Capitolo 40. Nuova casa

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ITZIAR'S POV

Sigillammo un bacio e ci addormentammo sereni, uno nelle braccia dell'altra. La mattina dopo ci preparammo presto per poi uscire e andare a vedere la casa, solo io e Alvaro. Era a circa 15 minuti da casa, appena arrivammo la prima cosa che notai era il giardino circondato da alti cespugli, che non permettevano di vedere dentro 'Mi ispira' 'Non hai ancora visto dentro' Entrammo ed era bellissima: fuori era già conclusa mentre dentro stavano iniziando a posare il parquet e le mattonelle 'Wow' Fecimo un tour di tutte le stanze, erano grandi soprattutto quelle che avevamo destinato a Pablo 

'Ti ho convinta?' 

'Lo ero già prima' 

'Poi pensavo di mettere una piscina sul retro, ma non so se ne valga la pena' 

'Bello, sì, ci può stare bene' 

'Dirò a Pedro di inserirlo nel progetto' Felici tornammo a casa per mangiare e senza perdere tempo andammo in ospedale per giocare coi piccoli.

Pablo venne con noi per salutare i suoi amici. Passammo ore lì a fare giochi, a colorare, nostro figlio è stato molto bravo, non ci ha chiamato mamma e papà per non far pesare agli altri che li avevano lontani. Alla fine dovemmo andare via, con grande tristezza da parte di tutti 

'Ti è piaciuto?' chiese Alvaro 

'Molto - rispose Pablo sorridendo - Mamma mi compri un peluche?' 

'Dove l'hai visto?' 

'Hugo lo aveva, lo voglio anch'io' 

(A)'Come si dice?' 

'Per favoreeee' 

(I)'Amore ci fermiamo al centro commerciale?' 

'Sì certo' rispose il mio compagno deviando la strada 

'Come lo vuoi?' 

'Voglio una tigre e un ghepardo'

'Ok, vado a prenderle, aspettatemi qui' E così dicendo scesi e correndo, in pochi minuti recuperai i regali e una volta salita in macchina glieli posi 

'Ti piacciono?' Li strinse a sé contentissimo 

'Sì, grazie mamma' 

'Nulla, Adesso andiamo a casa' E così dicendo ripartimmo 

Dopo poco varcammo la porta dietro cui Najwa e Pedro ci stavano aspettando 'Zia guarda' urlò Pablo appena la vide 'Ma che belli! Che animali sono?' 'Un ghepardo e una tigre' 'Wow!' Lo lasciò scendere dopo averlo preso in braccio 'è quasi pronto' Così Alvaro andò a farsi una doccia e quando finì si sedette a tavola 

'Pedro abbiamo pensato che potremmo mettere una piscina dietro la nuova casa' 

'Davvero?' 

'Sì almeno noi la pensiamo così' 

'Anche noi' 

'Ottimo. Pablo che casino' fummo interrotti da nostro figlio che si era macchiato, di nuovo 

'Non preoccuparti poi gli lavo la maglietta' Finito di mangiare andammo a dormire o meglio parlare 

Una volta vestito il piccolo mi sistemai sotto le coperte calde, subito prima che i miei uomini mi raggiungessero, dopo aver lavato i denti 

'Ehi, chiedo venia' 

(P)'Cosa?' 

'Scusami, significa pietà, quindi fermati dal baciarmi tutta' dissi al piccolo che allora mi abbracciò forte 

'Ti voglio tanto bene mamma' 

'Io ti amo amore' dissi mentre lo stringevo, come a proteggerlo da tutto 

'Pablo io settimana prossima comincio a lavorare' dissi piano quando lui si sedette sulle mie cosce 

'No' 

'Ti andrebbe di venire con me, intendo vedere cosa faccio'

'Sì' 

'Ma devi promettermi che fai il bravo, non tocchi nulla e resti sul seggiolone' 

'Va bene' 

'Ottimo, detto questo sono tutta tua' Così lui si avvicinò e attaccò le sue labbra al mio capezzolo, continuando a guardarmi 

Ultimamente andava bene: lui era soddisfatto e io mi trovavo bene con anche Alvaro che mi accarezzava le spalle e mi baciava tenendomi compagnia. I giorni successivi passarono veloci con anche la costruzione degli interni della nuova casa, che stava venendo davvero bene. Andammo a vederla un'altra volta, con anche nostro figlio, così che potesse vedere il suo nuovo letto con il divano sotto e una liana che gli permetteva di scendere sugli scalini di legno. Già la adorava e non smetteva di chiederci quando ci saremmo trasferiti 'Tra due settimane amore' Così dicendo arrivava la domanda 'Prepariamo le cose?' Iniziammo a fare gli scatoloni coi vestiti e giacconi invernali, mentre scelsi alcune cose da tenere fuori per tutti e tre. Quelle le sistemai solo il giorno prima della partenza, che avvenne il 22 maggio. Andammo alla macchina presto, per poter aspettare gli uomini dei traslochi, ma una volta scaricato il camion ci rimboccammo le maniche e iniziammo a sistemare. Gli armadi, tutti gli elettrodomestici, il divano e il letto matrimoniale arrivavano dalla vecchia casa ed erano già montati, mentre le varie lampade a terra e vestiti erano da sistemare. Impiegammo tutto il giorno, fermandoci solo a pranzo per mangiare dei panini (A)'Abbiamo finalmente finito' 'Già' dissi mentre bevevo un te. La cucina era vuota, Pablo fuori, c'eravamo solo noi due, Alvaro venne verso di me, mettendo le braccia intorno ai miei fianchi, posando le mani sull'isola. Appoggiai la tazza per prendergli il viso e baciarlo profondamente. Mi prese i fianchi, sapevamo entrambi come sarebbe andata a finire ma purtroppo 'Mamma, mamma' Ci staccammo subito storcendo il naso e, guardandolo, chiesimo: 

'Cosa c'è?' 

'Esci a giocare con me?' 

'Sì certo tesoro' Baciai Alvaro velocemente per poi andare in giardino a correre con il piccolo. Vedendolo così felice all'aria aperta decisi di dire subito ad Alvaro 'Sabato andiamo in montagna' appena finì la frase lui rise con gli occhi che luccicavano 'Va bene' rispose a tono


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