Capitolo 6.2

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La cinese avanzò di qualche passo e quando fu a pochi centimetri da lui, inspirò a fondo

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La cinese avanzò di qualche passo e quando fu a pochi centimetri da lui, inspirò a fondo.

«Hai il loro stesso profumo... il profumo della legna che brucia nel camino mentre fuori nevica.»

Tommaso restò alcuni istanti in silenzio, interdetto, poi indietreggiò.

«Ho fumato due sigarette poco fa.»

«Testardo», sbottò Shian. «Capiamo che essere scoperto non è nella tua lista dei divertimenti per la serata, ma mentirci è inutile e non fa altro che rallentarci.»

«E' reciproco, sono quasi le quattro di mattina e anche a me state facendo perdere tempo, detective del paranormale. Quindi, perché non ci salutiamo qui?»

Miri sembrò spazientirsi.

«In giro ci sono persone non comuni e noi abbiamo il dono di sentirle anche se siamo distanti e non le vediamo: possiamo individuare dove si trovano grazie all'energia sovrannaturale che emanano. E' così che siamo arrivati a te.»

«Quello che sostenete è assurdo, e non ho intenzione di ascoltare altro.»

Tommaso liquidò i cinesi con un cenno noncurante della mano, ignorando le loro occhiatacce e proseguì senza voltarsi. I fratelli lo guardarono senza fare nulla per fermarlo.

Io restai dov'ero, incredula per la conversazione e incapace di riprendermi per ciò che avevo sentito. Miri e Shian avevano ammesso di essere a conoscenza dei Figli della Natura. E ancora più sorprendente, li sapevano riconoscere! Tommaso quindi...

«Puoi farti vedere, adesso, Sofia.»

Sussultai. Conosceva il mio nome. Aveva capito che ero io! Sapeva che ero lì! Che brutta idea era stata seguirli.

Per un istante mi passò per la testa l'idea di fare finta di niente e scappare via.

«Ti ho sentita arrivare, sai, ma non potevo interrompermi, avrebbe peggiorato la situazione con quel ragazzo.»

Miri mi stava parlando di nuovo e io non ero ancora uscita allo scoperto.

Raccolsi tutto il coraggio che avevo e mi spostai verso di loro, in modo che potessimo essere faccia a faccia.

Visti da vicino, erano ancora più simili fisicamente: avevano la stessa pelle chiara, gli occhi neri, oscuri e penetranti, dal taglio all'insù e un'aria di diversità, nonostante fossero abbigliati come chiunque altro per una serata fuori.

Probabilmente a Como avevano i loro locali preferiti, lussuosi e rinomati, per un ristretto circolo di persone, dove andare a passare il tempo libero. Come erano finiti in mezzo alla confusione di una gettonata discoteca di Milano?

«Piacere di conoscerti», esordì Shian. «Immagino tu sappia già chi siamo, visto il legame tra le nostre famiglie.»

«Siete i figli del Signor Zhao, il grande cliente che i miei genitori sono felici di aver acquisito.»

Shian sospirò, scuotendo la testa e cambiò espressione, come consapevole di dover iniziare un lavoro che non gli piaceva dover fare.

«Ho detto qualcosa di sbagliato?» mi accertai

«Di incompleto, direi», rispose Miri.

«Non capisco.»

«Incredibile, non le hanno detto nulla», commentò Shian, rivolto alla sorella.

«Avranno pensato che non c'era bisogno di coinvolgerla», dedusse Miri. «In fondo, lei non ha il suo potere.»

«Ma ne ha il profumo e l'energia. L'eventualità che si manifesti più avanti c'è.»

«Non credo. Il potere compare sempre intorno ai dodici anni e lei ha superato l'età da un pezzo.»

Guardai prima uno e poi l'altra, attonita, sentendomi di troppo, tagliata fuori da qualcosa di fondamentale.

«Volete spiegarmi di che cosa state parlando?»

«Miri, ci pensi tu?»

«Ascolta bene Sofia, sia io che mio fratello siamo Guardiani. L'intera famiglia Zhao lo è.»

«Guardiani», ripetei, per abituarmi alla parola.

«Guardiani del Cancello», specificò.

«Cosa?!»

Mi tornarono alla mente le parole di Rydios sul Cancello Sacro, sulla sua funzione di barriera tra gli abitanti del Piano Astrale e quelli del Piano Fisico e sul rituale fatto di recente da qualcuno per violarlo.

«Anche se non proveniamo dal tuo Piano e non siamo umani, ci siamo trasferiti qui perché abbiamo un problema di grande portata, che coinvolge la tua città e che presto si estenderà all'intero mondo che conosci.»

"L'Entità fuggita!" pensai.

«Ci è stato affidato un compito di estrema urgenza per risolverlo», continuò. «E i tuoi genitori hanno accettato di aiutarci, vendendoci, tra l'altro, tutto l'acciaio di cui necessitiamo, forgiato in pugnali da legare al potere magico.»

«Come?»

«E' normale che tu sia stupita, i tuoi genitori non ti hanno rivelato come mai hanno iniziato a collaborare con noi. Volevano tenerti fuori, forse a causa del potere che dovresti avere, ma che di fatto non hai», intuì Shian.

«Io dovrei avere un potere?» domandai, faticando ancora ad accettare l'esistenza dei Guardiani non umani, figurarsi l'eventualità di avere io una facoltà speciale.

«In teoria sì. Tua madre è una Figlia della Natura, e anche tu essendo nata da lei, lo sei. Purtroppo, il dominio sull'elemento Terra da te non si è manifestato come avrebbe dovuto e così sei rimasta una persona comune come le altre», chiarì Shian.

«Non serviva che le dicessi anche della madre», intervenne subito Miri.

«Che differenza fa? Lo doveva venire a sapere prima o poi. Lui si trova in questa città, ora.»

Pensai ad Alba, alle sue erbe e ai suoi composti naturali, una passione sempre avuta; poi al suo decotto preparato per Mirko.

Adesso era chiaro, lo aveva arricchito con il suo potere, e questo voleva dire solo una cosa: che mia madre sapeva che lui vedeva gli spiriti dei morti.

E che mi aveva esclusa da tutto.

Quanti segreti che stanno venendo alla luce

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Quanti segreti che stanno venendo alla luce.  Il ruolo di Shian e Miri sarà marcato in questa storia, e presto... capirete il perchè. Preparatevi perchè nel prossimo capitolo facciamo prendere l'avvio al romance! Un bell'avvio :-)

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