❄︎ 17• Fiducia? ❄︎

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La consapevolezza di avere al mio fianco, per la prima volta, i miei fratelli consci della vera identità di Touya mi rassicurava. Se devo essere sincera, mi sentivo più forte con loro accanto.

"Guardatevi, fate quasi ridere: il quadretto di famiglia perfetta che non siete".
"Ultimamente la tua gentilezza mi commuove" commentai facendomi avanti. Tuttavia, il mio movimento fu interrotto da Kathara.
"Uh? Perché ti metti in mezzo?" Chiesi guardandola.
"Perchè non dovrei?" mi rispose alzando un sopracciglio.
"Non sei il mio obiettivo ora e non voglio lottare contro di te".
Avrei voluto aggiungere che, tanto, in un periodo di tempo breve, l'avrei riportata dal lato degli eroi, ma non mi avrebbe ascoltato comunque in un momento come quello.
"Non vuoi lottare contro di me? E perchè mai? Perchè non abbiamo mai litigato? Sai, aver avuto un buon rapporto prima, non vuol dire che debba continuare. Tu stessa hai detto che non avresti più perdonato qualcuno se quello fosse diventato villain: non essere incoerente! Non avere pietà di me! Lo show è appena iniziato... e continuerà!" la sua espressione... le sue parole...
Aveva ragione. Mi ero ripromessa che non avrei perdonato più nessuna nuova entrata nei villain dopo Touya; lui aveva tradito la mia fiducia e non ci tenevo a stare male alla perdita di qualcun altro. Come se poi fosse stato utile, tanto ero stata male ugualmente.

"E perché te la prendi solo con Miya? Non è sicuramente la responsabile della tua scelta di cambiare vita. Se devi incolpare qualcuno, incolpa te stessa. O i tuoi amici villain. Non dar colpa a chi non ne ha solo per non avere pesi sulla coscienza." le parole di Shoto risuonarono in tutto il vicolo.
E, permettetemi di dirlo, tutti rimasero abbastanza colpiti da quel discorso.
Mio fratello non era il tipo da uscirsene con troppe parole o qualcosa che potesse smuovere i sentimenti altrui -o almeno, se era successo sicuramente non era stato fatto appositamente-, ma in quel frangente si notava che stava giocando il tutto e per tutto.
Per tutti l'improvvisa unione ai villain da parte di Kathara era stata uno shock.
Insomma, così dal nulla?
Era ancora un enorme punto interrogativo se già vi fossero precedenti o meno e per questo la fiducia nei suoi confronti era calata sotto lo zero.
Non che fosse facile, in ogni caso.
Izuku era, come immaginabile, quello che più non sapeva come reagire.
Si incolpava perché non era riuscito a proteggerla, ma, effettivamente, di colpe lui non ne aveva.
Non ne avevo io.
Non ne aveva nessuno.
Addirittura, anche Shoto era arrivato ad incolparsi.
Prima che Kathara sparisse, il loro rapporto stava lentamente cominciando a formarsi e stringersi, -il che era bello da vedere, dato che erano due persone importanti nella mia vita- per questo anche lui passava parte del suo tempo a farsi colpe su colpe per via di Kathara.
E in quel momento, nessuno pensava più allo stare attenti nel ferire i sentimenti l'uno dell'altro. 
In quel momento eravamo egoisti, non avevamo più peli sulla lingua.
"E perché allora dovete essere proprio voi a puntare il dito? Perché dovete essere voi, che non sapete come sono andate le cose? Ma oh! Sono gli eroi quelli che effettivamente possono lamentarsi. I villain, alla fine, sono scarti della società che vengono dimenticati dalle vecchie conoscenze, solo perché non ritenuti degni di poter essere ancora associati ai vostri nomi. Però, siamo noi nel torto” se ne uscì la ragazza dai capelli verdi, agitando le acque ancora di più rispetto a prima.
“Voi finite per l’essere dalla parte del torto non appena fate del male a degli innocenti. Come potete pretendere di essere presi ancora come delle brave persone se finite per ferire i civili? E’ proprio questo che noi eroi cerchiamo di evitare. La nostra professione esiste per questo. Dal momento in cui sono nate persone pronte a nuocere il prossimo, è nato il nostro lavoro e tutti quelli simili. Per non essere dalla parte sbagliata, bisogna fare del bene al prossimo, non fargli del male” disse Tsuki.

Ora, parlando oggettivamente, quel botta e risposta stava mandando sicuramente in pallone gli spettatori e stava creando due fazioni ancora più definite.
Da una parte, chi continuava ad avere fiducia negli eroi e si ostinava a stare nella parte del bene con tutto sé stesso, cercando di rientrare nella categoria dei “buoni”.
Dall’altra, però, vi era chi era rimasto affascinato dai discorsi dei villain e stava cominciando a perdere fiducia, invece, nelle parole degli eroi, anche a causa delle testimonianze non positive su Endeavor, rientrando così nella categoria dei “cattivi”.
Parlando soggettivamente, invece, non trovavo distinzione tra “buoni” e “cattivi”.
O almeno.
Per me non erano mai esistite queste due categorizzazioni, insomma, ci possono essere brave persone costrette ad essere considerate criminali e, invece, criminali che venivano considerati come persone buone. 
Forse, il mio pensiero era abbastanza influenzato… ma pensandoci col senno di poi, la penso così tuttora.

𝐓𝐡𝐞 𝐃𝐚𝐲 | Mʏ Hᴇʀᴏ AᴄᴀᴅᴇᴍɪᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora