Se mi vedesse Hope in questo istante, mi verrebbe a ripetere che ho un disturbo maniaco del controllo e che devo farmi curare da un medico bravo. È vero, in certe occasioni, sembra che io non possa fare a meno di tenere sotto controllo la situazione o le emozioni, lasciandomi andare con molte difficoltà; quando, invece, a detta sua, dovrei smetterla di programmare la mia vita e lasciare che il destino faccia il suo percorso.
Il problema è che odio con tutta me stessa non essere preparata ad un evento, ad una nuova situazione. Ed è esattamente quello che sta accadendo adesso: non era previsto l'incontro con Aiden e, come immaginavo, questa cosa mi destabilizza parecchio.
Penso di aver trascorso gli ultimi cinque minuti a fissare quel messaggio ed è come se il mio cervello fosse andato letteralmente in stand by, finché non ho capito che continuare di questo passo non farà che peggiorare la situazione. Devo reagire, devo andare avanti. Solo a quel punto, mi metto in piedi e, sotto lo sguardo stranito di alcuni parenti, infilo la giacchetta.
«Dove stai andando?», chiede giustamente mia madre.
Nella fretta di lasciare questo posto il prima possibile ma anche nell'inquietudine di non aver ponderato la mia scelta come avrei voluto, non le ho detto nulla.
«Hai ragione, mamma», mi chino verso di lei, prendendole le mani, «ti spiego più tardi, d'accordo? Stai tranquilla, voglio solo scappare da qui»
Sebbene sembri sconcertata, mi lascia andare, assecondando la mia folle idea.
Lascio frettolosamente il soggiorno e in men che non si dica sono già nel corridoio. Pochi passi mi separano dalla porta di ingresso quando sento l'inconfondibile voce di mio padre. Sembra inquieto, ma riesco a sentire solo una parte del suo discorso.
«L'hai fatto di proposito, e non provare a negarlo!»
Il suo interlocutore non risponde, e ciò gli dà modo di continuare la ramanzina, «Sei una vigliacca...proprio come lei»
Solo quando finalmente l'altra voce rimbomba nella stanza, capisco che sta intrattenendo una conversazione poco piacevole con zia Roselyn. «Mi dispiace che tu pensi questo di me, caro. Anni fa non l'avresti mai detto»
La curiosità prima o poi mi ucciderà. Cosa voleva dire esattamente con quella frase?
«Sono trascorsi trent'anni, Rose. Se hai ancora dei rimorsi, fatteli passare», gli risponde lui, deciso e pungente.
A questo punto, mi aspetto che lei dica qualcos'altro, ma ciò non accade. Finché non li vedo attraversare insieme l'ingresso per poi fermarsi bruscamente quando si accorgono di me.
«Amanda, cosa ci fai qui?»
Mio padre non sembra essere preoccupato che io possa aver sentito qualcosa di compromettente, mentre lei probabilmente sta sperando con tutta se stessa che io inizi a dubitare di lui.
Invece, io, l'unica cosa a cui penso è che questa è l'occasione perfetta per mettere fine alle sue congiure contro di me.
«Non ti ricordi, papà?», lo guardo profondamente negli occhi sperando che regga il gioco, «Dovevo vedermi con Aiden questa sera, è qui fuori che mi aspetta»
L'uomo di fronte a me sembra riflettere un po' più del dovuto, probabilmente cercando di capire se lo ha rimosso realmente dalla sua memoria.
«Ah, sì», prova ad essere il più convincente possibile, ma il suo sguardo non è affatto tranquillo. «Il ragazzo di cui mi hai parlato l'altro giorno, mi ricordo»
Dopo averlo coinvolto in questo modo, so che le spiegazioni che mi chiederà saranno più che lecite.
«Pensi di fare tardi?»
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Tutta colpa delle Favole.
RomanceAmanda Torres Hernandez ha sempre desiderato il matrimonio da favola, il principe azzurro ed un abito scintillante proprio come quello che ha visto sulla famosa rivista Vogue. Quando incontra Axel, crede di poter finalmente coronare il grande sogno...