7. Voi due, siete cosi diversi.

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La nostra conversazione viene messa a tacere da un improvviso silenzio che invade la stanza. Mi accorgo che Travis non sta più guardando nella mia direzione, il suo sguardo si sposta dietro di me, oltre le mie spalle. Non solo la sua espressione sembra radicalmente cambiata, ma è piuttosto indecifrabile. Potrebbe assomigliare alla faccia che farei se vedessi mio nonno tornare dall'aldilà e mi fermassi ad ammirarlo tra l'incredulità e la paura un attimo dopo. È proprio così che Travis guarda la figura alle mie spalle.

Fa che c'è davvero un fantasma?

Questo pensiero irragionevole mi porta a compiere con la testa uno scatto all'indietro, ma per fortuna constato che si tratta di una persona in carne ed ossa. E non una persona qualsiasi, è Aiden. Mi chiedo perché suo fratello l'abbia guardato in quel modo, come se non si aspettasse di vederlo arrivare. C'era da aspettarselo, considerando che sono qui per lui e che questa, fino a prova contraria, è anche casa sua.

Lo dico perché Travis mi è apparso quasi infastidito dal fatto che il suo arrivo abbia interrotto in qualche modo la teoria che stava cercando di inculcarmi. Io, invece, credo sia stata una salvezza. È arrivato al momento giusto. Non ne potevo più dei suoi discorsi campati in aria.

Adesso che guardo meglio Aiden, dopo essermi liberata dai pensieri più reconditi, mi rendo conto che sono così diversi, e con diversi intendo dire che non si somigliano per niente, se non quell'impercettibile aria malinconica che si insinua tra le loro iridi quando rammentano un ricordo comune. Aiden e Travis appaiono da subito due poli opposti, a partire dal modo che hanno avuto nell'accogliermi.

Travis così sfrontato, glaciale, con poca, pochissima voglia di instaurare una chiacchierata con la sottoscritta se non per persuadermi con le sue parole che trapelano soltanto una frustrazione repressa. E Aiden, che svela uno sguardo luminoso non appena incontra i miei occhi, emanando immediatamente nell'aria il suo buon umore che sostituisce subito il clima teso e traviato inscenato dal fratello.

Ad essere sincera, mi aspettavo, dopo aver inquadrato l'ambiente e il contesto familiare, che Aiden scendesse con il suo smoking nero e i capelli ingellati fino alle punte; invece anche in questo non si somigliano per niente. A differenza di Travis — che indossa abiti decorosi anche solo per stare in casa — Aiden non sembra prestare molta attenzione ai colori o alle fantasie abbinate insieme e alle grinze che sormontano il colletto di una camicia stirata male. A lui non importa apparire, questo l'ho capito sin da subito.

Aiden è bello nella sua semplicità, senza bisogno di rimarcala ulteriormente con l'aspetto esteriore. Non sente quella stessa necessità di suo fratello di mettersi addosso abiti costosi per esaltare il suo egocentrismo o, peggio ancora, la sua copiosità economica.

Anche quel golfino precedentemente piegato male, e quindi sgualcito, e quei pantaloni strappati sulle ginocchia, lo rendono affascinante nel suo genere. È così...simile a me.

Mi piace.

Ma se Aiden sorride sornione, quasi incredulo nell'appurare che siamo nella stessa stanza, dopo un invito che credeva avrei declinato, Travis pare seccato dalla letizia che sta invadendo il suo spazio vitale.

Me ne accorgo quando ritorno con lo sguardo su di lui, sospeso nei meandri del suo cervello, a ergere qualche tipo di idiozia. Sembra indisposto nei confronti della reazione di suo fratello, come se avesse appena commesso un oltraggio. Come se quel modo di fare, di reagire, non appartenesse alla sua realtà, ai suo strambi precetti. E, forse, sperava, per qualche assurda ragione, di aver addestrato anche lui allo stesso modo.

Credo che Travis tenda a disamorarsi per principio da tutti quelli che non accettano o condividono i suoi stessi ideali, perché secondo la sua mente cervellotica, la sua percezione delle cose, è l'unica universalmente accettabile. Ecco perché ha tentato di esortare la mia mente con quelle assurdità, per convincermi a pensarla come lui.

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