Prologo

270 17 3
                                    

Questo capitolo è in revisione. Sto cercando di capire in che forma verbale scrivere questa storia 😂
———-

Beverly Hills è una delle zone residenziali di Los Angeles più raffinate e care, designata come la capitale del lusso e quartier generale delle celebrità, in cui è possibile vedere sorgere ville sfarzose e immense, ognuna delle quali possiede un giardino ben curato e le macchine parcheggiate nei rispettivi viali hanno sempre la carrozzeria splendente e di ultima generazione.

Oltre a numerosi parchi verdi, come il Greyston mansion, e suggestivi musei, la città statunitense vanta una delle strade più famose: Sunset Boulevard, costellata da boutique di alta moda e un gran numero di negozi per strumenti musicali.
Famoso è il tratto battezzato Sunset Strip, centro della vita notturna, che abbraccia locali storici e luoghi di ritrovo di stelle del cinema e dello spettacolo.

Si dice che nessuno nasce e nessuno muore a Beverly Hills, ma probabilmente quel giorno per me è arrivato. Sarò la prima a morire visto che sono almeno trentacinque minuti che mi destreggio tra la folla di turisti, provando a non schiantarmi al suolo.

Infatti, discutibili sono le strade dissestate, che rischiano da un momento all'altro di farmi prendere una brutta storta. Impreco sottovoce, senza smettere di camminare.
Secondo le indicazioni, sarei arrivata a destinazione: alzo gli occhi dal mio smartphone e l'edificio imponente che si erge sotto al mio sguardo mi lascia esterrefatta.

Spingo la grande porta in vetro che antecede il famosissimo atelier e faccio il mio ingresso con tanto di tacco dodici, scelta pessima aggiungerei.
Mi guardo intorno, incantata dallo stile raffinato dell'arredamento e da una serie di abiti bianchi e luccicanti posizionati su alcuni piedistalli in cristallo.
Smetto di fantasticare e cammino spedita verso quello che sembra essere il salone di prova. Mi fermo davanti alla porta bianca, rilasso le spalle e simulo uno dei miei sorrisi più falsi. Nell'ultimo anno sono diventata bravissima.

Neanche il tempo di varcare la soglia che zia Roselyn si alza dal trono bianco su cui era seduta e mi corre incontro.
«Carissima», trionfa con un acuto di troppo, «ti stavamo aspettando»
«Immagino» rispondo, lasciandomi scappare un sorrisetto nervoso che trapela il mio poco entusiasmo.

«Vieni, Hazel sta provando il suo vestito e mi ha raccomandato che tu fossi la prima a vederlo», afferra bruscamente il mio polso, trascinandomi verso l'ampia tenda rossa dietro la quale si nasconde il camerino.
Finalmente smette di stritolarmi un braccio per allontanare le tende tra loro. Tento di recuperare l'equilibrio sui tacchi, prima di entrare nell'ampia stanza dove mia cugina sta provando il suo abito.

Devo fingere di essere felice per lei almeno un poco, come mi ero ripromessa di fare, ma la verità è che mi passano davanti agli occhi gli ultimi eventi e non riesco a trattenere un mugolio di frustrazione.

«Cosa c'è, Amanda? Non ti piace?»

Mi rendo conto solo in questo momento del suo sorriso spento e ciò mi fa sentire tremendamente in colpa, anche se di colpe non ne avevo nessuna.
«No! Scherzi?», percorro la breve distanza che ci separa e allungo le dita sulla sua spalla, catturando la sua attenzione, «Sei bellissima».

Il tessuto drappeggiato color bianco latte scende morbido lungo i suoi fianchi un po' pronunciati, mentre il corpetto è costeggiato da piccoli swarosky; la scollatura sinuosa termina in una V tra i suoi seni ed io non posso fare altro che pensare a quanto sia perfetta per un abito del genere, nonostante quel piccolo, importante dettaglio.

Tutta colpa delle Favole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora