XVII. Mòn

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Kira rimase ferma sulla soglia per un tempo che parve infinito.

In disparte, un piede dentro e uno fuori dalla camera dove era ricoverato suo figlio. Da quella angolazione riusciva a scorgere solamente i capelli scuri di Adam.

Il piccolo però non era più solo: accanto al suo era stato aggiunto un altro letto per Allie. Scott aveva dovuto insistere ma alla fine la sua richiesta era stata accolta. Così potevano stare insieme, per lo meno.

Sentirsi uniti era l'unico sollievo rimasto.

Tutto era cambiato, come il rapporto tra lei e Scott. Gli anni trascorsi insieme, prima come fidanzati e poi come marito e moglie, erano scomparsi e a legarli era rimasto soltanto Adam, un filo prossimo a spezzarsi.

Sembrava non esistere altro che lui, come se non ci fosse mai stato nient'altro a parte loro figlio a tenerli insieme. Nei recessi della sua coscienza Kira era consapevole che questo non era vero ma ormai vivevano in una nuova realtà, dove lei e Scott si trattavano da sconosciuti ed ogni gioia si era ormai dissolta nel nulla.

Era divenuto difficile persino gestire Caleb e Matty, perché il tempo e i pensieri venivano risucchiati interamente da Adam.

Ogni giorno trascorreva veloce e nebuloso, scandito da attese pesanti e parole di conforto.

Avere Jordan, lì con loro, accentuava ogni margine negativo.

Lo Sceriffo Parrish aveva chiesto la sospensione ufficiale dalla sua carica e Stiles, adesso, era il capo ad interim.

Jordan passava la mattina ad accarezzare i capelli ad Allie, ad aggiustare la giraffa peluche accanto a lei o a stringerle la piccola mano paffuta.

Vedere lì Allie spezzava il cuore già provato di Kira. Cercava di tenere duro, lei. Di mostrarsi forte per tutti loro.

«È solo un sonno indotto», ripeteva a Scott nelle rare volte in cui lui decideva di sedersi accanto a lei, «Si sveglieranno».

Scott solitamente restava in silenzio, per poi spostarsi, uscire per prendere aria. Quella mattina, invece, rispose alle rassicurazioni vuote di Kira: «Il Darach li prenderà prima ancora che riusciremo a capire in che modo possiamo farli tornare coscienti».

Kira vacillò a quelle parole ma cercò di non darlo a vedere. In fondo sapeva che la frase di Scott non aveva il fine di ferirla. Per questo bastava l'indifferenza che usava nei suoi confronti.

Scott era esausto e il modo rassegnato con cui parlava ne era la prova più lampante.

Kira si guardò attorno per vedere la reazione del resto del branco.

Si trovavano tutti lì, tranne Lydia. Lydia era una donna forte, più di quanto avesse dimostrato in adolescenza. Ma ora si era spenta, come una candela che aveva raggiunto l'alba dopo aver bruciato l'intera notte.

Jordan stava ancora in piedi. Crollare era facile, restare a sostenere i frammenti distrutti delle persone che ami è tutt'altro conto. Kira era certa che se lui resisteva ancora era solo per Lydia. D'altronde lei non aveva mollato quando era stato lui a cedere per primo.

Erano lì anche Stiles e Malia, nonostante la loro espressione impaurita di chi si sentiva fuori posto.

Ma chi poteva mai avercela con loro per non aver ancora perso loro figlio?

Jordan si avvicinò a Scott perché potesse parlare discretamente pur facendosi udire da tutti.

Aveva su un volto grave, fino ad ora avevano evitato il discorso, ma nulla di quello che aveva da dire avrebbe potuto aggiungere altra sofferenza.

The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora