VII. La Lupa del Deserto

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  Jordan si accorse fin da subito che qualcosa non andava. Scott, Stiles e Lydia lavoravano come una squadra affiatata, nel modo in cui facevano sempre, ma c'era un gelo non indifferente nel loro modo di comunicare.
Scott era scuro in volto, Stiles tanto distratto che prestava più attenzione al display del proprio cellulare che al cadavere che aveva davanti, mentre Lydia era stranamente taciturna.
Lo Sceriffo fece più attenzione al volto di sua moglie e lo trovò pallido e smunto. Si teneva in disparte, soprattutto da Scott.
L'Alpha stava analizzando ancora il cadavere del giovane Thomas Murray e scrutando i nuovi elementi trovati da Lydia con sguardo clinico, quando disse: «Forse dovremmo semplicemente farci da parte, questa volta».
«Cosa vorresti dire?» chiese Stiles, con tono distratto. I suoi occhi erano nuovamente puntati sul cellulare.
«È evidente che questa storia non ci riguarda. Penso che il nostro branco non corra alcun pericolo. Il Darach ha aggredito te e Malia solo perché eravate nel bosco ad indagare. E anche in quella circostanza si è limitato ad un avvertimento, nonostante avrebbe potuto uccidervi», il tono di voce di Scott era grave, ma sicuro.
Stiles si concentrò sull'amico, rivolgendogli un'occhiata accigliata, sicuro che avesse capito male.
«Si tratta di omicidi, Scott. Di persone innocenti che vengono sacrificate nella nostra città. Come può non riguardarci?»,
«E se i nostri figli finissero in mezzo proprio perché non ci siamo fatti gli affari nostri?»,
«Inizi a parlare come Brett. Ma che ti succede? Sei tu quello che vuole salvare tutti, persino i nemici!» rispose Stiles, con un sorrisetto incredulo. Quello che gli stava dicendo sembrava uno scherzo: Scott non si tirava mai indietro.
«Facciamo un'ipotesi: se il Darach in questo momento andasse a casa tua per uccidere Jamie, solamente perché tu ti trovi qui, adesso, a indagare su una delle sue vittime, te la sentiresti ancora di andare avanti? Mh?».
Stiles lo guardò sbigottito e si volse verso Lydia, in cerca di sostegno, ma gli occhi della donna erano ancora bassi. Allora guardò Jordan, che tossicchiò appena prima di prendere parola.
«Vivresti davvero nel dubbio e nella paura, Scott? Il Darach è una minaccia e va eliminata, proprio come abbiamo sempre fatto», cercò di farlo ragionare, proprio come aveva fatto Scott quando era venuto a parlargli nel suo studio.
Ma Scott non gli prestò la minima attenzione, al contrario fissava Lydia che in tutta risposta preferì allontanarsi un attimo per andare in bagno.
Jordan la seguì cercando di essere quanto più discreto possibile e, una volta dentro, chiuse a chiave la porta del bagno per assicurarsi che nessun collega li disturbasse.
«Tutto bene?», chiese.
Lydia si lasciò andare a un lungo sospiro.
«Non direi proprio» mormorò, aprendo il rubinetto del lavandino per sciacquarsi le mani.
«Cos'è successo?».
«Non è affatto facile dover essere messaggero di morte di figli e mogli dei propri migliori amici» ironizzò con voce rauca dal groppo che le si era creato in gola.
«Ambasciator non porta pena», le ricordò Jordan.
«Invece sì, se c'è un Alpha arrabbiato che non ha con chi prendersela»,
«Scott lo sa che tu non c'entri nulla... Le visioni sono solo avvertimenti».
Lydia annuì senza troppa convinzione.
«Hai parlato anche con Stiles?» si informò Jordan.
«No... sarebbe come innescare una bomba»,
«Ma dovrai farlo, prima o poi».
Lydia sbuffò. «È come se fossi io a causarlo, Jordan. Vedere le loro morti le rende reali, possibili. Come posso dar loro torto se fanno fatica persino a guardarmi in faccia?»,
«Calmati, Lydia. Non è così, ti stai colpevolizzando inutilmente. È normale essere sconvolti»
le prese il mento tra le dita «Ti ricordi cosa mi dici sempre? Le morti non sono causa nostra. E si possono evitare. Quante volte abbiamo visto la morte dell'intero branco? Eppure siamo ancora tutti qua»,
«È che... sono i nostri bambini. È tutto così spaventoso» mormorò, abbassando il capo.
«Lydia... Ehi, guardami. Lo so... So quanto è difficile, ma dobbiamo restare in piedi» disse e le prese la mano. «Non mi lasciare solo proprio adesso. Ho bisogno di te».
Gli occhi di Lydia si sollevarono su di lui e Jordan si accorse che erano arrossati.
«E quando ero io ad avere bisogno di te? Per settimane non hai fatto che escludermi, a stento mi parlavi! Sei tu ad avermi lasciata sola!» sbottò la donna.
«Tu mi trovi sempre, Jordan. Quando sono in pericolo, lontana, persino quando sono persa nella mia stessa mente. Tu riesci a trovarmi. Ma adesso che mi sento davvero sola e perduta non hai neppure provando a cercarmi».
Jordan era così abituato a sentire Lydia parte di sé, che a stento si era reso conto che quel malessere crescente non era altro che la lontananza dalla sua Banshee.
E allora fece quello che si era privato di fare negli ultimi giorni a causa del senso di colpa: afferrò i fianchi di Lydia tirandola a sé e la baciò rudemente, con tanta foga da farla scontrare contro i lavandini alle sue spalle.
La aiutò a sedersi sul piano in marmo e Lydia si aggrappò con le gambe attorno alla vita di lui, sorpresa ma grata di sentire di nuovo il corpo di suo marito sul suo.
Jordan vagò con la mano sotto la sua gonna e strappò via i collant e gli slip, mentre Lydia trafficava con la fibbia della sua cintura e poi con la cerniera dei pantaloni della divisa.
Neppure per un secondo le diede occasione di interrompere quel bacio che stava per sfociare in un piacere molto più grande. Le strinse i glutei nudi con entrambe le mani spingendola con decisione verso di sé e Lydia sussultò, mordendogli il labbro inferiore, nel sentirlo finalmente dentro di sé.
«Trovami, Jordan» mugugnò contro le labbra di lui, per poi scendere a succhiargli il collo, mentre i loro bacini si scontravano sempre più rapidi.
Non aveva idea di come fosse potuto sopravvivere in quei giorni privi del contatto con Lydia. Senza il suo fiato caldo ad accarezzargli la pelle, l'odore dei suoi capelli e quei gemiti strozzati che risalivano dal fondo della gola come fusa.
Lydia si strinse a lui, come se fosse l'ultima cosa capace di tenerla a galla. Arpionò le unghie sulle spalle di Jordan e spalancò gli occhi: davanti a lei Malia, il volto deformato in un urlo di disperazione.

The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora