X. La Cripta

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Guardava l'oggetto dinanzi a sé con un trionfo misto a un sospetto sempre più crescente.
Malia l'aveva trovato dopo ore di ricerche, durante le quali aveva rivoltato la cripta degli Hale senza curarsi troppo di cosa si sarebbe potuto rompere o meno.
Ancora non era certa che l'oggetto trovato era quel che davvero stava cercando ma, d'altronde, aveva sempre avuto un certo fiuto per queste cose.
La scatola di legno levigato, sul piano di marmo davanti a lei, restava ermetica e inaccessibile. La superficie era liscia, priva di alcun spiraglio che suggerisse un'apertura. Solo la faccia superiore presentava un'intarsiatura a spirale, uguale a quella che aveva visto tatuata sul corpo di Derek Hale.
Un brivido le corse lungo la spina dorsale nello sfiorare la scatola: era una Hale, per quanto volesse essere una Tate. Il sangue non mentiva e, se aveva capito qualcosa nella propria vita era che non si poteva scappare, né nascondersi dalla propria natura.
Con il polpastrello dell'indice iniziò a tracciare il percorso concavo della spirale e, quando ne raggiunse il centro esatto, una piccola punta d'ago scattò in alto, pungendola.
Malia ritrasse la mano, più spaventata che ferita, e guardò il suo sangue vorticare velocemente nei solchi della spirale fino a raggiungerne la fine. Poi la scatola si aprì.
Trepidante, tolse il coperchio, svelando una decina di piccoli volumi rilegati in pelle nera. Sul dorso ognuno aveva stampato la data dell'anno in cui si collocava.
Ne prese uno a caso e prese a sfogliarlo: la calligrafia minuta ed elegante di Talia riempiva alla perfezione ogni pagina, senza lasciare alcun spazio bianco.
Tirò fuori i piccoli volumi uno ad uno, alla ricerca di quello che Peter voleva: il diario del 1994.
Non fu difficile trovarlo, nonostante fosse l'unico su cui non era riportata la data.
Malia scorse velocemente le pagine, decisa a scoprire il motivo per cui Peter ne era così interessato prima di concederglielo con tanta facilità. Con sorpresa scoprì che il suo nome compariva ripetutamente, il più delle volte accanto a quello di sua madre, altre a quello di Corinne, così come quello di Peter.
Continuò, quasi ipnotizzata, finché non arrivò su per giù a metà diario, quando le si gelò il sangue nel trovarsi faccia a faccia con un nome che conosceva fin troppo bene. Chiuse di scatto il volume: un rumore l'aveva allertata.
Si voltò, cercando di vedere nella penombra della cripta, ma sembrava come sempre deserta, solo ben più caotica del solito.
Fece scivolare il diario nella borsa ed ecco che un'altra volta il suono tornò strisciante alle sue orecchie. Un rumore raggelante, di unghie che raschiavano il muro.
Tirò fuori gli artigli, pronta a un eventuale scontro, nonostante cercasse di mantenere calmo il respiro, ripetendosi che quella era la cripta degli Hale e solo un Hale poteva accedervi.
Deglutì, tentando di riacquistare la calma mentre si dirigeva a passo svelto verso l'uscita quando, poco prima che potesse riaprire il passaggio, una mano si arpionò al suo braccio, bloccandola.
Si voltò ringhiando, ritrovandosi faccia a faccia con Peter Hale.
Non parve stupita di trovarlo lì, infatti la sua espressione non accennò a rilassarsi in una meno minacciosa.
«Perché mi hai seguito?» abbaiò, i luminosi occhi blu che lanciavano lampi.
Peter, del tutto a suo agio, si concesse un breve sorriso sbieco prima di risponderle: «Proteggo i miei interessi».
«Non ho alcun bisogno della tua protezione» sbottò Malia, strattonando via il braccio dalla sua stretta, risentita da quel che Peter stava insinuando.
«Sì, invece» disse inclinando di poco il capo e anche gli occhi dell'uomo si accesero di un blu brillante. «Soprattutto quando non ti rendi neppure conto di essere seguita».
«Sapevi dov'ero diretta, non mi sembra proprio un difficile inseguimento» ribatté Malia, uscendo a grandi passi dalla cripta, prima che Peter potesse continuare a sbeffeggiarla.
E di nuovo il suo udito fu allertato da quel suono inquietante e il suo sguardo catturato da una sagoma acquattata nell'ombra, che le fu addosso ancor prima che potesse capire cosa quella creatura fosse.
L'istinto fu più veloce della ragione e si ritrasse di scatto, eppure non abbastanza in fretta da evitare che i lunghi artigli nemici le lacerassero la manica della camicia e la carne del braccio.
Serrò gli occhi nel sentire il dolore pungente bruciarla, mentre si scontrava contro il muro di cemento, lasciandosi scivolare poi a terra.
La paura la fece pensare irragionevolmente alla Lupa del Deserto e poi - riacquistando lucidità - al Darach.
Malia non si preoccupò di tornare in fretta sulle proprie gambe e prepararsi ad affrontare uno scontro: Peter non aveva perso tempo.
Il ringhio feroce del Licantropo non era tardato ad arrivare. Pronto, Peter si era gettato in soccorso della figlia senza curarsi di chi avesse di fronte.
Malia non seguì l'azione, che durò solo pochi secondi. Difatti quando si volse a fatica verso Peter, lo trovò a terra, in ginocchio con il volto chino e il braccio e la mano premuta contro l'addome chiaramente ferito. L'ombra nemica si era già volatilizzata, lasciando dietro dietro di sé un puzzo di sangue e marciume. Un odore che lei già aveva addosso, di cui non si era resa conto ma che non era sfuggito a Peter Hale.


The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora