2. Saori, Parte 2

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"Papà, hai visto? Mi hanno scelta per fare una pubblicità in televisione!"

"Ma che brava, Saori-chan. Sei proprio una piccola star." il viso gentile e soddisfatto dell'uomo dai capelli arruffati, neri come i suoi baffi, faceva scoppiare di gioia la piccola Saori e la rendeva fiera di sé stessa.

"Sì! La tua star!"

Ma ogni volta che si avvicinava a quella donna così fredda e tetra all'apparenza...

"Mammina, mammina! Farò una pubblicità in TV, che bello! Sei contenta?"

... La felicità abbandonava subito il viso della piccola bambina, che si spegneva come un falò sotto un temporale.

L'espressione di sua madre era glaciale e distante, con un atteggiamento di sufficienza e noia verso sua figlia.

"Credi di farmi felice, così? Non mi interessa, va' a fare la civetta con tuo padre se vuoi il contentino. Per lui è così facile soddisfare le altre, dopotutto..." se ne usciva sempre con frasi del genere, pervasa da uno sguardo vacuo.

"Mammina... ma che dici, non mi vuoi bene?"

A quel punto la donna non rispondeva nemmeno, e abbandonava lì la bambina tornando nella camera da letto in cui si chiudeva.

Era peggio di un rifiuto diretto o di un insulto per la piccola, si sentiva morire e il petto le bruciava. Iniziava a piangere e soffriva in silenzio.

"Andando a farmi consolare da papà, farei solo stare male la mamma. Sono una delusione per lei, quindi va bene così... starò da sola. Magari dopo mi vorrà bene..." pensava, standosene chiusa in camera a fissare fuori dalla finestra.

A scuola almeno le cose le andavano molto meglio.

"Wow, Saori-chan, giri pubblicità così giovane? Incredibile, già lavori!"

"E prendi anche bei voti, sei così intelligente."

"I tuoi occhi sono così belli, Saori-chan! Di due colori diversi!"

Le sue amiche la ammiravano e spesso lei si divertiva insieme a loro.

Molti ragazzi della scuola si innamoravano di lei e le facevano diverse dichiarazioni.

Ma quando tornava a casa iniziava il dramma.

Le ombre dei suoi genitori che urlavano e discutevano la turbavano nel profondo e si sentiva di nuovo sola più che mai.

Dopo le accese discussioni, sua madre la incrociava in corridoio e le rivolgeva quello sguardo assente e infelice che per Saori era come una coltellata ghiacciata allo stomaco.

Tornava in camera, guardava ancora il mondo esterno dalla finestra e piangeva.

"Mammina... tu perché... perché mi odi?"

 perché mi odi?"

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