XIII. Istinto Animale

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Aveva seguito il Mastino Infernale fino al limitare della foresta, senza mai staccare gli occhi dalle gambe di Adam, che ciondolavano, incapace di fissare altri particolari; troppo spaventato all'idea di avvicinarsi più di quanto aveva fatto, ignorando quale reazione avrebbe provocato in Parrish.
Dietro di loro, Scott li seguiva tenendosi a distanza, perso ancora all'interno del corpo del lupo e nella sua rabbia; formando una triste processione.
Quel cammino gli era sembrato che fosse durato ore, adesso che si trovava nella stanza di ospedale in cui avevano ricoverato Adam.
Stiles gli stringeva la piccola mano fredda, mentre l'altra era intrecciata a quella di Malia.
La notte era trascorsa, Adam era stato ritrovato. Eppure in Stiles ribolliva una rabbia silenziosa.
Adam si meritava di avere lì i suoi genitori, non loro due. Avrebbe dovuto essere circondato prima di tutto dal caldo amore della sua famiglia e poi da quello del branco.
Eppure l'importante era di averlo trovato vivo, si ripeteva Stiles. Era stato rigenerante sentir dire dal medico che i battiti e il respiro erano regolari; ma nulla di tutto quello riusciva a togliergli la brutta sensazione che gli dava non vedere Scott e Kira al capezzale del loro primogenito.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato in quell'assenza. Un fremito scosse il corpo di Stiles.
Il Darach li aveva spezzati prima ancora che potessero mettersi in gioco; aveva spezzato tutti loro. Erano stati spaventati alla possibilità di dover tornare a combattere ora che avevano figli da proteggere, ancora troppo piccoli per poterli avvicinare ad un pericolo; e poi, quando il pericolo aveva puntato proprio dritto verso di loro il branco si era distrutto, andato in pezzi e crollato su se stesso.
Guardava il filo della flebo attaccato al corpo di Adam e il monitor che indicava i segni vitali del piccolo, con disgusto, come se ne sopportasse appena la vista.
«Dovremmo tornare a casa. Da Jamie» disse Malia, d'un tratto.
Stiles la guardò con la coda dell'occhio per poi tornare a concentrarsi sul corpo incosciente di Adam.
«E lasciare lui da solo?» chiese, atono.
«No. Certo che no. Ho parlato senza pensare, non farci caso» si affrettò a spiegare Malia. «È solo che...», aggiunse, bloccando sul nascere la frase.
«Lo so», tagliò corto Stiles.
Lasciò la presa sulla mano del piccolo e prese posto sull'unica poltroncina disponibile accanto al letto.
«Dobbiamo trovare Scott. Dobbiamo mettere fine a questa storia una volta per tutte» affermò Malia, voltandosi verso il marito per cercare i suoi occhi. Ma Stiles teneva lo sguardo basso.
«C'era anche lui nella foresta» rispose con tono abbattuto, «Scott ha trovato Parrish prima ancora che arrivassi io, ma si teneva a distanza. Penso che una parte di lui sappia che abbiamo ritrovato suo figlio e sa anche che in lui qualcosa non va».
«Credo che sia bloccato nel corpo del lupo. Ha allontanato la sua coscienza umana più di quanto abbia mai fatto prima d'ora», ragionò Malia e Stiles sapeva che parlava nella speranza che potesse allontanare da lui l'oscurità che vedeva crescere sul suo volto.
Malia si mosse verso di lui, forse per abbracciarlo o carezzargli la testa. Stiles non lo avrebbe mai saputo, visto che si bloccò all'entrata dei due dottori che stavano seguendo il caso di Adam McCall.
Il primo dottore, dai capelli candidi e dal volto stanco, rivolse ai coniugi uno sguardo preoccupato.
«Ancora non è arrivato il dottor McCall?» chiese, le folte sopracciglia aggrottate.
Malia e Stiles si scambiano un'occhiata stralunata, poi il Vicesceriffo prese la parola.
«Data l'emergenza, Scott si sta recando da sua moglie per tornare qui insieme. La signora McCall era andata a trovare sua madre per qualche giorno...»
«A Gammon Allen» aggiunse Malia.
«Sì. Gammon Allen» confermò Stiles. «Arriveranno a momenti. Ma nel frattempo potete riferire a noi. Sono il padrino del piccolo...».
Stiles sembrava supplicare con gli occhi i due dottori.
«Vogliamo solo sapere se sta bene» si unì a lui Malia.
Alla fine, il secondo dottore, aggiustandosi gli occhiali sul naso adunco, cedette: «Il bambino non riporta alcun danno. Secondo tutte le analisi a cui lo abbiamo sottoposto, è sano».
Stiles e Malia si lasciarono scappare un sospiro di sollievo e si scambiarono un sorriso, seppur tiepido.
Il dottore più anziano rivolse loro uno sguardo dolce, eppure rammaricato.
«Questo non spiega il motivo per cui si trova in un coma da cui sembra impossibile risvegliarlo» disse, difatti.
«Continueremo a monitorare i suoi segni vitali fino all'arrivo dei genitori. Poi prenderemo una decisione», disse l'altro dottore, togliendosi gli occhiali per pulirli con l'orlo del camice.
«E cosa riguarderebbero tali decisioni?» provò a chiedere Stiles, ma i due — con un sorriso di circostanza — uscirono dalla stanza senza rispondere.

The Red Crow [ Teen Wolf Fanfiction ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora