❄︎ 18• Tranquillità ❄︎

49 9 49
                                    

La fine del terzo anno era arrivata e con lei erano arrivati anche gli esami. Tutti eravamo molto impegnati a studiare e difficilmente passavamo più di un paio d'ore assieme -ovviamente inteso al di fuori delle lezioni e dell'orario dei pasti.
Ovviamente, nessuno osava pensare di sottovalutare le prove finali, infatti nel dormitorio c'era un silenzio di tomba, escludendo qualche uscita nervosa ogni tanto, da parte di qualcuno che magari non riusciva a farsi entrare in testa un determinato concetto.

O meglio, circa al terzo giorno di studio non stop, mentre stavo uscendo dalla mia stanza per andare a prendermi da bere, trovai Denki che stava parlando con Jirou in merito a qualcosa con un'espressione supplichevole.
"Ti prego, ho davvero bisogno" lo sentii supplicare "già Kirishima e Sero mi hanno detto di no" continuò.
"Devo studiare anche io" iniziò lei, "e, onestamente, gli argomenti su cui hai bisogno tu li devo ancora fare, non riuscirei a spiegarteli non avendoli ancora capiti" finendo con ciò che era una scusa captabile lontano miglia.
Il che era capibile perché, chiedendo successivamente l'argomento, era uno dei primi che bisognava studiare e che, soprattutto, dove eravamo tutti con gli studi lo dovevamo sapere già.

Lui sospirò scoraggiato, per poi annuire.
"Ho capito, grazie comunque Jirou" mormorò passandosi una mano sul volto mentre si dirigeva a prendersi qualcosa da bere.
"Di nulla, scusa ancora" si liquidò così, prima di scapparsene in camera sua.
Gli scappò un altro sospiro, poi si passò entrambe le mani tra i capelli e si sedette su un divanetto, palesemente ormai senza speranza e senza sapere più che pesci prendere.
Andai vicino a lui sedendomi al suo fianco, per poi appoggiare una mano sulla sua schiena.
"Hey, va tutto bene?" gli domandai utilizzando un tono dolce.
"Eh? Oh, ciao Miya" mi fece un sorrisetto e mi baciò. "Sì, sto bene, perché?" chiese dopo.
"Non voglio sembrare una spiona, ma ho sentito la tua conversazione con Jirou" la buttai lì "e ho sentito che ti ha detto di no".
Gli scivolò via il suo sorriso e annuì, facendosi scappare l'ennesimo sospiro in poco.
"Posso aiutarti io, tanto di tutti gli argomenti ho almeno un'infarinatura e sono molto avanti con lo studio, ho tempo" gli proposi con un sorriso.
A lui si illuminarono gli occhi e si rallegrò di botto.
"Davvero?" quasi urlò. "Davvero vuoi aiutarmi?" domandò incredulo.
"Certo, non vedo perché no" sorrisi nuovamente "in più, così stiamo più tempo assieme".
"Ma gli altri hanno detto di no perché faccio fatica a memorizzare i concetti... non volevo chiedere a te perché, nell'ormai poco tempo in cui stiamo insieme, non volevo farti spazientire" mormorò.
"Non vedo nessun problema, anche se fai fatica a memorizzare i concetti" lo rassicurai. "E sai che puoi dirmi tutto. Inoltre, ci vuole ben altro per spazientirmi" finii, scompigliandogli poi i capelli.
Lui mise su un broncio dolce, per poi sorridere, concludendo con l'abbracciarmi.
"Grazie, Miya" sussurrò mentre mi stringeva a sé.
"Non ringraziarmi, è il minimo" gli sorrisi, prima che potesse scattare un altro bacio tra di noi.

Entrammo in camera mia e, mentre lui si sedeva sul mio letto per essere comodo, io recuperai un paio di libri in base a ciò che aveva bisogno di studiare.
Mi avvicinai a lui e in mezzo secondo mi ritrovai seduta sulle sue gambe.
"Non renderla una distrazione, eh" mi raccomandai con un sorrisetto a incresparmi le labbra.
"Non lo sarà! Promesso" rispose subito per poi lasciarmi un bacio sulla guancia.

Tramite l'indice arrivai alle pagine di cui avevamo bisogno e cominciai a riassumere i concetti in maniera semplificata ma ugualmente contenente le informazioni importanti che servivano, premurandomi di avere sempre la sua attenzione.
Lo trovai distratto solo un paio di volte e come giustifica ricevetti dei: "scusa, mi ero incantato, ma ho ceduto ai tuoi occhi" oppure, "hai sempre avuto quel poster di Tokyo Revengers?".
Tuttavia, al contrario delle sue aspettative, entrambe le volte ridacchiai leggermente e rispiegai il concetto senza problemi.

"Sai di essere un angelo?" se ne uscì dal nulla mentre stavamo facendo una breve pausa.
"Mh?"
"Nel senso... tutti dopo poco hanno perso le speranze con me, tu invece stai continuando e non hai perso minimamente la pazienza" mormorò.
Gli sorrisi, per poi parlare.
"Non trovo il motivo di perdere la pazienza o simili. Si risolve qualcosa? Per nulla. Rispiegando con calma e accentuando ciò che non si ha capito in precedenza si risolve il problema. Ora almeno sai tutto l'argomento, no?"
Lui annuì.
"Perfetto, allora domani facciamo il prossimo, così non ti confondi" infatti, dopo aver chiuso il libro, lo riposi nuovamente nella libreria, per poi tornare vicino a lui.
Subito mi strinse e mi lasciò un bacio a fior di labbra.
"Finalmente posso farlo tranquillamente" mormorò con un sorrisetto che mi fece sciogliere.
"Aspetti davvero da così tanto?" domandai mentre portavo le mani a giocare coi suoi capelli.
Denki fece un cenno positivo col capo, per poi prendere parola.
"Non è così difficile da intuire che ti vengo dietro dalla prima".
"Forse non sembra, ma non sono molto affine alle situazioni di cuore" iniziai. "Nel senso, prima di scappare, l'unico tipo di affetto che avevo era amore fraterno, al massimo qualcosa da parte di mia madre. Ma amore nel vero senso della parola, no. Non ho mai visto i miei genitori scambiarsi anche solo un minimo gesto in segno amoroso" mi stava ascoltando attentamente e non sembrava avere intenzione di interrompermi, così continuai.
"Quando me ne andai e finii poi a casa di Katsuki, le cose cambiarono. In poco tempo, in realtà, cominciarono a considerarmi come una figlia, sai?" domandai retoricamente. "Quindi sì, per me è stata come la prima volta in cui ho sentito davvero l'amore che dei genitori possono dare a dei figli. E in parte ho scoperto quello che si chiama amore, ma mai totalmente. Infatti, anche se ho sempre sentito dei nostri coetanei con il primo fidanzatino o la fidanzatina, non ero mai riuscita a capire cosa significasse, né cosa io provassi per gli altri. Ma non mi biasimo: per me è sempre stata una cosa estranea, la conoscevo solo per i libri letti. Avevo gli occhi tappati anche nei tuoi confronti" aspettai una sua reazione per capire se lo stessi annoiando, perciò parlò lui.
"Mi ferisci se mi dici così" si portò la mano al cuore in un tentativo di sdrammatizzare e mi strappò una risatina.
Aveva sempre a portata di mano il modo per risollevarmi il morale.
"Quindi, devi ringraziare Hikari, Atsuko e Tsuki principalmente. Beh... anche Kathara" mormorai l'ultimo nome, era doloroso per entrambi, anche perché lei e Denki erano diventati migliori amici in tempo zero.
"Ma ancora niente".
"Ma davvero-?" se ne uscì spontaneo.
"Mi spiace" ridacchiai, "ma tutto ciò che potevo fare era descrivere come mi sentivo e i commenti erano sempre gli stessi, ogni volta sottolineavano che ciò che provavo era una palese cotta, se non di più. E poi me ne sono finalmente resa conto e ho capito" all'ultima frase alzò le mani al cielo come a dire "finalmente!", per poi tornare a stringermi.
"Ma non ho fatto in tempo a fare nulla, ogni tre secondi la Yuuei era in pericolo e tutto".
"Ormai non è più una novità" borbottò lui.
"Sai che mi ero decisa a fare un passo avanti in sala giochi?"
"Ti ho preceduta!" esclamò fiero.
"Touya l'ha fatto, è stato lui a cambiare l'ordine delle cose, altrimenti lo avrei fatto io!"
"Tutte scuse~" continuò lui, facendomi ridere a causa del tono utilizzato.

𝐓𝐡𝐞 𝐃𝐚𝐲 | Mʏ Hᴇʀᴏ AᴄᴀᴅᴇᴍɪᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora