7. Akiko, Parte 2

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"Mamma, non puoi andartene proprio ora... ora che ci siamo finalmente ritrovate!" la camera d'ospedale dalle pareti bianche e azzurrine circondava le due figure, mentre il sole illuminava i loro volti, facendosi strada tra le tendine gialle della finestra sulla sinistra.

"Satowa... non importa. Ciò che conta per me è essere riuscita a rivederti e a passare del tempo insieme."

"No, mamma..." la ragazza assunse un'espressione addolorata.

La mano di sua madre le sfiorò il volto pallido con gentilezza e le accarezzò i capelli neri. "Non ho nessun rimpianto, ora che ho visto che ragazza stupenda ho messo al mondo. Vorrei non averti abbandonata quando eri piccola... perdonami, figlia mia."

"Mamma..."

Gli occhi della donna sul letto d'ospedale si spensero, e la ragazza rimase sola nella quiete della stanza, piangendo tutte le sue lacrime.

"E stop! Perfetto, bravissime. È venuta davvero bene, brava, Saori-chan!" le luci artificiali che illuminavano il set vennero spente, così come le camere e i microfoni con le quali era stata girata la scena.

La sala divenne un viavai di lavoratori impegnati e sprofondò in un brusio di chiacchiere e pareri sul lavoro di quel giorno.

"Grazie, ho solo fatto del mio meglio." disse Saori, le lacrime finte che ancora solcavano le sue morbide guance.

Poco dopo, nel cortile degli studi televisivi Hikari TV, Saori cercava allarmata il cellulare nella sua borsa. Mentre rovistava tra le cianfrusaglie nel recipiente in pelle fu raggiunta da Chinjo, il grassoccio proprietario dell'impianto.

"Ben fatto, Saori-chan! Una prova stupenda la tua, ti sei proprio calata nella parte, complimenti!" esclamò l'ometto grassottello, con i baffi e la pelata sudaticci per la giornata calda, mista al nervosismo.

"Sono contenta che abbia apprezzato, Chinjo-san." sorrise calorosamente lei.

Saori non sapeva mai come comportarsi quando veniva elogiata, era poco abituata dato che suo padre lo vedeva molto raramente negli ultimi tempi e in più provava un'innata timidezza in quel genere di situazioni. Quindi si limitava a sorridere e ringraziare: almeno sembrava funzionare.

"Puoi andare a casa ora, se vuoi, per oggi hai finito, mia cara." affermò Chinjo con aria allegra.

"D'accordo, ci vediamo domani!" salutò in tono gentile Saori.

Quando rimase sola e finalmente trovò il cellulare, chiamò Shoko all'istante per avere notizie sulla sparizione di Akiko.

"D'accordo, dirigiti pure al lavoro. A cercare Akiko ci penso io nel frattempo, sta' tranquilla." le aveva assicurato il compagno per telefono un paio d'ore prima, quando Saori aveva perso di vista la ragazza al poligono senza più riuscire a ritrovarla.

Adesso era quasi arrivato il tramonto e ancora non aveva ricevuto notizie, né risposte ai messaggi che aveva mandato a Shoko durante le brevi pause che le erano state concesse. Tentò di chiamarlo, ma la linea del compagno risultava occupata.

"Maledizione, Shoko, perché non rispondi? Dove sei?" si domandò, preoccupatissima.

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