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Per una notte, dopo tanto tempo, ho dormito completamente rilassata, senza incubi, senza pensieri che mi tenessero sveglia a pensare. Ho chiuso gli occhi ieri sera e ora li ho aperti. Come se fossero bastati solo alcuni secondi, come se fosse bastato uno schiocco di dita.

Mi siedo sul bordo del letto e poi mi alzo stiracchiandomi lasciando che accidentalmente la maglietta lasci scoperto il mio fondoschiena che con una vena di imbarazzo copro rapidamente.

"non c'è nessuno qui" esclamo io battendomi una mano sulla fronte riferendomi al gesto appena compiuto.

La verità è che la maglia che indosso è assai grande e non è della mia taglia. Ma detto in tutta sincerità, non mi dispiace avercela addosso. Ieri sera, quando Harrison me l'ha gentilmente consegnata, emanava un profumo che conoscevo bene, un profumo che amavo, un profumo che mi manca.

Finito di meditare scendo al piano di sotto dove in cucina trovo Harrison intento, ma invano, a preparare la colazione. Spadella ancora per qualche istante e poi mi porge un piatto di pancakes che accetto molto volentieri sorridendogli.

"grazie per avermi ospitato" dico io rivolgendo uno sguardo al biondo oramai seduto di fronte a me.

"non c'è di che, puoi stare qua quanto vuoi, mi fa piacere avere compagnia" mi dice lui avvicinando un boccone verso la sua bocca "però domani penso di partire, voglio andare a cercare Daya e parlare con lei" aggiunge poi con voce piena di convinzione. Io gli sorrido ma trattengo tutto l'entusiasmo che sto provando in questo momento.
Ho sempre fatto il tifo per loro due, per la loro relazione. Li ho conosciuti proprio quando hanno deciso di ufficializzare il loro amore e sono pronta a stargli vicino anche oltre a quando decideranno di promettersi di amarsi nel bene e nel male.
"tu invece che intenzioni hai? Oggi intendo" mi chiede cambiando argomento

"non lo so, forse mi vedo con Harry e poi faccio un giro per Kingston, mi mancava molto" ammetto io addentando un pancake.

"e tu sei mancata a tutti noi, niente è più come prima da quando ci hai lasciati" dice lui abbassando lo sguardo.
Ho detto che per me questo periodo non è stato per niente facile, però mi sembra che non sia stato facile nemmeno per i miei amici "ci siamo divisi completamente, Jacob non lo vedo da moltissimo e non ho la minima idea di dove sia e cosa stia facendo, Harry si faceva vedere di rado e quando lo fa è sempre assorto nei suoi pensieri, Zendaya già lo sai e di Tom, di Tom nessuna notizia, se non quelle sui social" mi si spezza il cuore a sentire le parole del mio amico che fa parte di un gruppo che in passato era molto unito, condividendo qualsiasi cosa, vedendosi tutti i giorni, ed ora, a causa mia, il gruppo è andato in frantumi.

"mi dispiace, è colpa mia" ammetto io alzando lo sguardo negli occhi azzurri del ragazzo di fronte a me

"si- direi che è colpa tua" dice con una voce sarcastica "ma sei il collante del gruppo, non so come sia possibile, ma ci hai uniti tutti, facendoci diventare una famiglia più grande e forte di quella che eravamo prima. Ci hai rovina completamente, ma sei anche quella che ha saputo renderci più felici che mai" mi dice ora con un tono di voce serio "sei tu l'unica persona che può rimettere a posto questa merda" si alza e va verso il lavandino dove inizia a lavare il piatto con cui ha appena fatto colazione

"vado a prendere una boccata d'aria" dico io alzandomi dal tavolo "erano buoni i pancakes comunque" mi metto rapidamente le scarpe ed esco dalla casa senza aspettare una risposta.

Kingston mi mancava, mi mancava come mi mancava la famiglia prima di tornare in Italia, ma poi quando sono andata dalla mia famiglia l'ho ritrovata completamente a pezzi e poco tempo dopo, l'ho persa per sempre. Sono tornata a Kingston senza intenzione di restarci, ma ho trovato i miei amici completamente a pezzi.

Supplico la vita di non farmi il brutto scherzo di farmi perdere anche loro, perché non riuscirei a sopportarlo. Sarebbe l'ennesima volta in cui tocco il fondo, ma questa volta non proverei nemmeno a rialzarmi. Ho toccato il fondo quando da piccola sono caduta dalla bicicletta, mio padre è venuto a tenermi la sella non facendomi più cadere finché non ho imparato ad andare da sola. Ho toccato il fondo quando il mio primo ragazzo mi ha lasciata, mia madre era li con me a sostenermi. Ho toccato il fondo quando ero immersa fra le immense acque del mare, Harry è venuto a salvarmi. Ho toccato il fondo quando ho smesso di credere all'amore, Tom mi ha fatto provare delle emozioni indescrivibili a parole. Ho toccato il fondo quando sono morti i miei genitori, Zendaya è venuta a cercarmi. Ho toccato il fondo quando non avevo un posto dove stare, Harrison mi ha ospitata a casa sua. Ma se dovessi perdere i miei amici... chi verrebbe più a salvarmi?

Sto passeggiando da ormai diverse ore quando accidentalmente, o forse no, passo di fronte alla casa in cui ho vissuto per un'anno. Sorrido perché molti ricordi mi tornano alla memoria. La casa non è più vuota come l'avevo lasciata, dalla grande vetrata riesco a vedere una famiglia, una madre, un padre e due bambine col medesimo colore di capelli, tutti quanti impegnati a giocare ad un gioco in scatola.

Vedere questa scena mi ricorda quando da piccola, ogni domenica pomeriggio, dopo pranzo io e la mia famiglia ci mettevamo a fare un puzzle. L'avremmo fatto un'infinità di volte, ogni domenica, poi mia mamma, esausta di continuare a rifarlo, ha deciso di incorniciarlo e appenderlo al muro del salotto. Era una tradizione, adoro le tradizioni. Era una tradizione il sabato pomeriggio insieme a Tom, Harrison e Jacob giocare con i videogiochi, era una tradizione per me e Harry andare alla baia o mangiare il gelato direttamente dalla vaschetta, era una tradizione per me e Tom ballare come se niente e nessuno ci stesse guardando ballando sulle note della nostra canzone, era una tradizione il puzzle.

"sei qui" mi distrae una voce, una voce che conosco troppo bene, che riconoscerei fra mille mi fa saltare un battito, il mio respiro diventa affannoso e la mia paura di voltarmi aumenta di secondo in secondo "guardami" sussurra la voce come se anch'essa non avesse abbastanza fiato per parlare, io istintivamente mi volto a guardarlo.

I suoi occhi marroni che non vedevo da tanto tempo si incatenano ai miei verdi provocandomi dei brividi in tutto il corpo. Le sue labbra sono sottili come quando erano mie, come quando potevo baciarle. Il suo corpo, coperto da una maglietta nera e dei jeans blu è ancora perfetto come è sempre stato.

I suoi occhi diventano rapidamente lucidi e sono sicura che anche i miei lo siano. Lui mi sorride ma io non ho ancora la forza di farlo. Vorrei raccontargli tutto quello che è successo, vorrei dirgli quanto mi manca, vorrei dirgli quello che sto provando ora, vorrei stringerlo fra le mie braccia ma ho troppa paura di farlo.

È però lui ad annullare la distanza e la rigidità che si era formata fra di noi prendendomi e stringendomi fra le sue braccia. Le mie gambe tremano per un istante e credo che se mi lasciasse andare rischierei di cadere per terra, le mie braccia però, per via delle forti emozioni provate in questo momento, si posizionano sulla sua schiena, il mio viso così vicino al suo corpo mi permette di inalare il suo profumo così buono "va tutto bene" mi sussurra nell'orecchio con voce spezzata per tranquillizzarmi come se fosse riuscito a capire quello che sto provando in questo momento.

La paura che prima mi travolgeva si trasforma in bisogno. Bisogno di restare ancora un po' stretta a lui, senza dire niente. Bisogno di sentirmi protetta fra le braccia di qualcuno che non mi ricordino quelle di mio padre. Bisogno di sentirmi amata e non sola dopo tanto tempo.

Stringo di più le braccia sulla sua schiena e lui mi passa una mano sulla testa accarezzandola. Il nostro contatto, la nostra vicinanza mi permette di sentire il suo battito che va a un ritmo accelerato e sono sicura che anche il mio batta così forte. Il poter stare così vicina a lui mi era mancato così tanto, lui mi era mancato così tanto.


🍒🍒
È saltato l'appuntamento questa domenica ma come mi avevo preannunciato ho ricominciato gli allenamenti tutti i giorni e trovo un po' difficile pubblicare regolarmente. Farò il più possibile ma come tutti è l'ultimo mese di scuola e devo dare l'ultimo sforzo.

In questo capitolo abbiamo trovato una Ester particolarmente pensierosa, come sempre, ma che ha avuto il piacere di avere una bella conversazione con Harrison che, senza peli sulla lingua, ha rivelato tutto ciò che ha ritenuto giusto dire.
Ma non è finita qui!
Ester ha rivisto Tom. Si sono abbracciati, chi se non Tom poteva far passare il terrore di Ester? Un abbraccio intenso, lungo e pieno di parole che non sono ancora state dette.
Cosa succederà ora?

I won't let you go |Tom Holland|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora