❄︎ 2• Tsuki ❄︎

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"Ci sono troppe comparse... ma sei seria?" domandò infervorata Tsuki.
Alzai le spalle con fare menefreghista, anche se dentro mi stavo maledicendo.
Farmi vedere debole? Mai.
"Hai fatto la bella vita, eh? Spero tu ti sia divertita!"
"Tsuki" la richiamai in maniera secca e fredda, distaccata, forse ricordandole per un momento 'nostro' padre. "Non ho la minima voglia di fare scene in mezzo alla gente. Se proprio insisti, parliamone dopo".
Ad interrompere la ragazza dai capelli bicolore fu Iida che, gesticolando, disse a tutti di andare al loro posto.

Tornai al banco che avevo scelto precedentemente lasciando così la mano di Katsuki in una tacita promessa di spiegazioni, accorgendomi che il mio compagno di banco era il ragazzo simpatico dai capelli biondi con una saetta nera.
Dopo non molto, forse qualche secondo dopo che tutti ci eravamo finalmente seduti ai nostri posti, la porta si aprì nuovamente mostrando due figure di media altezza, entrambe con dei capelli verde scuro e gli occhi dello stesso colore.
Io, ancora cercando di riprendermi dallo shock dell'averli rivisti, accennai appena un saluto verso i due fratelli Midoriya.
Guardandomi attorno vidi che effettivamente la classe si era riempita e gli sguardi principalmente erano rivolta su di me e Tsuki, facendomi solo storcere il naso. Odiavo gli sguardi indiscreti.

Mentre Iida e Uraraka stavano parlando coi due Midoriya, Kaminari mi rivolse parola.
"Cos'è successo tra di voi?"
"Non credo sia così importante da raccontarlo" cercai di sviare la domanda con un mezzo sorriso.
"Uhm, se lo dici tu" mormorò lui. "Comunque prima non abbiamo avuto modo di presentarci come si deve. Denki Kaminari, piacere" disse lui facendomi il baciamano. Lo guardai mezza incredula, ridacchiando quasi per i suoi modi da dongiovanni.
"Miya Bakugou, piacere mio" risposi cercando di liberare la mente.

Non mi sarei mai fatta rovinare il mio primo giorno di scuola.

Ma ancora non sapevo cosa sarebbe successo dopo.

"Se sei in cerca di amici, cerca altrove" disse una voce fuori dalla porta rivolta ad una ragazza dal caschetto castano, Uraraka, che stava cercando di conversare con Izu-kun sotto lo sguardo scocciato e geloso di Kathara. Sorrisi lievemente. Non sarebbe mai cambiata!
"Questo è il dipartimento... degli eroi!" continuò la voce facendosi intravedere. Era un uomo dall'aspetto un po' trasandato, i lunghi capelli neri gli ricadevano sulle spalle, aveva della barba incolta e due grandi occhiaie sostavano sotto ai suoi occhi. Inoltre, in tutto ciò, era dentro ad un sacco a pelo giallo.
Ci misi un attimo a riconoscerlo ma, una volta fatto, urlai internamente. Lui era il pro hero Eraserhead! Il mio hero preferito!
"Mhh... ci ho messo otto secondi per farvi zittire. Così non va. La vita è breve, ragazzini, abbiate maggior buon senso" disse uscendo dal sacco a pelo e mostrando il suo outfit completamente nero finito con delle bende - le sue bende! - attorno al collo.
"Sarò il vostro coordinatore di classe, Aizawa Shota, piacere di conoscervi" continuò. Successivamente ci mostrò delle tutine blu e bianche e ci disse di metterle per l'allenamento.

Ci alzammo e, suddividendoci, andammo a cambiarci.
"Miya, tutto ok?" mi domandò Kathara avvicinandosi.
"Mh. No" dissi a bassa voce anche se tentavo di mantenere lo sguardo alto e non pensare a tutto ciò che mi aspettava se Tsuki avesse deciso di parlarmi sul serio. In fondo io lo volevo, volevo parlarle e chiarire, ma sapevo nel profondo di non meritarmi il suo perdono. Né in quel momento né mai.
"Che succede?" chiese preoccupata cercando di intercettare qualcosa di strano nel mio sguardo.
"Dopo. Io, te, Katsuki e Izu-kun. Meritate spiegazioni" le risposi semplicemente facendole intendere che il punto di ritrovo sarebbe stato casa nostra.

Finimmo di cambiarci e andammo dove il professore ci aveva indicato.
Ci venne detto che avremmo dovuto sottoporci ad un test d'apprendimento delle specialità. La ragazza di prima, Uraraka, domandò cosa ne fosse stato della cerimionia d'introduzione o del giro di perlustrazione e la risposta di Aizawa-Sensei fu semplice, le disse che non avevamo tempo per perderci in certe sciocchezze secondo lui.

𝐓𝐡𝐞 𝐃𝐚𝐲 | Mʏ Hᴇʀᴏ AᴄᴀᴅᴇᴍɪᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora