drunk

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"Tom"

Una voce ci fa distrarre, io posiziono una mano sul suo petto per allontanarlo da me sciogliendo il nostro abbraccio.
Una parte di me è sollevata, l'altra vorrebbe tornare a essere stretta fra le sue possenti braccia.

Io lo scruto attentamente soffermandosi su ogni parte del suo corpo che tanto mi attrae e lui fa lo stesso con il mio. Le sue labbra sono ben serrate ma sono sicura che vorrebbero dire molto.

"che sta succedendo?" dice una ragazza notando le intense occhiate e il silenzio creatosi fra me e Tom. È alta, poco più di Tom, bionda, con i capelli corti fino alle spalle, vestita molto elegante, l'opposto di me insomma.

Improvvisamente si avvicina a noi mettendo una mano sul braccio di Tom, faccio un respiro profondo e distolgo lo sguardo per nascondere l'irritazione che in questo momento si sta creando in me.
Tom, che ancora ha gli occhi fissi sulla mia figura, non dice nulla e la presenza della bionda non sembra né smuoverlo né infastidirlo.
"piacere io sono Rachel, tu sei?" dice la ragazza porgendomi la mano e alzando il sopracciglio destro posando lo sguardo sugli abiti che indosso

"nessuno" le rispondo io

"dobbiamo andare perché ci stanno chiamando" dice lei posando lo sguardo su Tom quando inizia a tracciare con il pollice dei cerchi sul suo bicipite che sono molto evidenti per via delle sue braccia conserte. Alla vista di questo contatto stringo le mani a pugno sperando di riuscire a trattenermi perché se avessi la possibilità tirerei un pugno in pieno volto a questa super modella.

"arrivo, finisco qua e arrivo" le risponde secco Tom togliendo la mano della ragazza dal suo braccio come se avesse notato il mio nervosismo. Rachel fa un versetto isterico e poi si volta iniziando a camminare freneticamente, io la seguo con lo sguardo e quando noto che entra in casa di Tom un fuoco avvampa in me.
"hai voglia di-" interrompo la voce del ragazzo di fronte a me alzando una mano

"non dire niente Thomas, non c'è nessun bisogno. Ti sei rifatto una vita come io ti avevo detto di fare con una super pupa americana. Stai tranquillo, tu stai alla grande io sto alla grande" mento io alzando il tono di voce "ha detto che ti stanno aspettando" aggiungo per poi voltarmi e lasciarmi alle spalle la figura del ragazzo. È risaputo che non sia una campionessa olimpica nel mantenere la calma, perciò sicuramente allontanarmi e sfogarmi in silenzio è la cosa più corretta da fare. 

"sei a casa?" urlo non appena entro in casa sbattendo forse un po' troppo forte la porta alle mie spalle.
Spero che Harrison non ci sia perché credo di aver fatto una crepa al muro e non voglio che lo sappia, non ho i soldi per ripagare un danno domestico.

"no, sono uscito" mi dice spuntando da dietro la porta del salotto, io alzo gli occhi al cielo e faccio una finta risata.

"sai cosa ti dico? Ho bisogno di bere" dico io d'istinto poggiando la borsa nell'armadietto accanto alla porta.
Il mio amico in estasi mi sorride e raggiunge a grandi falcate il frigorifero da cui tira fuori sei bottiglie di birra.

Se non lo conoscessi sarei un po' terrorizzata dal fatto che sta per bere un tale e immenso numero di birre, ma quando vivevo qui e passavamo i pomeriggi insieme lui, Harry e Tom riuscivano a bere il doppio delle birre che ora si trovano sul tavolo.

"a cosa dobbiamo questa bevuta?" mi chiede Harrison passandomi una birra già priva del tappo.

"tu a che cosa brinderesti?"

"a quanto la gente sia stupida!" esclama il mio amico alzando la bottiglia verso il soffitto, io annuisco e faccio scontrare le nostre bottiglie. 
"giù" mi istiga il biondo notando il fatto che io non abbia ancora iniziato a bere. Faccio un respiro profondo e poi decido di assecondare i suoi interessi bevendo un lungo sorso.

Mi sento un po' come quando da adolescente andavi ad una festa e i tuoi amici ti costringevano a bere alcolici, poi al ritorno dalla festa dovevi fingere di essere sobrio di fronte ai tuoi genitori.
Ma tanto io non ho più dei genitori!

"vai così" urla Harrison non appena finisco di bere la prima bottiglia.

Nella mano sinistra tengo ancora ben stretta la seconda bottiglia di birra e sono quasi sicura che se dovessi berla finirei a terra o direttamente a correre verso la tavoletta del water.

"mi presti il tuo telefono?" chiedo io ruotandolo un po' per guardare Harrison negli occhi. Siamo seduti dal divano da un paio di ore oramai, abbiamo la tele accesa, ma non la stiamo guardando. C'è la musica accesa, ma non la stiamo ascoltando. Ci sono le birre, e le stiamo bevendo.

Poco dopo il mio amico accetta e dopo averlo sbloccato mi passa il telefono fra le mani, io apro il suo Instagram, poi il suo Google ed entrambi sono pieni delle stesse foto, delle stesse informazioni.

"Nuova fiamma per Tom Holland?" Oppure "la bionda super con l'attore inglese".

Faccio un respiro profondo perché fa male, fa male vedere delle foto che questa volta sei quasi sicura non essere dei Photoshop, fa male vedere che la persona che più hai amato, nonostante sia stata tu a dirglielo, è andato avanti senza di te. Fa male vedere che una persona che non sei tu ora si trova in un posto che ritenevi solo tuo.

"mi dispiace" mi dice Harrison a bassa voce

"e di cosa ti dispiace? Sono io che gli ho chiesto di andare avanti. L'ha fatto" istintivamente avvicino la birra che tenevo stretta fra le mani alla bocca, mandandola giù senza pensarci.

Il mio amico che poco prima sembrava essere dispiaciuto per me ora fa un grido di incitamento e muove le sue gambe sotto la mia testa costringendomi a tirarmi su.

"calmati" dico io ridendo sedendomi affianco a lui che ride di conseguenza finché poi non si avvicina di più a me, i nostri visi sono a poca distanza l'uno dall'altro. Il suo alito puzza di birra e lo stesso i suoi vestiti. Capisco le sue intenzioni e se fossi solo un poco più ubriaca mi farei trasportare dal momento. Ma non lo sono. Gli metto una mano sul petto facendolo interrompere senza allontanarlo troppo da me.

"Harrison, la donna della tua vita è incinta di tuo figlio, hai ancora una vita davanti, la mia si è sgretolata. Non lascerò che tu butti nel cesso anche la tua" dico io a bassa voce e Harrison apre gli occhi che aveva precedentemente chiuso "Zendaya è a Los Angeles dai suoi genitori, vai a riprendertela" gli dico io e lui mi sorride. Come se avesse appena ricevuto la notizia più bella della sua vita e siccome lo conosco, questa è effettivamente la notizia piú bella della sua vita.

"scusami, non volevo provare a baciarti- non ci sto con la testa" dice lui tutto d'un fiato mettendosi le mani sul viso "grazie per avermi detto dove si trova Daya, domani mattina, magari da sobrio, parto e vado da lei" mi dice lui prendendo la mia mano e stringendomela come per ringraziarmi.

"Per fortuna abbiamo brindato a quanto la gente sia stupida" dico io e il mio amico scoppia a ridere, poi mi stampa un bacio sulla fronte e barcollando esce dal salotto.

"ah guarda che ti ho fatto una crepa al muro accanto alla porta" dico io urlando e dalle scale si sente un "ripaghi tu i danni" e non posso fare a meno di ridere.

Ho provato a bere con la speranza che mi aiutasse a smettere di pensare un po', ma mi ha fatto fare un grande errore che avrebbe rovinato una relazione e un' amicizia.

Oggi ho visto la persona che amo di più assieme ad un'altra ragazza e la birra non ha fatto altro che peggiorare il mio stato d'animo e la mia voglia di chiudermi in una stanza e prendere tutto a pugni.

Oggi ho sbagliato, ho parlato troppo poco, ho visto troppo e non mi sono sfogata a sufficienza.

Sono sicura solo di una cosa, da oggi non toccherò più nessun alcolico fino alla fine dei miei giorni.


🍒🍒
Ciao a tutti! Buona sera più che altro
Penso che pubblicherò solo di Giovedì perché sono piena con la scuola e allenamenti, come tutti immagino.

Avete avuto la graziosa, o forse no, opportunità di conoscere Rachel, di cui al momento non dirò niente...
Harrison e Ester sembravano due completi adolescenti dopo un drink di troppo ma quest'ultima ha comunicato dove si trova Zendaya, speriamo che vada a riprendersela!

I won't let you go |Tom Holland|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora