XX. A un giorno lungo anni seguirà una notte eterna - Parte II

29 2 0
                                    

Alte torce circondavano il Nemeton, le fiamme guizzanti salutavano alla notte di Beltane.

Stiles pensava a poche ore prima quando quella radura aveva ancora l'aspetto di una qualsiasi parte della foresta. Ora, invece, aveva preso – a tutti gli effetti – le sembianze di un altare sacrificale.

Ridicolo constatare come ogni passo della sua vita, ogni vicolo o scorciatoia che aveva deciso di prendere lo avevano condotto sempre lì, ancora e ancora come una danza maledetta che si sarebbe conclusa solo con la sua morte.

Il Nemeton era parte della sua storia e della storia dei suoi predecessori il cui sangue si era fermato dapprima con sua madre ed ora si sarebbe estinto con sua figlia. Ora lo sapeva e tutta la sua vita gli appariva sotto tutt'altra luce.

Un conato di vomito lo colse con prepotenza, facendolo piegare dietro ad uno degli arbusti di conifere.

L'immagine di Malia, priva di sensi e coperta di sangue, proprio come la prima visione di Lydia aveva preannunciato, gli saettò davanti agli occhi.

Iniziò a tremare e a sudare freddo. Sto per perdere i sensi pensò cercando con gli occhi Derek.

Al licantropo non era sfuggita la cera pallida dell'amico e, prontamente, mise mano sulla spalla per alleviare il suo malessere grazie ai poteri del lupo.

Stiles si rimise in piedi e si guardò attorno, circospetto. La radura era silenziosa e familiare come lo era sempre stata, ma allo stesso tempo sconosciuta.

Sull'erba erano state disegnate, con del sale, le tre fasi lunari: la luna piena, il quarto di luna e la luna nuova. Sfere di luci fluttuavano sopra i disegni di sale, muovendosi placide come meduse nel mare.

Il cervello di Stiles lavorava in fretta: il corpo di Deaton era stato ritrovato in Corsica, non in Sardegna dove gli avevano riferito. Malia pensava fosse importante e Stiles non aveva dubbi che sua moglie avesse ragione. Per troppe volte in quei mesi aveva voltato lo sguardo alle intuizioni di Malia, non avrebbe più commesso tale errore.

Una figura sbucò dall'oscurità, entrando nel cerchio formato dalle luci e spezzando così il filo dei pensieri di Stiles. Credette di vedere il Darach, al primo movimento delle fronde, ma era ben lontano dalla verità perché davanti a lui si rivelò la direttrice di Eichen House.

La donna dagli indistinguibili capelli bianco perla e le iridi iniettate di sangue. Stiles l'aveva già vista prima, esattamente quando Malia era stata intrappolata dentro Eichen House dalla Lupa del Deserto. Lui e Jordan avevano dovuto prendere accordi con la struttura per non far partire alcuna denuncia. Allora l'aveva conosciuta: la direttrice dal volto austero e dagli occhi senz'anima.

Tra le braccia stava cullando un fagotto.

Stiles avanzò impavido. Poteva essere solo una trappola, quella. Un pretesto per distrarlo e farlo cadere in un'imboscata. Il fagotto poteva non essere sua figlia.

Aveva sperato di sentire le spalle coperte dalla presenza rassicurante di Derek ancora nascosto tra i fitti alberi che circondavano la radura, ma un insistente pizzicorio alla nuca gli diceva che era completamente solo, che non c'era nessuno pronto a saltare fuori per combattere al suo fianco.

La direttrice, invece, aveva le spalle ben coperte: dietro di lei vi era Martha Jonas, che teneva in braccio Adam, e dall'altro lato qualcuno che Stiles non si sarebbe mai sognato di vedere lì: la dottoressa Redwell, il camice bianco macchiato da schizzi di sangue e tra le braccia la piccola Allie. Gli occhi di Stiles si riempirono di lacrime nell'apprendere che Malia si era nascosta in un luogo che credeva sicuro, finendo invece nelle fauci del suo carnefice.

The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora