XVI. Il diario di Talia Hale

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Note: Buondì lettori e lettrici! Eccoci qui con un nuovo capitolo. Chiedo venia per la lunga attesa ma questo che state per leggere è un capitolo che non doveva esistere. Non è stato programmato ma ho deciso di scriverlo in quanto l'idea finale mi piaceva molto. Devo dire che è stato impegnativo e mi ha portato via un sacco di tempo ma spero che ne sia valsa la pena! A voi il giudizio finale... Buona lettura!

***


Era già tarda mattinata quando Stiles sentì i primi rumori provenire dal piano superiore della casa.

Il cuore gli balzò nel petto udendo la vocina di Jamie. Stiles era seduto sul divano; aveva trascorso lì la notte, nonostante avesse dormito ben poco. Se ne stava immobile, a gambe incrociate e i pugni stretti a sostenere il mento, da quando era spuntata l'alba.

Sentiva suo figlio ridacchiare e lo stomaco gli si contorceva. Avrebbe voluto essere sul suo letto, con Jamie sul petto ad ascoltare il respiro tenue del bambino, con accanto Malia ad accarezzargli i capelli per indurlo a svegliarsi.

I primi passi sugli scalini lo misero in allerta. Guardò le scale e vide Malia scendere con Jamie in braccio, tenendosi stretta al corrimano. Aveva l'aria stanca e affaticata e il viso gonfio. Neppure lei aveva dormito quella notte.

Malia non gli rivolse neppure uno sguardo, gli passò davanti e si diresse alla cucina per preparare il caffè.

Infilò Jamie nel seggiolino e il piccolo, diversamente dal solito, non provò a ribellarsi. Aveva il viso imbronciato e non era difficile intuire cosa lo stesse turbando.

Stiles si alzò ma non fece in tempo ad entrare in cucina che Malia disse in tono brusco: «Non dovresti già essere a lavoro?».

Era di spalle, non voleva guardarlo in faccia.

«Mal...» provò Stiles. Nessuna risposta.

«Mal, io...» provò ancora ma la voce gli morì in gola.

«Fammi restare. Per favore» disse, infine.

Malia si voltò di scatto.

«Ora vorresti restare?» ringhiò, guardandolo con aria sprezzante, «Per settimane non hai fatto altro che allontanarti da me e lasciarmi da sola. L'unica cosa che ti avevo chiesto di non fare, ciò che avevi promesso non sarebbe mai più accaduto».

Le sue gote si arrossarono ma Stiles era intenzionato a non indietreggiare di un solo passo, non importava quando Malia fosse arrabbiata. L'unico desiderio che sentiva in quel momento era di abbracciarla a sé il più forte possibile.

«Non posso vivere col terrore che tu te ne vada ogni volta che io faccio la cosa sbagliata, Stiles».

La voce di Malia si incrinò. Stiles pregò perché non si mettesse a piangere. Lo avrebbe mandato fuori di testa e adesso davanti a lei doveva apparire sicuro di quello che stava dicendo.

«Abbiamo sbagliato entrambi...» disse socchiudendo le palpebre.

Malia annuì «Eppure io sono sempre rimasta qui ad aspettarti».

Teneva il mento alto, in segno di sfida. Malia non era il genere di donna che cercava la lite col proprio compagno, eppure – rifletté Stiles – questa volta non ne sarebbero potuti uscire in nessun altro modo.

«Ne sono consapevole» tossicchiò lui, in risposta. Era fondamentale che lei capisse quanto lui fosse pentito; e, in ogni caso, Stiles sapeva anche che sua moglie aveva ragione.

«Ho sbagliato in così tanti modi che ormai non saprei neppure dire quanti. Il desiderio di tenerti al sicuro... di tenere te e Claudia al sicuro... ti ha messa in pericolo» tentennò, cercando di spiegarle al meglio quello che stava provando e ciò su cui aveva rimuginato per tutta la notte senza riuscire a prendere sonno.

The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora