CAPITOLO 26

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Quando Jonathan arrivò davanti il pullman con la sua valigia verde scuro non c'era ancora nessuno.

"Strano" pensò, "solitamente sono sempre in ritardo."

Poggiò la valigia nel portabagagli e iniziò a salire, scegliendosi un posto in fondo, vicino al finestrino.

Non ci volle molto prima che il pullman si iniziasse a riempire. I primi che vide del suo nuovo gruppo di amici furono Lucia e Federico, che si sedettero vicini.

"C'era da aspettarselo, visto che sono tanto amici" si ritrovò a pensare Jonathan.

Arrivò Amalia, che lo salutò con un cenno della mano e iniziò a tenere il posto vicino al suo libero, molto probabilmente per Lucas. Vide tutti i suoi compagni di classe salutarlo e poi sedersi vicino alla persona con cui si erano messi d'accordo già da una settimana, neanche fossero stati alle medie, così lui rimase lì da solo. Doveva stare vicino ad Ambra, per questo nessuno gli si era avvicinato, ma nessuno sapeva di ciò che fosse successo il giorno prima.

Lucas e Ambra arrivarono con qualche minuto di ritardo e, dopo essere stati rimproverati dalla professoressa di matematica, si avviarono verso il fondo. Gli unici posti rimasti liberi erano quelli vicini ad Amalia e a lui. Jonathan non sapeva sarebbe stato meglio stare vicino ad Ambra, e rischiare di dare spettacolo, o se stare vicino a Lucas ed essere certo di dare spettacolo. Lucas, che camminava davanti alla sorella, incrociò il suo sguardo e gli disse muovendo solo le labbra "io e te faremo i conti dopo". Poi si sedette vicino ad Amalia, che aveva già aperto il suo libro: probabilmente avrebbero occupato quelle due ore e mezza per fare ricerche. Ambra, che aveva gli occhi lucidi, si avviò verso di lui. Aveva pianto, ne era certo, anche perché quando piangeva le guance le si arrossavano sempre un po', e in quel momento sembravano proprio lo specchio di quello stato d'animo.

≪Posso sedermi qui?≫ chiese, ≪è l'unico libero≫ aggiunse subito.

≪Ambra...≫ disse lui, con un tono supplice.

La ragazza si sedette, senza aspettare una risposta, cercando di non guardarlo negli occhi, quegli occhi che tanto le piacevano.

≪Ambra, vorrei parlarti di una cosa≫ esordì lui, ma lei lo interruppe subito con un gesto della mano.

≪No, d'ora in poi se parleremo sarà per la missione. Ora lasciami dormire≫ e così chiuse gli occhi, cercando una posizione abbastanza comoda da permetterle di riposare senza essere rivolta verso il ragazzo.

Provò a sistemarsi su un fianco, la testa rivolta verso il corridoio del pullman, ma le risultò talmente scomoda che decise di rimettersi subito dritta, entrambe le spalle appoggiate allo schienale. Chiuse nuovamente gli occhi, che aveva aperto nel cambio di posizione. Fu proprio quando si sentì cadere in un sonno profondo che si rese conto di aver toccato con la testa la spalla del ragazzo vicino a lei, ma era troppo tardi ormai per staccarsi. Morfeo si era impossessato di lei e quella sensazione di pace che provava ogni volta che toccava il corpo di Jon le piaceva troppo: la cullava e lei aveva bisogno di qualcosa che la facesse sentire serena.

"Ormai il danno è fatto" si disse, cercando di convincersi fosse lecito crogiolarsi in quel modo.

Quando si svegliò erano passate poco più di due ore. Jonathan la stava stringendo tra le sue braccia e la guardava, ammirandone i tratti del viso come se fosse stato per l'ultima volta. Lei alzò la testa e si rimise normalmente, sciogliendosi da quella presa così delicata.

≪Scusa, non era mia intenzione appoggiarmi≫ disse secca, cercando di mascherare con la voce l'imbarazzo.

≪Ambra...≫

Diamante - L'ElementareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora