4. Hanae, Parte 2

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"Shoko, tutto bene? Sei ferito!" Saori prestò soccorso al collega, preoccupata, tastando la parte insanguinata della sua camicia dove si trovava la ferita alla spalla.

"Non è niente, sta' tranquilla, Saori." tentò di rassicurarla lui, stringendo però i denti per il dolore.

"Come puoi dire che non è niente? Non sono una stupida, è chiaro che devi ricevere soccorsi medici!" urlò Saori, infastidita dall'atteggiamento eroico dell'uomo.

Hanae intervenne nella conversazione, mentre guardava con serietà Shoko negli occhi. "Quella ferita non è una sciocchezza, lo sai bene. Devi farti curare." affermò, con una postura maestosa nella sua divisa da militare che colpì molto l'altro: l'aveva giudicata come una persona poco seria, eppure era in grado di incutere grande rispetto in quella situazione.

"D'accordo, allora andrò al pronto soccorso. Quel tipo era in gamba..." bisbigliò con occhi rabbiosi.

"Vi accompagno io, ho l'auto parcheggiata qui vicino." si offrì Hanae.

"Facciamo presto." sollecitò tutti Saori, camminando abbracciata a Shoko per aiutarlo ad avanzare. "Quanto pesa..." pensò, schiacciata dalla mole dell'uomo oltre il metro e novanta.

"Lascia, ti aiuto io a trasportarlo." Hanae, vedendola in difficoltà, andò a sostenere Shoko dall'altro lato in modo da muoversi più veloci. Sorprendentemente, Saori avvertì il peso alleggerirsi in maniera esponenziale appena Hanae entrò in contatto con il suo compagno.

"Ma quanta forza ha?" si chiese, ammirando la silhouette dritta e composta della militare mentre sosteneva Shoko con la spalla sotto al suo braccio.

Con i capelli viola, lisci e setosi e i suoi grandi occhi accesi, Saori non poté fare a meno di ammettere a sé stessa che fosse davvero magnifica.

Shoko scrutò sott'occhio il profilo di Hanae, durante la spedita avanzata attraverso il vicoletto umido tra le pareti di cemento. "Ha riconosciuto immediatamente la gravità e profondità della mia ferita, inoltre possiede una forza e compostezza fuori dal normale. Questa ragazza è più di una semplice manifestatrice." rifletté.

I tre arrivarono all'auto di Hanae, rimanendo allibiti dal suo aspetto. Era una decappottabile completamente dipinta di verde militare con la bandiera del Giappone in bella vista sul tetto, che poteva essere sollevato per godersi il vento.

"Assurdo..." sussurrò Saori.

"Che cafonata..." le fece eco Shoko. Contrariamente alle impressioni dei due colleghi, Hanae sembrava fiera del suo veicolo e guardava i suoi ospiti con aria di vanto.

"Ah! Ah! Scommetto che siete senza parole di fronte al mio gioiellino! Gelosi, eh? Ma io vi capisco! Come potreste non essere invidiosi di un pezzo unico come questo?" proclamò con baldanza e sicurezza.

Shoko la guardò con compatimento. "Se fossi invidioso di quella cosa, farei meglio a suicidarmi."

"È tornata quella di prima..." sussurrò Saori, ridacchiando nervosamente.

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