XIX. A un giorno lungo anni seguirà una notte eterna - Parte I

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Il regno della notte aveva calato il suo scettro su ogni lingua di terra conosciuta. Il buio aveva inghiottito ogni cosa e la paura scandiva ogni secondo di un'apocalisse che Beacon Hills e il resto del mondo non poteva comprendere l'origine.

L'ospedale era ancora assediato dai corvi mostruosi e l'unico suono nei corridoi era del loro frusciare d'ali e dei versi rapaci.

Kira si guardava attorno con aria sicura e padrona di sé. Il suo respiro era lento e controllato, le dita strette sull'elsa della katana come una morsa d'acciaio le davano la sicurezza necessaria per sentirsi finalmente pronta. La paura, questa volta, non l'avrebbe fermata.

Ascoltava la Volpe fremere come una eco volitiva. Il suo potere le scorreva nelle vene come fiamme di fuoco, caldo e violento. Attendeva, come un'amica paziente, il momento opportuno per esplodere in tutto il suo fragore.

Fuori, il cielo, sembrava prepararsi ad una tempesta. Tra le nubi nere, cariche di pioggia, saettavano lampi. L'aria era elettrica, magnetica e pesante.

Lydia si stava riprendendo dalla crisi dietro le attenzioni di Jordan e le sue suppliche. Era ancora mortalmente pallida ma dava segni di lucidità.

Dopo il suo svenimento erano iniziate le urla. Proprio in quel momento erano apparse orride belve assetate di sangue dalla forma di corvi giganti, come se a sputarli fuori fosse stato l'inferno stesso ed ora ogni dove era in subbuglio.

I pensieri di Kira vorticavano interamente su Scott. Aveva accompagnato Stiles a cercare Malia e Jamie ma non era mai tornato.

Kira provò a reprimere l'istinto di piangere. Da sola era forte ma Scott era, e sarebbe sempre stato, la sua roccia. Colui che le permetteva di convivere con una forza tanto pressante come quella della Volpe.

Senza contare che avevano fallito nell'unica decisione stabilita: restare uniti.

Kira aveva ucciso dieci di quei perfidi corvi, gli ultimi due l'avevano attaccata insieme lasciandole un taglio profondo lungo il fianco sinistro ma il suo fisico aveva retto il colpo ed era ben lungi dal sentirsi stanca. Sapeva che la guerra era ancora lunga, quello era solo l'inizio, come sapeva bene anche ciò che sarebbe giunto dopo i corvi della Morrigan: il Darach.

Il Darach che doveva portare alla sua Dea i doni da offrirle in sacrificio. Le Chiavi che avrebbero dato inizio al rituale.

Come se il solo pensarlo l'avesse richiamato a loro, un'ombra di pece si allungò sopra le altre. La gola le si serrò nel trovarsi davanti un volto familiare: Martha Jonas.

Sapeva bene che la poliziotta aveva già provato a controllare Stiles. Ma venire a sapere che una persona amica si era rivelata il loro peggior incubo era molto diverso da averne la prova tangibile davanti ai propri occhi.

Non la conosceva bene ma nella sua mente era ancora la collega di Jordan e Stiles, una concittadina e una brava persona. L'immagine distorta delle sue concezioni ora si scontrava duramente con la realtà di un nemico, un lupo travestito da agnello.

«Vattene via, demonio!» gracchiò Lydia, ancora provata, stringendo a sé Allie in un moto di disperazione che fece nascere sulle labbra del loro nemico un ghigno grottesco..

Martha Jonas si leccò le labbra piene e rosee e, senza staccare gli occhi da Kira e dalla sua arma mortale, mormorò suadente: «Demonio è troppo generico. Succuba è la parola esatta».

Kira avanzò, la katana pronta a reclamare sangue.

«Con gli uomini è semplice, facile come abbindolare un bambino... per le donne è tutt'altra storia» considerò, muovendosi piano per la stanza, delicata come una folata d'aria, tanto aggraziata che a malapena dava l'impressione che i suoi piedi toccassero terra.

The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora