Capitolo 16.1

305 26 12
                                    

                                                           Non lei

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

                                                           Non lei


Sul soffitto della mia camera vi erano ombre filiformi e distorsioni di luce create dai fori della tapparella, abbassata fino a metà.

Mi levai la coperta, sbadigliando di sonno, poi mi bloccai sul letto. Emisi un sibilo di stupore, e il cuore iniziò a pompare veloce.

Un'intrusa.

Una figura flessuosa, lunghi capelli scuri, la pelle di alabastro, e gli occhi del colore dei lillà in piena fioritura, cangianti in nero.

Miri Zhao.

Sollevai il busto, restando sulla difensiva. Come fosse entrata, e cosa volesse da me di primo pomeriggio non lo sapevo. Il modo in cui mi guardava, in tralice, mi mise a disagio.

«Come mai sei qui?» le chiesi.

«Mi dispiace. Abbiamo dovuto.»

«Avete dovuto?»

«Giulia», iniziò, e io mi alzai subito, attenta.

«Giulia, cosa?»

«E' di là, con il suo fidanzato e i vostri genitori.»

Non mi chiesi per quale motivo i miei fossero tornati a casa dall'azienda, né perché mia sorella fosse venuta a trovarci da Torino senza avvisare.

«Sta bene?»

Mi interessava solo quello.

«Sì, ma è stata meglio.»

«Vado a vederla.»

Lei fece segnò di non essere precipitosa, allungando una mano tesa al mio petto.

«Aspetta», disse.

«Perché?»

Mi lanciò un'occhiata spaventosa.

«Perché?» insistei.

«Alcuni ricordi non li ha più.»

I miei piedi divennero di pietra, la sensazione risalì le mie gambe, e si estese in pochi secondi a tutto il mio corpo, come se mi avesse lanciato un incantesimo con quelle parole, mentre il mio cuore sembrò smettere di battere.

«Respira, Sofia.»

Cercai di farlo, inspirai dal naso ed espirai piano dalla bocca, ma più tentavo di far finta di non aver ascoltato, più la certezza che c'era qualcosa che non andava in mia sorella mi immobilizzava. Alcuni ricordi, alcuni ricordi, alcuni ricordi. Quali ricordi?

«Spiegati», la pregai, pur intuendo che si trattava di una messaggera oscura, e che quello che aveva da dirmi non mi sarebbe piaciuto.

«Abbiamo trovato la persona che ha fatto il rituale di apertura del Cancello Sacro, dando a una Entità l'occasione di fuggire nel Piano Fisico», m'informò, in tono cauto e pacato. «Purtroppo fa parte della tua famiglia.»

Astral - Il nostro pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora