Capitolo 49. Javier

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Questo capitolo è un po' più lungo del solito, lo so avrei potuto tagliarlo a metà o tenerne tre quarti e mettere nel prossimo l'altro ma ci sarebbe stata troppa suspence e ansia quindi ho preferito così. Ci sarà un evento molto triste e spero non mi ucciderete :)
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ITZIAR'S POV:

La settimana passò molto velocemente con la stessa routine, che si ruppe solo un giorno: giovedì 19. Rosa quel giorno aveva dei tecnici a casa e così ci fece del riso freddo da portare in spiaggia. Quando arrivammo io mi addormentai in pochissimo tempo, perdendomi una scena che mi avrebbe dopo fatto riflettere. 

Narratore esterno 

Mentre Pablo stava giocando gli si avvicinò un bambino, avrà un anno in più di lui, quando gli fu accanto si rese conto che era lo stesso che giorni prima l'aveva salutato in strada 

'Posso giocare con te?' gli chiese 

(Pablo)'Sì' 

'Cosa costruiamo?'

'Un castello altissimo' 

'Va bene' 

Così riempirono i secchielli per poi rovesciarli e divertirsi a sporcarsi 

'Come ti chiami?' 

'Pablo, tu?' 

'Javier' 

'Non l'ho mai sentito' 

'Non è comune, da dove vieni?' 

'Madrid' 

'Anch'io' E continuarono a giocare 

A questo punto si sentirono delle urla poco distanti 

'Hai rotto i coglioni, devi andartene' 

'Siete qui solo coi miei soldi' 

'Non ci servono' 

'Non riusciresti a crescerlo senza di me' 

'Ah no? proviamo'

'Non te lo permetto, lui verrà con me' 

'Sono sua madre, è con me' 

'Ma se non hai un lavoro' 

'Non interessa' 

'Sì invece' 

Pablo vide il suo amichetto tapparsi le orecchie, capì subito cosa stava succedendo, così continuò a giocare senza dire nulla. Quando le voci si abbassarono, Javier abbassò le mani piano 'Stai bene?' Annuì ma senza dire di più s

'Sono i tuoi genitori?' chiese indicano i due che litigavano 

'Sì purtroppo' 

'Perché litigano?' Alzò le spalle 

'Quali sono i tuoi?' Pablo indicò Alvaro e Itzi, ormai sveglia, che si scambiavano baci seduti una davanti all'altro 

'Belli' rispose triste. Allora l'altro piccolo capendo la situazione ribattè: 

'Ma non sono i miei veri genitori' La frase faceva male anche a lui, ma serviva a far star bene Javier 

'No?' 

'No, fino a 4 mesi fa vivevo in un ospedale senza nessuno loro mi hanno adottato. Così siamo pari' Sorrisero insieme e continuano a giocare 

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