una scintilla.

Per Hinata quegli occhi erano come una droga. Aveva capito di amare Kageyama, non gli servivano altre prove.

Da quando gli alzava i palloni per schiacciare, a quando non capivano qualcosa di compiti nonostante fossero fermi su un esercizio da venti minuti.
Da quando Kageyama si disperava perché il latte alla macchinetta era terminato -quindi come un bimbo viziato si portava dietro Hinata nel negozio più vicino per comprarlo- a quando gli arruffava i capelli per aver fatto una ricezione giusta.

Per Hinata, in tutte queste cose, era presente una cosa comune: per Hinata,  Kageyama in quei momenti era sempre adorabile e stranamente, lo vedeva sempre sorridere.

Il suono del cellulare distrasse il rosso, che -dopo aver sbuffato e maledetto mentalmente chiunque fosse dall'altro lato per aver interrotto quel momento-  staccò gli occhi da quelli del corvino per rispondere, aspettando prima che Kageyama si fosse alzato da sopra di lui.

"Pronto?" Dei respiri veloci provennero  dall'altro lato. Prima di rispondere Hinata controllò il nome di chi lo aveva chiamato. Era Yachi.
"H-Hinata aiuto!! Non so che fare!! A- a quanto pare mi sono trasformata MA NON SO COME!! Ti prego vieni qui subito!! So che mancano ancora venti minuti al nostro incontro, ma te ne prego!! Sto andando in panico!!" Spiegò rapidamente.

"Oi boke... chi è?" Chiese Kageyama riprendendo a mangiare il suo bento come se non fosse successo nulla.
"Natsu..." mentì al ragazzo rispondendo con il primo nome che non fosse quello di Yachi.

"ok sta calma. Qui c'è anche Kageyama e gli ho detto che sei mia sorella. Quindi se parlerò strano sai il motivo. Ora l'unico consiglio che posso darti è di stare calma ok? Arriverò il prima possibile." Disse sussurrando osservando di tanto in tanto Kageyama per evitare di fargli origliare la conversazione, chiudendo la chiamata.
"Kageyama... io devo tornare a casa, Natsu ha avuto un piccolo problema è ha bisogno del mio aiuto. Scusami tanto!!" Si inchinò e scappò il più velocemente possibile, sperando di non arrivare a casa dell'amica e trovarla morta dal terrore e dal panico.

Arrivo sotto la finestra della sua camera e si arrampicò rapidamente entrando, trovando Yachi raggomitolata a terra che respirava profondamente.
Era una lupa di dimensioni più piccole rispetto alla forma lupo di Hinata, aveva il pelo folto e biondo, gli occhi marroni, le zampe snelle e le orecchie più piccole e rizzate in su, con del piccolo pelo più chiaro sporgente dall'interno di esse.

"Yachi non spaventarti sono io!" Disse non appena vide la ragazza girarsi impaurita.
Si tranquillizzò più di prima, tornando però a deprimersi.
"Yachi. Devi solo imparare a controllare questa forma, non c'è nulla da temere ok? Ci sono qui io a darti una mano. In più non sei alpha, quindi non puoi perdere il controllo come me. Ora focalizzati sul pensiero di voler tornare umana." Spiegò lui.
La ragazza si concentrò e dopo due minuti tornò umana.
"Perfetto. Ora prova il contrario! Pensa di voler tornare lupo ok?" La ragazza annuì, prese un respiro profondo e si concentrò.
In poco tempo diventò la stessa lupa di prima e si guardò le zampe incredula.
"È-è più facile d-di quanto mi
a-aspettassi..." balbettò ancora leggermente scioccata.
"Visto? Se ce l'ho fatta io, per te è una passeggiata! Bravissima Yachi!" Disse accarezzandole il collo.
Tornando umana, istintivamente abbracciò Hinata, che la prese e ricambiò il gesto.
"Sei il fratello che non ho mai avuto... grazie Hinata..."

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