E la persona che mi stava raggiungendo era lui, Tom.
L'avevo riconosciuto soprattutto dalla voce dato che avevo gli occhi che si tenevano aperti a stento.
Subito dopo mi risvegliai su una macchina completamente da sola e mi accorsi che era quella di Tom, cercai di uscire per capire dove mi trovassi e perché, ma vidi Tom che sferró un pugno a Payton, la porta era chiusa ma il finestrino era mezzo abbassato
H: "TOM BASTA" e mi rifugiai in un pianto isterico Lui si fermo di colpo e si giró subito verso di me, tiró ancora un calcio a Payton che ormai era per terra, prima di andarsene gli urlò
T: "e vedi di non farti più vedere"
Poi corse verso alla sua macchina dove mi trovavo.
H: "cosa succede, cosa sta successo? Non mi sento bene Tom" mentre la mia testa cedeva sempre di più, Tom mi porse un busta
T: "tieni, se devi vomitare" e mi tolse i capelli dalla faccia facendoli scivolare dietro alle orecchie, quello fu il mio ultimo ricordo.
Mi risvegliai a casa mia, nel mio letto sotto le coperte con Tom che dormiva di fianco a me girato di schiena sopra le coperte con ancora i vestiti e le scarpe addosso.
Mi alzai spaventata e mentre cercavo il mio telefono faci un rumore sbattendo sul tavolino, svegliandolo.
Lui si sveglió preoccupato e visibilmente stanco aveva dormito si e no 2 ore
T: "Hella, stai bene?"
H: "posso sapere cos'é successo ieri?"
T: "si praticamente..."
Puzzavo tantissimo di alcol, fumo e vomito e mi sentí schifosa,
H: "prima mi lavo velocemente che non riesco più a sentirmi quest'odore addosso"
T: "già, ieri ti sei un po' vomitata addosso" disse con un ghigno, io feci una faccia ripugnante e corsi in bagno.
Dopo 10 minuti mi accorsi di aver dimenticato di prendere il cambio e passai in camera con un'asciugamano messo male, ma che comunque copriva davanti, e dietro da una sola parte.
Ero convinta che Tom fosse già andato a fare colazione perciò entrai senza problemi.
Mi vidi Tom che si era di nuovo addormentato, mi sistemai velocemente l'asciugamano e presi il mio cambio, uscendo zampettando senza cercare di fare rumore.
Quando finí di cambiarmi avevo i capelli bagnati e tenuti all'insù con un mollettone che mi fece scendere 2/3 ciocche a destra e sinistra della testa.
Passai in camera mia e piano piano tolsi le scarpe di Tom e le misi per terra, appoggiai i suoi piedi sul letto e gli misi una coperta addosso.
Ordinai da asporto dei waffle per me e dei pancake alla nutella per lui, i suoi preferiti, accompagnati da un'espresso per lui e una spremuta per me, posai tutto delicatamente sul tavolino che portai a Tom in camera e che gli misi sulle gambe, poi, lo svegliai delicatamente invitandolo a fare colazione.
Piano piano apriva gli occhi i e dopo esserseli strofinati mi guardò e mi sorrise
T: "e per me?"
H: "per noi" dissi ridendo
Mentre lui inizió ad addentare i suoi pancake io gli richiesi ulteriori informazioni sull'accaduto di ieri:
T: "in poche parole sabato ricordai che tu saresti dovuta andare con payton in discoteca dato che me lo avevi detto, e essendo che io avevo paura volevo seguirti"
H: "ah"
T: "nono non mi guardare così haha, non sono mica uno stolker, avevo solo paura, avessi visto che stava andando tutto bene sarei andato"
H: "hm hm"
T: "vabbè... chiesi a Shara di dirmi dove vi trovavate anche se ci misi 10 minuti per convincerla e altri 20 minuti per spiegarle come si inviava la posizione su whatsapp dato che era mezza ubriaca" e ridemmo entrambi
T: "le chiesi poi anche se tu stavi bene e lei mi disse che non ti vedeva da un po', né te né Payton.
Questa fú la vera motivazione che mi fece venire a cercarti.
Arrivato decisi di entrare dal retro che c'era meno gente, perché non volevo farmi vedere da te, ma quando andai dietro vidi tu assieme a Payton, e incuriosito mi fermai un'attimo, ma ti vidi strana, non ti reggevi in piedi, ridevi a caso e avevi gli occhi molto socchiusi, così capí che Payton ti aveva messo qualche cosa nel bicchiere.
Poi cercó di metterti una mano sotto il vestito e cercava di baciarti, scesi e velocemente ti portai dentro la macchina, poi tirai 2/3 pugni a lui... ti portai a casa e cercai di farti vomitare fallendo, rimasi sveglio quasi tutta la notte per vedere se stavi bene, questo é quanto" e poi si mise in bocca un bel morso di pancake, non avevo parole, era stato un principe e realizzai quanto Payton facesse davvero schifo.
Mi alzai dal letto e mi girai velocemente, mettendomi a piangere.
Lui posó velocemente il mini tavolino sul comodino e venne vicino a me
T: "ei, ei perché piangi?"
H: "dovevo ascoltati, avevi ragione su tutto...Payton é stato uno stronzo, fingeva di essere gentile solo per potermi ferire ancora di più...però tu..perché l'hai fatto? Perché mi hai aiutato? Avevi detto non mi avresti calcolato se Payton mi avrebbe fatto del male, perché non rispondermi per interi giorni ai miei messaggi e farmi stare male, perché? " riuscivo a malapena a parlare tra un singhiozzo e l'altro
T: "....hella...io non ti ho risposto ai messaggi perché non volevo infastidirti fino a sabato, volevo che tu potessi uscire con lui senza che io fossi geloso e che tu mi dovessi sopportare, ecco tutto, si sono geloso perché io a te ci tengo e non-"
E all'improvviso la sua faccia sembra molto più vicina alla mia, rispetto ad un'attimo fa.
Capitolo lunghissimoooo, adesso dormo però, domani vado avanti <3
STAI LEGGENDO
La colpa del mio talento
FanfictionHella la protagonista di questo libro é una giovane attrice, ma molto talentuosa, verrá infatti chiamata per fare un ruolo importante nel nuovo film di Spider-Man, e sará proprio quando andrà a fare il casting dove conoscerà il protagonista del film...