Capitolo 23.2

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Tornai a frequentare l'università, con più serenità e maggiore determinazione

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Tornai a frequentare l'università, con più serenità e maggiore determinazione. Ero rimasta indietro con gli esami della sessione invernale, ma volevo fare di tutto per rimediare.

Passavo molto più tempo libero a studiare rispetto a prima, incoraggiata anche dalla presenza di Rydios nella mia vita.

Lui non si lamentava quando mi vedeva china sui libri di economia, anzi la mia aria intellettuale sembrava stimolare ancora di più certe sue fantasie, quindi... Mi impegnavo volentieri.

Andavo a lezione insieme a Fabiana, e l'abitudine di tenere un posto in più per Nadia non cambiò. Era un gesto simbolico, la dimostrazione che anche se ci eravamo separate, le avremmo tenuto sempre una sedia vicino a noi.

Al cambio d'ora e materia, iniziammo a incontrare assiduamente Tommaso, rimasto anche lui con un amico in meno, e Fabiana sembrava andare molto d'accordo con lui.

«Un giorno di questi ti sposterai in uno di quegli istituti di magia e allora con chi mangeremo in pausa pranzo?»

«Già, con chi?» l'appoggiai io. «Con nessun altro potremmo mai avere la stessa confidenza che abbiamo con te.»

Tommaso sorrise, prendendo una forchettata di maccheroni dalla sua vaschetta.

«Non mi sposterò, tranquille.»

«Ne sei sicuro?»

«Sicurissimo.»

Fabiana sospirò di sollievo, e gli sorrise di rimando, con gli occhi che le luccicavano. Probabilmente aveva cominciato a provare qualcosa per lui e presto o tardi Tommaso avrebbe dovuto confrontarsi con i suoi sentimenti.

«Sei troppo legato a noi», mi gonfiai.

«A voi», scelse di confermare, sincero. «E alle aule di questa università.»

«Mirko, lo hai conosciuto qui, vero?» intuì Fabiana, abbassando il tono.

«Sì, ed è ancora dappertutto qui, sapete? Ogni banco, ogni volto, ogni angolo mi racconta qualcosa di lui. È come se per me lui non se ne potesse mai andare via da questa università.»

«Ti capiamo», disse Fabiana, posandogli una mano sul braccio e guardandomi per un breve istante. «Anche per noi è così.»

Annuii, rabbrividendo.

«Manca», dissi.

«Anche Nadia manca.»

«Spesso mi sedevo con Mirko su quella panchina laggiù», rivangò Tommaso, malinconico. «A parlare.»

«Perché ci siamo fermati su questa, allora?» mi interrogai.

«Come perchè.»

«Andiamo sulla vostra preferita», proposi.

«Ma Sofia...»

«Niente ma», lo bloccai, alzandomi in piedi. «Il silenzio che percepiamo ora è solo una metà della medaglia.»

«Bella questa», commentò Fabiana. «Lo sappiamo pure noi, comunque.»

«Sono parole di Mirko.»

Occupammo l'altra panchina, stringendoci per starci seduti in tre, e smettemmo d'istinto di parlare.

Il silenzio poteva essere più carico di significato di qualsiasi nostra frase.

Il silenzio poteva nascondere la voce di Mirko.

Restammo ad ascoltarlo, assorti, per minuti, fino a quando non ci sembrò di sentire qualcosa.

E allora dissi: «Lui c'è.»

Mirko

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Mirko


Sì, io c'ero, ma non ero lo spirito che avrei dovuto essere.

Avevo due grandi ali azzurre spruzzate d'oro che dalle scapole si allargavano oltre le mie spalle, e mani colme di luce.

Ero chiamato l'Angelo del Vuoto, ed ero in grado di riempire di speranza e di amore il cuore solitario dei Mheàn, e di tutti coloro che pensavano a togliersi la vita.

Infondevo agli umani quel benessere interiore che io non avevo mai avuto, e che adesso avevo in abbondanza in un vero e proprio potere di cui ero stato dotato.

E li guarivo.

Io li guarivo dentro.

Non tutti, chiaramente, erano troppi e farli star meglio richiedeva una mole di lavoro, fatta di dedizione e luce proiettata verso di loro continuamente, difficile da eseguire ad ampio raggio.

Ma potevo migliorare.

Volevo migliorare.

Dalilah, il mio Spirito Guida, era ora la mia più grande sostenitrice e complice, mi aiutava a trovare le persone che mi erano state assegnate, e mi faceva compagnia mentre le inondavo di luce e sotto quel flusso iniziavano a guarire.

Avevamo una dimora insieme nell'Astrale, e anche se tra di noi non c'era un legame d'amore come lo avrei inteso da vivo, stare insieme a lei era quanto di più perfetto potesse esserci.

Lei mi conosceva come nessun altro.

Lei sapeva la mia storia.

Lei esisteva per me.

Provavo ancora qualcosa per Sofia, vederla zittirsi insieme ai nostri amici per udire la mia voce era stato intenso, anche se ero consapevole che era andata avanti con quel Rydios.

Ma qualsiasi cosa provassi per lei ora, dopo essere stato baciato dalla luce divina dei Puri e benedetto del loro potere, non era più la stessa di prima.

Il nuovo me era diverso.

Fisicamente, ma soprattutto interiormente.

Non ero più il Medium impaurito.

Non ero più il fidanzato di una Psichica.

E non ero più il posseduto del Vuoto.

Ero invece un bell'Angelo pieno di luce capace di salvare vite umane.

Io stesso ero stato salvato.

Sono emozionata, queste righe mi emozionano ancora a distanza di anni

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Sono emozionata, queste righe mi emozionano ancora a distanza di anni. Non so che effetto abbiano fatto a voi, ma posso dirvi che quel 'Lui c'e'' per me e' una affermazione potente ♡  Domani arriva l'epilogo. Siete pronti? ♡

Astral - Il nostro pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora