D'ora in poi non ci sarà una vera e propria narrazione, nel senso che non sarà narrato ogni singolo giorno che passa ma ci saranno salti temporali anche di un anno, che ovviamente indicherò appositamente. Spero vi piaccia comunque :))
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('Mamma'
'Dimmi amore')
'Visto che domani ci sarà Zoe, posso avere il lattino oggi?' domandò con gli occhi bassi
'Certo che sì, ma guarda che domani mica finisce!'
'Lo so ma alla mia sorellina serve di più'
'Non lo vuoi più dopo?' Scosse la testa
'Sei sicuro?'
'Sì'
'Ce n'è abbastanza per entrambi'
'No'
'Va bene allora oggi deve essere bello' Lo presi in braccio prima di uscire dalla porta per affiggere il cartello <<Non disturbare>>.
Entrammo e ci accoccolammo sul letto. Mi svestì e aprì la vestaglia lasciando campo libero a mio figlio, che si attaccò piano. Mi rilassai, abbassando col telecomando leggermente il letto, ci coprì con il lenzuolo dalla lieve brezza che c'era. Ci tenemmo abbracciati per un'ora quasi e dopo ancora senza il mio seno a fare da intermediario. Il nostro rapporto era magico, non saprei come altro definirlo: ci capivamo con uno sguardo, eravamo molto complici. Quello che in quel momento non sapevo è che lo saremmo rimasti per tutta la vita.
La mattina dopo, come Clara ci aveva promesso, ci permisero di prendere in braccio Zoe per la prima volta, a una settimana esatta dalla nascita, per fare il skin-to-skin. Le vennero staccati tutti i fili e il tubo che l'alimentava per permetterci di abbracciarla. Era piccolina e senza capelli, l'accolsi tra le mie braccia con la massima delicatezza prima di rilassarmi sul letto. Lei aprì gli occhi e li puntò nei miei 'Ciao amore' Sussurrai piano, come se fosse una conversazione segreta tra noi due. Appena sentì la mia voce abbozzò un sorriso, regolando il respiro col mio. Aveva sopra una coperta per tenerla al caldo nonostante fosse estate. Pablo le fece subito una carezza. Passammo circa un'ora ad ammirarla da vicino mentre lei continuava a sonnecchiare, le parlavamo un po' di cosa succedeva, delle nuvole, del sole, argomenti banali. Alle 11, fine turno, arrivò Alvaro che la volle prendere per un po'. Si sedette in poltrona e iniziò a dondolare. Lei si addormentò completamente con le sue piccole manine che si aprivano e chiudevano. Appena la lasciammo giù nel suo lettino scoppiò a piangere furiosamente 'Ehi, ehi siamo qui' dissi riprendendola con me. Si calmò e ricominciò a respirare bene 'Che succede?' chiesi subito ad Alvaro 'Non lo so' La cullai per alcuni minuti continuando a parlare, prima di rimetterla nel lettino. La scena precedente si ripeté. Le infermiere arrivarono per capire cosa stesse succedendo e, una volta sistemati i fili per misurarle e controllarle i parametri, ci consigliarono di rimanere lì vicino per parlarle. Forse voleva quello. Funzionò da subito e così con la caposala registrammo una filastrocca a testa, una per ogni membro della famiglia, in modo che girassero sempre su una piccola cassa vicino alla culla. Il giorno successivo iniziammo con il latte nel biberon alzandole leggermente la testa attraverso gli oblò laterali e poi l'ultimo giorno di degenza si attaccò a me e succhiò fino a quando non fu soddisfatta. Così iniziò la nostra vita in quattro, di qui non c'è molto da dire, se non di alcuni episodi particolari che ora riporto.
Era il quarto mese della sua vita, terzo se si conta da quando è uscita dalla NICU, quando Pablo ebbe la sua prima partita di calcio. Alvaro quel giorno purtroppo doveva lavorare e non poteva essere sostituito, per quel motivo Ilaria, la mamma di Javier, venne la mattina per passare del tempo insieme e coccolare la piccola. Dopo aver pranzato mi aiutò a preparare il borsone di Pablo con calze, maglietta, acqua e quant'altro. Assicurandoci che i tre bambini fossere allacciati, partimmo con la mia macchina. Arrivati, Pablo e Javier corsero dei loro compagni di gioco, mentre io Ila e Zoe ci sedemmo sull'ultimo gradino degli spalti. Non avendo portato il passeggino per questioni tecniche avevo in spalla la borsa del cambio col biberon e i pannolini che speravo di non dover usare. L'allenamento iniziò alle 4 contro una squadra, a detta di tutti i genitori, forte. Pablo era al centrocampo mentre il suo migliore amico in porta, rispettivamente con la maglia numero 13 e 14. La partita iniziò dopo circa mezz'ora. A metà, prima nell'intervallo, decisi di prendere in mano il telefono per fare un video di mio figlio da mandare ad Alvaro. Durante l'azione però successe l'inaspettato: un bambino prese la palla dalla squadra avversaria e partì verso la rete. Pablo si trovava proprio lì e a lui fu passata per segnare il primo gol. Pablo si girò, percorse 3 metri e calciò: gol. Prima partita, primo gol. La nostra parte degli spalti esultò alzandosi in piedi e io li seguì attenta a non fare male a Zoe mentre lo facevo. Appena mi risedetti e venne fischiato l'intervallo, la piccola aprì gli occhi verso di me 'Ciao' mormorai, accogliendo la fine del sonnellino pomeridiano 'Hai visto dove siamo? Sì a vedere Pablo giocare, il tuo fratellone ha appena fatto gol, tutti hanno applaudito' 'Etciù' fu la risposta che mi fece ridere. Presto divenne impaziente di mangiare e per questo, dopo un rapido cambio pannolino, mi misi ad allattarla lì, davanti a tutti con un asciugamano a coprirmi. In quel frangente mandai il video al mio compagno che mi rispose con un audio annunciando il suo imminente arrivo, che avvenne mezz'oretta dopo, quando la partita era ormai finita. Un altro episodio che io definirei bizzarro avvenne l'estate, poco prima del compimento del suo primo anno. Eravamo ad Alicante con Rosa da una settimana per goderci il mare e il caldo per un meritato riposo. Da alcuni tempi Zoe aveva iniziato a chiamarci mamma e papà, non perfettamente, il suono che metteva era simile a 'Mama e papa' ma ci stavamo lavorando. Più il tempo passava, più le diventava grande a vista d'occhio, i primi dentini crescevano, iniziava a gattonare e a cercare di alzarsi in piedi quando mi sembrava di averla partorita ieri.
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Ma questa ve la racconto domani ;)Si sono odiosa ma vi voglio bene nel profondo :))))
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Rinascita || AU ALVITZ ||
أدب الهواةAlvaro è un medico di medicina generale, con un suo team di specializzandi tra cui Ursula, Alba e Miguel. Un giorno in ospedale venne ricoverata una donna, Itziar, per lui è amore a prima vista mentre lei era convinta che quell'uomo fosse fidanzato...