Capitolo 8.2

417 30 28
                                    

Avvertii una fitta al petto, proprio dal lato del cuore, l'effetto di un immaginario ago appuntito

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Avvertii una fitta al petto, proprio dal lato del cuore, l'effetto di un immaginario ago appuntito. Era stato il suo tono di voce a procurarmelo.

«Sei rimasto vicino a me e Mirko tutto il pomeriggio?» domandai, sorpresa.

«No, non ci sono riuscito.»

Ero a disagio, per motivi indefinibili e irrazionali e provavo dispiacere, come se fossi in torto in un modo che non riuscivo ad afferrare. Non avevo idea di come portare avanti quella conversazione.

«Scusa», mi precedette lui, notando la mia esitazione. «Non avrei dovuto dirti una cosa del genere.»

«No, è che...»

Non mi lasciò finire la frase, non mi fece neanche ammettere quanto fossi stupita, il ragazzo attraversò la parete e mi lasciò indietro, a cercare di capire che cosa fosse appena accaduto, a rivivere nei pensieri il suo sguardo indurito.

Possibile che Rydios fosse... geloso?

Ero seduta in metro, diretta in università, e guardavo fuori dal finestrino senza vedere davvero che cosa stava passando davanti ai miei occhi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ero seduta in metro, diretta in università, e guardavo fuori dal finestrino senza vedere davvero che cosa stava passando davanti ai miei occhi. Avevo ancora in mente il volto di mia madre, quando un'ora fa le avevo confessato di essermi separata dal mio corpo più volte, nel corso dell'ultimo mese.

Proprio lei, che a causa del suo potere sulla terra avrebbe dovuto accettarlo più di chiunque altro, aveva avuto la reazione meno comprensiva. Glielo avevo spiegato fino allo sfinimento ed ero dovuta pure scendere in dettagli che la riguardavano, affinché credesse che ero stata sul serio in grado di uscire dal mio corpo e di spostarmi senza di esso.

Mio padre era diventato pallido, e non si era mai levato l'espressione sbalordita e rammaricata di dosso, ma nel complesso il dialogo con lui era stato più immediato.

Quando avevo accennato all'esistenza degli spiriti dei morti tutt'intorno a noi, lui si era commosso, chiedendomi se avessi incontrato tra loro la nonna, mancata due anni prima. Io non sapevo se lei fosse ancora nel Piano Astrale o se fosse entrata in un Condotto per trasferirsi in un altro Piano, non l'avevo vista, perciò non avevo potuto rispondere alla domanda, e un po' mi era dispiaciuto.

Alba mi aveva raccontato che il suo potere era comparso per la prima volta intorno ai tredici anni. Mio nonno, che aveva il suo stesso tipo di potere, le aveva consigliato di dimenticare di averlo, di usarlo solo in caso di estrema necessità, suggerimento a cui lei si era attenuta scrupolosamente.

Soltanto dopo la nascita di Giulia, Alba aveva iniziato a cedere e a fare piccoli usi della magia, preparando decotti di erbe che avessero benefici per la sua salute, evitando così di portarla dal medico varie volte.

Con gli anni, aveva esteso il campo di studio ad altri tipi di composti, sperimentandone di nuovi, ed era riuscita ad aiutare di tanto in tanto anche qualcuno al di fuori della nostra famiglia.

Ero stata io a quel punto a nominare Mirko e a far sapere che ero in parte a conoscenza del suo segreto, ma che avrei voluto saperne di più.

Alba mi aveva detto che aveva cominciato a passargli infusi di erbe modificati con la magia quando, un pomeriggio, Mattia le aveva confidato che il figlio sosteneva di vedere morti ovunque girasse lo sguardo e che la situazione era insostenibile e lo stava debilitando.

Alba aveva un rapporto molto stretto con Mattia, la confessione su suo figlio l'aveva distrutta, convincendola a fare un passo rischioso. Gli aveva promesso che avrebbe aiutato Mirko usando il potere sulla terra che aveva ereditato, una magia che non avrebbe potuto essere risolutiva, ma che gli avrebbe dato una limitata tregua e un certo sollievo.

L'uomo l'aveva ammirata per il suo altruismo, e lo stesso aveva fatto anche la moglie Sabina, ma con il tempo quest'ultima era diventata gelosa del suo rapporto con Mattia. Aveva cercato una soluzione alternativa per sostenere il figlio senza avere più bisogno di lei, individuandola probabilmente con il suo trasferimento in Trentino.

Dovevo riconoscere di essere stata sconvolta dal dialogo con i miei genitori, verità taciute che mai avrei pensato di loro erano state affrontate una a una, cambiando la mia visione della nostra famiglia. Parlare con Alba e Fabrizio mi aveva dato sollievo, ma mi aveva fatto anche capire quanto cieca e sorda fossi stata fino a quel momento.

Scesi dalla metro insieme ad altri studenti che non conoscevo ed entrai in università senza fretta, nonostante fossi in ritardo per l'inizio della lezione di economia politica.

Il professore non era ancora arrivato, per cui mi evitai la camminata in aula a spiegazione già avviata, e presi posto in quarta fila vicino a una ragazza che scriveva freneticamente al cellulare e non sembrava dell'umore per far conversazione con me.

Tirai fuori dalla borsa gli appunti delle lezioni precedenti e iniziai a rileggere qualche pagina, fingendo di potermi concentrare.

Il professore arrivò poco dopo, scusandosi per averci fatto attendere e disegnò alla lavagna un grafico che riconobbi essere il modello che descriveva l'incontro tra la domanda e l'offerta di beni e il punto di equilibrio di mercato. Accanto a esso, segnò una data e un'ora, ed esordì: «Il sedici gennaio alle ore dieci la domanda di cultura incontrerà l'offerta di cultura in quest'aula per il primo esame di microeconomia del corso.»

Si alzò subito un brusio di voci in risposta, vari studenti stavano commentando la notizia dell'esame con il proprio vicino di banco come se da esso ne dipendesse la vita o la morte.

Anche io non ero rimasta indifferente, ma tra tutte le questioni aperte che avevo, quella dello studio era la meno preoccupante.

Trascorsi le due ore successive di lezione sforzandomi di restare attenta a tassi di interesse, spostamenti di curva, formule e dimostrazioni, senza risultato.

Era un'impresa impossibile ormai.

Perché non rinunciavo?

La magia esisteva davvero, non più soltanto nei romanzi, nelle canzoni o nei film, ma nella vita reale di tutti i giorni.

Nella mia famiglia.

La magia... esisteva.

E nella mia vita...

Rydios pure.

La vita di Sofia è tutto meno che ordinaria, concentrarsi sullo studio è già una impresa, ma nelle sue condizioni, lo è ancora di più

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La vita di Sofia è tutto meno che ordinaria, concentrarsi sullo studio è già una impresa, ma nelle sue condizioni, lo è ancora di più. Quanti pensieri deve avere! Qualcosa sembra andare per il verso giusto, la sua nuova frequentazione con Mirko, ma ancora ci sono segreti tra loro. E Rydios, misterioso più che mai, si comporta in modo strano con lei. Tante carte in gioco, e presto... ne scopriremo altre ❤

Astral - Il nostro pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora