Chapter 10

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~ L'alpha della profezia ~

Era passato un mese da quanto Hinata si era "scontrato" con Railgun.
Le sue ferite erano ancora in via di guarigione.
"Forza Hinata veloce. Dobbiamo andare da Suga e Daichi!!" Disse Yachi felice di poter rivedere i due ragazzi.
"Stai calma Yachi, arrivo subito." Avvisò lui, mettendo via nello zaino le ultime cose.

Arrivarono dopo una camminata all'ospedale e, ormai conoscendo la strada, si avviarono verso la stanza.
Bussarono.
A differenza dell'altra volta, il 'avanti' di Daichi si sentì più forte.
"Ragazzi! Vedo che state meglio!" Salutò Hinata.
"Già! E voi? Tutto bene? Vi vedo leggermente spossati..." disse Sugawara con il suo solito sorriso.
"Oh no no!! Solo qualche verifica di troppo! Nulla di che" si affrettò a rispondere Yachi.
"Capisco... con gli allenamenti invece?" Parlò Daichi.
"Procede tutto normalmente. Ennoshita ha temporaneamente preso il tuo posto, spero non ti dia fastidio?" Disse la bionda al capitano.
"Figurati, mi fa molto piacere che riesca a dirigere la squadra. Dopotutto sarà lui il capitano quando noi non ci saremo."
Spiegò fluidamente il moro.
"Vedo che state veramente bene!! La terapia sta funzionando a quanto pare!" Disse felice Hinata.
"Già! Solo qualche muscolo ancora indolenzito. Per il resto va tutto benissimo, ora riusciamo persino a parlare decentemente!" Spiegò Suga ridendo.
I due erano sollevati, e alla notizia della dimissione dei due tra qualche settimana li rese ancora più felici.
Dopo del tempo passato a chiacchierare, un dottore entrò dentro la stanza dicendo di dover fare dei controlli a Suga e Daichi.
Hinata e Yachi colsero l'occasione per salutare e andarsene, anche perché era ormai sera.

Una volta usciti dall'ospedale chiacchierarono mentre tornavano a casa.
"Sono così felice! Finalmente li dimetteranno!!" Disse contenta Yachi.
Il rosso annuì contento, tornando a guardare dritto davanti a sé subito dopo.
'Per oggi va bene così... Yachi è felice, Suga e Daichi stanno per essere dimessi... però non è ancora finita... devo farla pagare a quel bastardo...' pensò Hinata guardando il cemento del marciapiede.
Dopo una camminata silenziosa, Yachi si fermò.
"Bene Hinata! Casa mia è qui, ci vediamo domani!" Disse distraendo il rosso dai suoi pensieri.
"Certo! A domani!" Disse salutandola.

Nel frattempo, dai due fratelli, Carlos si tormentava da qualche ora.
"Hey Keza... ti posso chiedere una cosa?" Disse Carlos avvicinandosi alla sorella.
"Dimmi pure" il piccolo si girò verso la luna.
"Perché quella notte hai detto ad Hinata di stare alla larga da altri se la luna è piena? Ho capito che è un alpha, ma di solito le situazioni sono controllabili anche se i poteri aumentano, io e te ne siamo la prova essendo due alpha..." Chiese chiudendo gli occhi.
"Ho avuto una sensazione strana appena ho visto Hinata per la prima volta.
L'aura che emanava, non era quella di un semplice alpha. Era più potente. Più pura.
Mi spiace non potertelo spiegare meglio, ma non riesco a descrivertelo." Carlos si voltò per la seconda volta.
"Non vorrai dire che quella leggenda..." iniziò lui.

"Credo di sì. La leggenda narra che se un alpha emana un'aura strana da non poter descrivere è molto probabile che colui che dimora nelle costellazioni, ovvero Okamitsuki, il Lupo della luna, abbia donato a quell'alpha una parte dei suoi poteri, rendendolo una creatura del cielo infernale." Spiegò Keza.
"Cielo infernale?" Ripetè l'altro confuso.
"Il cielo infernale è quella parte di spazio costituita dalle burning star ovvero le stelle che bruciano.
Questo cielo è quello che separa notte e giorno, tramonto e Alba.
È come una via di mezzo tra il sole e la luna." Continuò Keza.
Il fratello, ancora abbastanza confuso, rielaborò le informazioni per poi formare con la bocca una 'O'
"Quindi quell'alpha di cui raccontava sempre mamma... è tornato... ed è... Hinata!!" Affermò stupito Carlos.
La sorella annuì.

"Esatto. Hinata... è ora il nuovo alpha dei cieli."

Era notte e un messaggio fece vibrare la tasca del ragazzo -il quale stava camminando sulla strada che lo avrebbe portato a casa- facendolo sobbalzare un pochino.
Era sua mamma che gli aveva scritto chiedendo quale tipo di pasto avrebbe preferito una volta a casa.
Stava per rispondere, quando un fruscio nei cespugli gli fece voltare la testa, cambiando il colore dei suoi occhi marroni in gialli.

Pochi secondi dopo, cinque lupi lo accerchiarono.
Erano i sottoposti di Railgun.
'Il capo ti aveva dato una scelta o sbaglio?' Chiese retorico uno.
"Cosa volete da me?!" Urlò Hinata trasformandosi in lupo.
'Ti avevamo detto di tenere la guardia alta, invece sei qui come un povero lupacchiotto impaurito!! Consegna a Railgun le tue terre e sottomettiti a lui e vedrai che saremo tutti quanti in pace.' Ordinò uno.

L'aria che prima era piena del silenzio della notte, si riempì in un secondo di ringhi di cani e lupi.
'Se non ve ne andate sarò costretto a fare una cosa che non ho intenzione di fare. Via dalla mia vista. Ora.' Esordì Hinata guardando minacciosamente coloro che aveva intorno.
Senza preavviso, uno di loro gli saltò addosso, venendo scaraventato qualche momento dopo da un'altra parte.
'Credi davvero di spaventarci in questo modo? Non sei come il nostro capo! Lui è- hey! Ma che?!-' disse uno bloccandosi non appena vide Hinata guardare in alto.

La luna era piena.
Hinata era cambiato.
Era diverso. Più grande.
Il petto, le zampe, la punta della coda e il muso erano cambiate, assumendo un colore bianco latte.
Il pelo era sempre arancione, ma più folto.
Gli occhi erano gialli, ma sfumavano in un rosso sangue intenso.
La forza, la velocità, l'agilità, i sensi di Hinata. Tutto di lui si era potenziato o migliorato.

'Vi do anche io una scelta. Restate qui e morite, oppure andatevene via.'
Disse minaccioso.
'P-pensi davvero di p-poterci tener testa d-da solo!!? S-sei senza e-esperienza!! Un l-lupo che n-non sa nemmeno combattere!! N-non ci f-farai nulla!!' Balbettò uno.
Gli altri tre rimasti -quello scaraventato da Hinata era ancora a terra a cercare di riprendere fiato dalla botta che aveva preso finendo contro un albero- deglutirono rumorosamente osservando gli occhi del lupo farsi più rossi di prima.

'Ve lo ripeto. State qui e venite uccisi, oppure, dato che non sono una così cattiva persona, scappate da un'altra parte e non vi fate più rivedere.'
Disse tenendo lo sguardo verso il basso.

Le sue parole non furono sufficienti a convincere quelli che Hinata chiama idioti.
In quattro attaccarono Hinata, il quale -riaprendo lentamente gli occhi ormai color rosso- subì l'attacco, uscendone però illeso una volta che i quattro lupi si staccarono con il fiatone convinti di averlo ucciso.

'Grosso sbaglio miei cari lupetti~' disse con voce differente Hinata.
Con uno scatto finì sopra al primo lupo, azzannandolo alla gola e uccidendolo.
Quando altri due si avvicinarono, Hinata li atterrò con le due zampe anteriori graffiandoli e accecandoli, finendoli poi poco dopo.
L'ultimo che era rimasto in piedi tentò di scappare.
Fece la fine dei suoi compagni quando Hinata gli morse la gola.
Quello ancora a terra invece era già morto da solo.
La botta che aveva ricevuto quando Hinata lo aveva scaraventato contro l'albero, aveva rotto la colonna vertebrale e le costole, rompendo anche un ramo, facendolo cadere sulla sua schiena.

'Quando dico una cosa, obbedite, oppure morite'.
Disse voltandosi.
Se vogliamo descrivere la situazione, il pelo di Hinata o il luogo, solo una parola fa al caso nostro:
Sangue.

Prima di ritrasformarsi e riprendere coscienza però, un ululato squarciò il buio cielo della notte.

L'alpha dei cieli citato dalla profezia era finalmente riapparso, e quella notte... era assetato di sangue più che mai.

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