26. La Strage di Nagoya, Parte 6

38 7 139
                                    

Nagisa era sola.

Se n'era accorta tutto a un tratto, quando si era voltata poiché non aveva udito più il picchiettio rapido delle scarpe di Kazue sull'asfalto. Dietro di lei non aveva trovato nessuno, solo la pioggia battente che lavava la strada. Un forte senso di pericolo si era impadronito della sua mente.

Ciononostante, non aveva perso calma e lucidità, e adesso si guardava attorno con sguardo serrato e accorto, sicura nella fermezza che risiedeva negli occhi nerissimi come il vuoto cosmico.

Il corpo eretto, i pugni chiusi e la postura solida trasmettevano una forza innata. Era una guerriera, pronta a difendersi con la sua abilità.

"Ho paura che sia finita in trappola..." sussurrò, un soffio smorzato dal rumore dell'acqua che scrosciava al suolo. "Sono stata divisa da Kazue, e Mike è rimasto indietro. Forse è stato un errore da parte sua... spero solo che stiano entrambi bene." Si guardò attorno, circospetta.

"Non mi preoccuperei per loro, dolce, dolce Nagisa. Tenera bambina cresciuta in fretta."

La karateka si voltò di scatto.

Quelle parole ammalianti, sommesse e seducenti nella loro musicalità potevano provenire da qualunque direzione. Era come se arrivassero da tutte le parti assieme, o da nessuna, echeggianti dritte nella sua mente.

Ebbe riflessi pronti, e concentrò la propria aura spirituale neutra, bianca, negli occhi per vedere potenziali anomalie.

Inclinando veloce il capo da destra a sinistra, scorse infine una figura in giaccone impermeabile lungo, a coprire una camicetta bianca con cravatta. Era lì, ma allo stesso tempo sembrava non ci fosse, e sarebbe stato impossibile notarla senza utilizzare l'aura.

I capelli biondi scuriti dal clima mesto e gli occhi penetranti bucarono i gorghi oscuri nelle palpebre di Nagisa. Era uno sguardo terrificante, ma la karateka non si lasciò intimidire.

"Sei Akiko Osaka?" chiese, senza mezzi termini.

La donna si sfilò il giaccone e si limitò a sogghignare con aria di superiorità. "Anima della Forza, vorrei risolvere la faccenda senza violenza. Concedimi di appropriarmi del tuo potere e ti lascerò andare illesa." propose, persuasiva.

"Non ho paura di te." si limitò a sbottare Nagisa. Strinse un pugno davanti al volto, e attorno a esso iniziò a fluire un'imperversante aura blu fluorescente, un'energia devastante appartenente solo alla Forza.

Akiko mosse un piccolo ma minaccioso passo in avanti. "In tal caso, è un bene che tu sia tanto concisa nel parlare. Risparmi il fiato per quando dovrai urlare, invece." Accorciò con eleganza le maniche della camicia, come se stesse per sbrigare una semplice faccenda d'ufficio. Mentre un gas verde e fluorescente cominciava a scorrere attorno al suo corpo. "Non vorrei essere costretta a espormi, ma pare ti debba domare per bene, piccola guerriera." sentenziò.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Light Souls CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora