Dopo una sensazione di vuoto, Federico riuscì a essere stabile. Si guardò attorno e si rese conto di non essere più in montagna con Ambra: una strada principale collegava le numerose villette con i mattoncini, gli alberi tra una casa e l'altra. Federico ebbe la sensazione di essere già stato in quel luogo e dopo circa un minuto riconobbe in quello il quartiere di Ambra e Lucas. Come potesse essere possibile, lui non l'avrebbe potuto dire. Da lontano sentì giungere delle voci: erano quelle di Amalia e, fece fatica a crederci, la sua. Che fosse tornato indietro nel tempo? Ma come, e soprattutto, perché proprio in quel momento?
Decise di nascondersi dietro un albero lì vicino, di fronte al cancello d'ingresso della casa: non doveva farsi vedere. Il suo sé del passato stava chiedendo ad Amalia fosse quella la casa e lei, dopo aver detto di sì, aveva citofonato per farsi aprire. Lei gli stava raccontando del libro che aveva trovato in biblioteca e di quanto fosse felice di poter dar loro una mano. Entrarono tutti e due e il Federico del futuro li seguì, andando alla finestra aperta per poter sentire meglio. Dopo pochi minuti, un miagolio lo distrasse.
≪Accidenti!≫ disse sottovoce, dopo essersi reso conto di aver pestato la coda a un gatto. Questo, dopo avergli soffiato contro, fuggì e Federico lo seguì con lo sguardo.
≪Oh, e tu da dove sbuchi?≫ sentì dire. Era la voce di Jonathan.
Federico si fermò a pensare: doveva trovarsi un nascondiglio, altrimenti lo avrebbe visto. Si guardò attorno, in cerca di qualsiasi cosa potesse tornargli utile, e notò un altro albero. Non aveva notato, quella volta, l'arancio nel giardino dei suoi amici. Scosse la testa, non ritenendolo essere un particolare su cui soffermarsi in quel momento, e si affrettò in quella direzione, nascondendosi giusto in tempo. Jonathan citofonò e poi entrò in casa, dandogli così l'occasione di riaccostarsi alla finestra facendo quanto meno rumore possibile.
≪Dove andate di bello?≫ stava chiedendo Celeste appena uscita dalla cucina.
≪Buongiorno, signora≫ aveva salutato Jonathan, ≪andiamo al parco sulla collina dietro casa vostra.≫
≪Ah, sì, quel parco meraviglioso, a volte ci vado quando mi sento giù≫ stava rispondendo lei.
"Ci va quando è giù? Ma non era un posto magico, quello?" si chiese Federico, rammentandosi di quel dialogo. Si ricordò che di lì a poco sarebbero usciti di casa, così andò a nascondersi nuovamente dietro al primo albero, intento poi a seguirli. Ma non fece a tempo a raggiungerlo, che la sensazione di vuoto si rimpossessò di lui e la vista gli si annebbiò. Sentì la terra scomparire sotto i piedi e temette di aprire gli occhi. Cosa avrebbe visto? Ma soprattutto, ne sarebbe stato in grado? Eppure quando gli sarebbe ricapitata un'altra occasione simile? Si decise troppo tardi, quel momento era passato e lui era a terra, sulla neve, vicino a lui tutti i suoi amici.
≪Tutto bene?≫ chiese Lucia abbracciandolo preoccupata.
Lui annuì tenendosi la testa con una mano.
≪Hai viaggiato nel tempo?≫ chiese Ambra.
≪Sì. Sono tornato al momento in cui stavamo per andare per la prima volta al parco. Vostra madre≫ si rivolse ad Ambra e Lucas, ≪affermava di esserci già stata.≫ I due ci rifletterono su, scavando nella loro memoria alla ricerca di quel ricordo. Si guardarono tutti quanti, stupiti nessuno se ne fosse accorto prima.
"Che mia madre sia una Magica?" pensò Ambra. "E se invece quello fosse un parco normalissimo e il problema fosse Amalia? Noctis, aiutami" lo chiamò, ma il Noctis non fiatò.
≪Se vostra madre fosse una Magica≫ esordì Lucia, ≪probabilmente si spiegherebbe il perché lei e Lucas riescano a vedere il parco, mentre Amalia no. Forse anche Lucas è un Magico≫ concluse.
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Diamante - L'Elementare
Fantasia[Volume 1] Ambra è una ragazza normale: ha una migliore amica, un fratello che la adora e due genitori che la capiscono in tutto e per tutto. Tuttavia, le hanno nascosto una cosa: i suoi poteri magici. Grazie a un'aquila dal becco blu, il giorno del...