Capitolo 74. Grande passo

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Pedro mi prese sottobraccio e, scese le scale, fecimo il nostro ingresso. Avevo un abito bianco con la schiena scoperta e una scollatura abbastanza profonda, davanti a noi c'erano Pablo con le fedi e Zoe col bouquet. Camminarono benissimo mano nella mano prima di mettersi a lato. Finita la lettura degli articoli della legge in materia di famiglia, firmammo e finalmente diventammo marito e moglie. Era ciò che avevo sempre sognato. Mangiammo immersi nella natura e dopo il taglio della torta nuziale lanciai il bouquet che venne preso al volo da Naj. Lei che si girò in cerca di Pedro e lo trovò inginocchiato per terra con un anello 

'Mi vuoi sposare?' mormorò 

'Sì amore' Rispose lei prima di sprofondare nelle sue braccia.

Un applauso esplose e riempì la sala. Prima delle sette quando la lunga giornata finì mi concessi un minuto sdraiata sul nostro letto. Ero esausta ma felice, dopo mesi di preparativi, era passato il grande giorno. Mentre ci pensavo Alvaro entrò ancora in giacca e cravatta dopo aver messo nel letto i bambini 

'Come stai?' 

'Esausto' 

'Anch'io, mi svesto, mi lavo i denti poi sono da te' Così fu. Tornò dopo 10 minuti e mi chiese il permesso di levarmi l'abito da sposa. Slacciò la piccola cerniera laterale e lasciò cadere il vestito dalle spalle, poi il petto, la pancia e le gambe 

'Sei bellissima amore mio' Sussurrò all'orecchio prima di avvicinarsi al lobo e scendere al collo, addome e grembo 'Eri bellissima in quel vestito' Commentò ancora prima di attaccare la bocca alla mia vagina. Iniziai a dimenarmi in preda all'eccitazione quando lui inserì due dita. Urlai e venni quasi immediatamente. Mentre ancora pulsavo ed ero sensibile disse: 'Alvaro ti voglio ora dentro' Lui sorrise e in posizione di dominio mi penetrò. Iniziò movimenti ritmici accompagnati dalla stimolazione del clitoride: accoppiata vincente perché venni per la seconda volta seguita subito da lui. Ripresi ci trovammo uno al fianco dell'altro 

'Com'è da sposati?' 

'Bello come sempre'

'Ti amo' Disse spostandomi una ciocca e baciandomi. Mi coprì con il lenzuolo fino ai seni prima di continuare 

'Amore voglio parlarti' 

'Dimmi, sono qua' 

'è difficile'

'Ti sei pentita?' 

'No assolutamente, lo rifarei tutti i giorni della mia vita, è un'altra cosa molto più delicata, di cui non abbiamo mai parlato'

'Va bene sono tutt'orecchi' 

'E se ci allargassimo?' Ero terrorizzata al rifiuto di una proposta che da mesi e mesi avevo nel cuore 

'In che senso? Adottiamo un altro cane, un gatto, una tartaruga?' Risi del suo coinvolgimento 

'Un bambino Alvaro' 

'Un bambino?' Annui 

'è mesi che ci penso - confessai - Non posso aspettarne un altro nella pancia, ma se potessi lo farei, quindi perché non diventare 5 comunque?' Sorrisi piano. Ci fu silenzio.

'Alvaro dì qualcosa. Ecco lo sapevo ho rovinato tutto' 

'No, non è questo, è che non me l'aspettavo e stavo riflettendo'

'Vuoi dormirci su?' 

'Posso?' 

'Certo' E così spensi l'abat-jour e mi avvicinai contro il suo petto finché non mi colse il sonno.

Mi risvegliai quasi nella stessa posizione ma da sola. Strofinai il letto ed era vuoto e freddo. Mi strofinai gli occhi, cercando di ambientarmi. Lo vidi accanto alla finestra che guardava fuori 

'Buongiorno' dissi 

'Buongiorno amore' Mi diede un rapido bacio 

'Di buon umore oggi?' 

'Molto'

'E si può sapere anche il motivo?' 

'Ho riflettuto a lungo - deglutì - e va bene facciamo questa follia, tanto come si dice, non c'è due senza tre' 

'Davvero?' 

'Sì' Mi attaccai come un Koala a lui che subito appoggiò le sue mani sotto le mie cosce.

Scendemmo così per la colazione, dove incontrammo i nostri figli stupidissimi della scena:

'Perché mamma è in braccio a papà?' 

'Papà' ripeté la piccola 

'Perché è stanca e poi perché ci vogliamo tanto tanto bene' 

La settimana passò veloce e il sabato successivo finalmente io e mio marito riuscimmo a sederci a un tavolo per compilare le carte, scansionare i certificati di nascita e le carte d'identità. Due mesi dopo ci chiamarono per partecipare a una riunione con altre 10 famiglie 

'Buongiorno a tutti - disse il moderatore - Oggi siamo qui per una giornata piena di esercizi e momenti particolari. Partirei quindi con una presentazione  e se volete il motivo per cui siete qui oggi' Iniziò una coppia di 50 anni con problemi di infertilità, problema comune a praticamente tutti 

'Buongiorno, noi siamo Alvaro ed Itziar, Itzi per tutti, mi potete chiamare così anche voi. Noi abbiamo già due bambini di 6 e 2 anni, Pablo e Zoe, il ragazzo adottato a 3 anni e la ragazza no. Solo che dopo la sua nascita ho avuto una serie di problemi e ora che siamo sposati volevamo aggiungere un altro membro' 

'L'avete adottato sempre qua?'

'No, c'è stato affidato dall'ospedale in cui si curava, è la prima volta di una vera adozione'

E così tra prove di coming out, di primo approccio passarono 6 mesi. Sei lunghissimi mesi prima di avere l'idoneità e quindi poter aspettare la chiamata. Era il momento di dirlo a Pablo. Il giorno prescelto fu sabato in cui Alvaro sarebbe stato a casa per giocare con Zoe 

'Pablo amore vieni qui - lo chiamai e lui accorse - Ti va di chiacchierare con me?' 

'Sì' 

'Devo dirti una cosa importante, quindi che ne dici di salire su in camera tua?' 

'Figo' e così corse su seguito da me. Ci sedemmo uno di fronte all'altra sul letto 

'Quindi?' 

'Ti piace essere fratello maggiore?' 

'Molto, adoro Zoe e il modo in cui ride' 

'Anch'io e non ti dispiacerebbe se arrivasse un altro fratello o un'altra sorella?' 

'Sei incinta?' chiese alla veneranda età di 7 anni dopo aver compres cosa significasse 

'No, pensavamo di adottarlo' 

'Perché non esce dalla tua pancia? - mi scese una lacrima - Perché piangi?' 

'Questi sono discorsi che dovrebbero essere fatti anche con papà' 

'E allora chiamiamolo'

'Non con Zoe, è troppo piccola e non capendo interromperebbe sempre' Annui

'E allora lasciala dagli zii solo 10 minuti' 

'Ottima idea, vieni' Lo presi per mano, scendemmo le scale e annunciammo:

'Alvaro abbiamo deciso che questa conversazione debba essere a sei occhi e non a quattro quindi portiamo la piccola da tuo fratello e riprendiamo' 

'O' Rispose scosso dal fiume di parole. Consegnammo la piccola e andammo tutti e tre in camera di nostro figlio, rimasta invariata in tutti quegli anni. 

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